l'intervista

Palù (Aifa) ci dice perché essere ottimisti sulla lotta al Covid 

Annalisa Chirico

L'apertura delle scuole non ha avuto impatto sulla curva epidemiologica. Da quattro settimane, i contagi diminuiscono. E l'andamento della campagna vaccinale sta bloccando la diffusione dell'epidemia. Uno tra i massimi virologi a livello mondiale spiega che il peggio ormai è passato

Per il presidente dell’Aifa Giorgio Palù, tra i massimi virologi a livello mondiale, esistono buone ragioni per essere ottimisti: “Fare previsioni ora che ci confrontiamo con il primo coronavirus pandemico nella storia dell’umanità è quantomeno azzardato. Tre dati però sono significativi pensando in termini ottimistici: primo, le scuole sono aperte già da un mese e non c’è stato impatto sulla curva epidemica come invece era accaduto l’anno scorso con una crescita esponenziale dei casi a distanza di quindici giorni dall’apertura; secondo, assistiamo a un continuo regresso della curva dei contagi almeno da quattro settimane con un Rt ben al di sotto dell’1; terzo, l’alta copertura vaccinale sta bloccando l’espansione pandemica”. 


Professore, nel Regno unito il green pass non esiste e i contagi tornano ad aumentare, circa quarantamila al giorno: esiste un nesso? “E’ vero, la Gran Bretagna ha un elevato numero di contagi giornalieri ma poche ospedalizzazioni e decessi. I motivi sono molteplici. Pur avendo cominciato a vaccinare prima di noi, i britannici hanno raggiunto una minore copertura della popolazione; inoltre, hanno deciso di non vaccinare subito gli adolescenti e hanno tolto precocemente le restrizioni e le mascherine nei luoghi al chiuso, e non fanno uso di green pass. Hanno puntato sin dall’inizio a proteggere i gracili e gli anziani col vaccino, confidano pragmaticamente nell’immunizzazione naturale della popolazione meno a rischio di malattie gravi, vale a dire giovani e bambini”. 


Il virus quando diventerà endemico? Lei ha detto che nessuna pandemia nella storia è durata più di due anni. “Che le pandemie durassero in genere un biennio era vero per le malattie causate da batteri e virus responsabili di infezioni acute ad alta virulenza: peste, vaiolo, influenza. Oggi vivono otto miliardi di persone sul pianeta; la globalizzazione non lascia aree di popolazione isolate dal contagio e fa venir meno lo stesso concetto di immunità di gregge. In alcuni paesi europei l’alto tasso di vaccinazione sta già rendendo ‘endemico’ Sars-CoV-2, cioè un virus che persiste con bassa circolazione. Non avviene lo stesso in Romania, Bulgaria, Russia, paesi con insufficiente copertura vaccinale ove si assiste a un alto numero di casi incidenti con elevata letalità. Un dato incoraggiante circa la possibile endemizzazione del virus è il fatto che la variante Delta, che è ancora responsiva al vaccino allestito col prototipo virale di Wuhan, sia diventata dominante nel globo senza essere stata ancora sostituita da altre varianti più immunoevasive; inoltre, c’è un limite strutturale alle possibili modificazioni della proteina S (la proteina che permette al virus di infettare la cellula e la componente stessa del vaccino). E’ verosimile che i parametri di patogenicità, contagiosità e immunoevasione non possono tutti insieme modificarsi senza che il virus non perda in fitness, cioè in capacità replicativa”. 


La terza dose andrebbe estesa a tutti o soltanto a categorie fragili e anziani? “Le indicazioni attuali del Comitato tecnico scientifico e del ministero della Salute, che la limitano alle categorie fragili, sono quelle corrette e coerenti con la biologia del virus e con i dati clinici di morbosità e letalità”. Sugli ultracinquantenni ancora non vaccinati, quanto hanno inciso i messaggi discordanti su AstraZeneca? “Ha sicuramente disorientato la gente un’informazione che trascura che la scienza è in continua evoluzione. La vaccinazione di milioni di persone può fornire indicazioni che i trial clinici autorizzativi non danno. Bisognerà migliorare la comunicazione scientifica ricorrendo a esperti veri, giornalisti specializzati e interlocutori istituzionali”. 


I vaccinati con Sputnik e Sinovac: lei estenderebbe anche a loro il green pass? “Sputnik e Sinovac non sono ancora autorizzati dalle nostre agenzie regolatorie”. Le donne in gravidanza o in allattamento: ci dice una parola chiara sul vaccino per loro? “Tutti i dati ottenuti sino a oggi in centinaia di migliaia di donne gravide e che allattano danno garanzie di sicurezza per i vaccini anti Covid. Il nostro ministero usa cautela sulla vaccinazione nel primo trimestre per possibili reazioni febbrili della madre che potrebbero ripercuotersi sullo sviluppo dell’embrione, anche se tale evento non è documentato con certezza”. 

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