La discussione
La terza dose per tutti è "verosimile" e si farà "entro l'anno"
Il presidente dell'Istituto superiore di sanità Brusaferro apre la strada verso una nuova somministrazione e dice: "Valutare la persistenza della risposta immunitaria in tutta la popolazione". Per Sileri "è la strategia vincente". E le regioni sono pronte per la parte organizzativa
Brusaferro (Iss): "Terza dose per tutti scenario verosimile"
La discussione è aperta, e certamente ci sarà da discutere ancora. Ma la direzione sembra chiara: la terza dose per tutta la popolazione “è uno scenario verosimile”. Ad indicarla, ieri, è stato Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità e portavoce del Comitato tecnico scientifico. D'altra parte il contesto è leggermente cambiato nell'ultima settimana, con il numero dei contagi che aumentano, e con un lieve peggioramento dei principali indicatori pandemici, come emerso nel consueto monitoraggio del venerdì. E allora meglio non farsi cogliere impreparati, continuando ad “acquisire dati, monitorare, valutare la persistenza della risposta immunitaria in tutta la popolazione. E quando avremo evidenze scientifiche queste verranno declinate in chiave operativa”, ha aggiunto Brusaferro aprendo di fatto le porte alla terza somministrazione. Che ad oggi viene raccomandata, oltre che per i soggetti più fragili e per il personale sanitario, per tutti gli over 60.
Sulla esatta durata dell'immunità gli studi sono ancora in corso, ma è certo che questa vada scemando dopo “alcuni mesi”, come si legge sul sito dell'Iss, verosimilmente tra i 6 e i 9 mesi. E considerando che la campagna vaccinale in Italia è partita a gennaio, l'inverno alle porte, e le non rassicuranti indicazioni che arrivano dall'Inghilterra, dove il numero dei contagi negli ultimi giorni supera i 40mila, si capisce meglio il senso delle affermazioni del rappresentante del Cts. Parole che hanno trovato questa mattina una sponda in Pierpaolo Sileri, che parlando a Radio Capital ha dato anche un'indicazione di massima sulle tempistiche. “Bisogna puntare alla terza dose per tutti. Entro l'anno si procederà. Abbiamo iniziato con il personale sanitario e over 80-70, le dosi aggiuntive verranno scaglionate rispetto a quando ognuno ha fatto la prima o la seconda dose precedente", ha detto il sottosegretario alla Salute, chiarendo inoltre che nel caso del vaccino Johnson & Johnson, che non verrà più somministrato così come AstraZeneca, "si procederà a una vaccinazione eterologa con Moderna o Pfizer. Lo scenario sta mutando, abbiamo impostato l'utilizzo della terza dose preventivamente ed è una strategia vincente”.
Ed è proprio in questo senso che ieri si è mossa anche la Food and Drag administration, l'ente regolatore americano, spianando la strada alla seconda somministrazione del vaccino Janssen. Una via che imboccherà presto, con tutta probabilità anche l'Ema, dopo che ieri "Il comitato per i medicinali per uso umano ha concluso che una dose di richiamo del vaccino Spikevax di Moderna contro il Covid-19 puoò essere presa in considerazione nelle persone di età pari o superiore a 18 anni". L'agenzia europea ha inoltre spiegato che la somministrazione dovrà "consistere nella metà della dose utilizzata per la vaccinazione primaria”. I dati, ha spiegato ancora l'agenzia europea, mostrano come questo tipo di richiamo, effettuato dopo 6-8 mesi, permetta di aumentare i livelli di anticorpi, “che stavano diminuendo”, dopo la seconda dose.
La Campagna vaccinale
Mentre Massimiliamo Fedriga, presidente del Friuli-Venezia Giulia e a capo della Conferenza delle regioni, ha già fatto sapere che “le regioni sono assolutamente pronte” a organizzare la nuova fase della campagna, è stato immunizzato l'82,29 per cento degli italiani over 12, mentre tenendo conto della prima dose si sale fino all'86,10. Quanto alle terze dosi, il cosiddetto booster è stato somministrato in 889.403 casi, ovvero il 29,76 per cento della platea individuata.
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