Una campagna da Oscar
Palazzo Adriano, città Covid free: "I vaccini come una festa popolare". Parla il sindaco Granà
Nel comune siciliano, dove Tornatore ha girato "Nuovo cinema paradiso", il 100 per cento della popolazione è immunizzato: "Oggi si vive normalmente. Grazie alla collaborazione tra istituzioni e al senso di comunità. E ora pronti per la terza dose". Il primo cittadino racconta il successo del suo modello
“Non so fino a quando durerà, ma quello che succede qui oggi è che si vive normalmente, dalla domenica in piazza alla messa in chiesa, fino ai bambini che giocano in giro. Tutto in maniera molto spensierata”. E succede almeno da tre mesi, da quando cioè a Palazzo Adriano, piccola comunità nel palermitano resa celebre da “Nuovo cinema paradiso”, il film da Oscar di Giuseppe Tornatore, non si registra un solo contagio. Il motivo è molto semplice: qui il tasso di vaccinazione è del 100 per cento, Covid free, primato condiviso con un’altra città dell’isola, Roccafiorita in provincia di Messina. Un risultato, quello di Palazzo Adriano, che Nicolò Granà, dal 2018 sindaco di questo borgo che conta circa 2mila abitanti, rivendica con grande orgoglio, parlando con il Foglio: “Siamo veramente contenti di questo traguardo, perché questa è una comunità piccola ma unita, che ha voluto fortemente la vaccinazione”. E per di più in un contesto come quello siciliano dove il tasso di immunizzazione si aggira attorno all’80 per cento, il peggiore tra i dati regionali, e dove per esempio comuni come Limina e Monforte San Giorgio sono passati di recente in zona arancione.
“Siamo stati bravi a portare i vaccini ‘a casa’, ovviamente grazie alla collaborazione tra istituzioni, coinvolgendo medici e infermieri, l’amministrazione, l’esercito e l’Azienda sanitaria provinciale di Palermo”, dice Granà, che ci tiene a condividere i meriti con chi ha lavorato al suo fianco in questi mesi. Poi spiega come un ruolo fondamentale per arrivare all’immunità totale, l’abbiano giocato proprio i suoi cittadini: “C’è stato, da parte di tutti, un grandissimo desiderio di uscire dalla pandemia. Vogliamo vivere nel modo più sociale possibile, era il ragionamento che si faceva in piazza. E la soluzione è quella di vaccinarsi”.
Un’impresa nemmeno così facile, considerata la geografia di Palazzo Adriano, nell’entroterra siciliano, che sorge un un altopiano accanto al Monte delle Rose. E anche tenuto conto che le strutture sono quelle che sono, pensate per qualche migliaia di anime, mica per una epidemia del genere. Per questo si è ricorso al modello open day, utilizzando la piazza del paese. “Ne abbiamo organizzati cinque, tra prime e seconde dosi. Hub temporanei, gestiti dal personale dell’Asp, che va praticamente in tour, per raggiungere i comuni più lontani”, racconta ancora Granà, che di quelle giornate ricorda e sottolinea soprattutto il clima delle grandi occasioni: “La popolazione è venuta a vaccinarsi come se fosse una festa popolare. Tutti hanno fatto la propria parte, innescando il passaparola che alla fine ha convinto tutti. E pensi, in alcuni casi abbiamo mandato pure i Vigili urbani a Palermo a recuperare nuove dosi, perché il numero di vaccinati, a fine giornata è stato ben superiore a quello delle prenotazioni iniziali. Abbiamo innescato un meccanismo di grande entusiasmo”.
Un entusiasmo contagioso, verrebbe da dire, che arriva dopo le pagine più buie che hanno coinvolto la città, commissariata qualche anno fa per infiltrazioni mafiose. “Anche questo può aver fatto la sua parte, la voglia di rivalsa: e il risultato sui vaccini, che fa parlare bene del nostro paese, allontana lo spauracchio di quel che successo”. E non solo, perché nel rendere Palazzo Adriano una città da oscar (del vaccino), il sindaco Granà coglie anche una sorta di riscatto sociale e culturale: “A volte si pensa che solo nei grandi centri ci siano le comunità più emancipate e più moderne. E invece noi smentiamo questa visione. In un posto lontano, dove si vive di campagna, pastorizia e semplici attività, abbiamo dato dimostrazione di una civiltà grandissima”.
L’importante allora è non fermarsi adesso, con la campagna per i richiami già in atto e che da lunedì sarà aperta anche agli over 40. “A breve ci saranno nuove giornate dedicate ai vaccini, dovremmo partire tra una settimana, dieci giorni al massimo”, conclude il primo cittadino, senza nascondere la (meritata) soddisfazione: “Stiamo aspettando la conferma dell’Asp, arriverà da Palermo una nuova carovana di medici e infermieri che accoglieremo nei locali comunali, per le terze dosi. Siamo pronti”.
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