Terza dose più rapida e aumento delle capienze: l'esempio del Lazio contro la quarta ondata
Aumentano i casi in Italia e anche nel Lazio, ma i vaccini riescono a contenere la diffusione del virus. Nel frattempo, si ampliano i reparti per il ricovero e le terapie intensive a scopo precauzionale. E si spinge su richiami più rapidi per la terza dose
Aumentano i nuovi casi di Covid anche in Italia, seppur con numeri ben più contenuti rispetto al centro e nord Europa. Anche nella giornata di ieri è stata superata quota 10mila contagi. La situazione al momento risulta però ancora sotto controllo, sia a livello nazionale che locale. In particolare nel Lazio, sembrano essere senza fondamento alcuni allarmi circolati nelle ultime ore sulla presunta capienza al limite, a causa dell’alto numero di pazienti Covid, all’Istituto Spallanzani e al Policlinico Gemelli.
Per comprendere meglio l’attuale situazione basta sottolineare come oggi, rispetto allo stesso giorno di un anno fa, nel Lazio vi siano 1.777 casi in meno, 2.459 ricoverati in meno in area medica e 241 ricoverati in meno in terapia intensiva. E tutto questo grazie ai vaccini che hanno inoltre contribuito ad evitare circa 2 mila decessi nella regione negli ultimi sei mesi. A tal proposito, come spiegato dall’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, oggi “il 75% di chi è ricoverato in terapia intensiva, o non è vaccinato o non ha completato il percorso di vaccinazione”.
Come ci confermano dalla Regione, la situazione è ad ogni modo ancora sotto controllo. “Siamo sotto soglia per quanto riguarda il numero di pazienti Covid ricoverati, con ancora un buon margine di gestione. Alcune strutture possono essere maggiormente sotto stress rispetto ad altre ma i numeri sono buoni”. E questo perché ogni struttura sanitaria funziona a “fisarmonica”. Nel caso in cui si dovesse arrivare ad una condizione di saturazione dei reparti dedicati ai soli pazienti Covid, a quel punto si attiverebbero nuovi posti letto in altri reparti fino ad arrivare ai “massimali” della regione. In tal senso in queste settimane si sta ampliando la rete regionale per arrivare a 1500 posti letto massimali dedicati ai ricoveri di area medica per i pazienti Covid, e 250 posti letto nelle terapie intensive. L’organizzazione procede però senza particolari stress visto che al momento “non c’è alcuna necessità immediata di avere a disposizioni questi numeri”.
Piuttosto, l’assessore D’Amato spinge per un immediato ampliamento dell’offerta della terza dose di vaccino contro il Covid riducendo a 5 mesi l’intervallo temporale tra l’ultima somministrazione ed il nuovo richiamo. “Occorre subito procedere con i richiami per tutti, possibilmente anticipando anche a 150 giorni, come consigliato anche dalla Commissione tedesca sui vaccini Stiko, in maniera tale da poter superare il periodo invernale, maggiormente critico. E’ il momento di tenere la guardia alta, ma anche i nervi saldi. Siamo come una autovettura che viaggia oggi in terza marcia. L’obiettivo, aumentando i richiami, è quello di scalare verso la seconda marcia, ovvero rallentare la crescita. I nostri tecnici ci dicono che è possibile farlo nelle prossime tre settimane, ma è necessario correre con i richiami tant’è vero che un timido segnale positivo risulta dal calo, dopo diverse settimane, del valore Rt”, conclude D’Amato.