verso il Cdm
Oggi è il giorno del super green pass. Il governo spinge sull'obbligo vaccinale
Dopo il personale sanitario, potrebbe toccare a forze dell'ordine, scuola e pubblico impiego. Via libera alle restrizioni solo per i non vaccinati. Certificazione verde anche sui treni regionali. Il nuovo decreto potrebbe entrare in vigore già da lunedì
È il giorno del super green pass: entro questa sera il governo dovrebbe varare la nuova stretta, dopo una giornata fitta di incontri, con la Cabina di regia che dovrebbe essere allargata ai rappresentanti del Comitato tecnico scientifico, un passaggio con le regioni e infine con il Consiglio dei ministri che metterà nero su bianco le risultanze dei confronti e delle mediazioni che vanno avanti ormai dalla scorsa settimana.
L'impianto generale del nuovo decreto, il principio che i non vaccinati vadano penalizzati rispetto a chi ha seguito le raccomandazioni della scienza, non è in discussione: solo in questo modo, è il ragionamento tra i banchi del governo, è possibile salvaguardare e conciliare la ripresa economica con le esigenze di socialità, che in vista del Natale acquisiranno un peso sempre più grande rispetto all'andamento dei contagi, anche ieri sopra quota 10mila. Negli incontri di oggi si tratterà di definire se le nuove limitazioni selettive, che riguarderanno le attività sociali e culturali, debbano valere già in zona bianca e in zona gialla oppure solo a partire da quella arancione, ovvero quando le restrizioni iniziano a farsi significative. Nelle ultime ore, mentre il Friuli-Venezia Giulia va verso il cambio di colore già a partire da lunedì, il fronte dei governatori che vorrebbero limitazioni ai non vaccinati a prescindere dai colori è cresciuto, mentre i presidenti delle regioni a guida Lega, in accordo con Salvini, chiedono che la stretta arrivi solo in seguito al peggioramento dei dati. In ogni caso il lavoro non sarà toccato dalle nuove misure, si potrà ancora ricorrere al tampone, sebbene la validità scenderà molto probabilmente a 24 ore per l'antigenico e a 48 per il molecolare.
Ciò che invece pare certo è che la durata del green pass sarà ridotta: non più 12 mesi ma al massimo 9. Il Cts, sulla base della valutazioni sulla copertura vaccinale, indica che 6 mesi sarebbe la tempistica più sicura. Difficile che si segua questa strada, più probabile invece una sintesi che porti la certificazione verde a valere 7-8 mesi. Contestualmente, per spingere ancora la campagna vaccinale, si procederà all'obbligo vaccinale per alcune categorie (Draghi non ritiene ancora ci siano le condizioni per quello generale, preferisce essere cauto): certamente per il personale sanitario e Rsa, poi la valutazione riguarderà le forze dell'ordine e probabilmente anche docenti e collaboratori di scuole e università. E prende piede anche l'ipotesi dell'obbligo per il personale del pubblico impiego, in particolare per chi lavora allo sportello, come d'altra parte ha dichiarato a più riprese il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, Un tema rilanciato questa mattina, in un'intervista al Corriere, dalla senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli che vorrebbe allargare la platea anche ai privati: "Il vaccino va reso obbligatorio per forze dell’ordine, insegnanti e personale scolastico e per i lavoratori, sia pubblici che privati, che svolgono attività di front office e sono, quindi, a contatto col pubblico".
L'altro grande nodo riguarda la questione trasporti: permettere l'accesso al trasporto urbano solo a chi è provvisto di green pass è per il momento impraticabile, impossibili i controlli. Per i bus insomma, bisognerà ancora attendere. Invece la certificazione verde dovrebbe diventare indispensabile per autobus e treni di media percorrenza, i regionali, per cui fino a oggi non era necessaria nessuna documentazione. Sono questi i mezzi di trasporto usati in principal modo dai pendolari, gli stessi che ricorrono poi a tram e metro, una della grandi criticità irrisolte sin dal l'inizio della pandemia nella diffusione del virus, che di riflesso dovrebbero così acquisire un minimo di sicurezza in più. In questo quadro, l'ultima questione da risolvere sarà quella dell'entrata in vigore delle nuove misure, che qualcuno vorrebbe operative già da lunedì 29 novembre. È il caso per esempio del ministro Roberto Speranza. L'alternativa è aspettare la settimana successiva con il rischio - fanno notare i più intransigenti - di perdere una settimana decisiva, con il Natale dietro l'angolo.
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