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La risposta internazionale

Così l'Ue e Pfizer-BioNTech inseguono la variante sudafricana

Dopo i primi casi in Belgio e il crollo delle Borse, von der Leyen è pronta a dare lo stop d'emergenza ai viaggi aerei a rischio. Poi si rivolge alle case farmaceutiche, e Pfizer risponde: "Già al lavoro per aggiornare il vaccino"

Quasi due anni di pandemia ci hanno insegnato che la lotta al Covid è questione di reattività: il virus scappa, tra nuovi contagi e nuove varianti, l'umanità lo riprende, restrizioni e vaccini. Più tempo ci vuole a colmare il gap, più gli effetti reali sono significativi. Per questo la scoperta in Sud Africa della cosiddetta variante B.1.1.529, con oltre 30 mutazioni sulla proteina spike, ha messo l'Oms e la comunità scientifica sull'attenti. Il rischio di una configurazione del virus più contagiosa e più capace di sfuggire agli anticorpi esiste e non si sa ancora quanto sia probabile. Ma il mondo, nel pieno del lungo percorso verso l'immunizzazione di massa, non può permettersi passi indietro. "È fondamentale agire in maniera rapida, coordinata e unita", ha esortato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. "Abbiamo proposto di attivare il freno di emergenza sui voli provenienti dall'Africa australe e tutti i paesi colpiti. In attesa di ricevere maggiori informazioni sulla variante, tutti i viaggiatori in provenienza da questi paesi dovrebbero essere sottoposti a quarantena".

 

Ma la nuova variante ha già varcato i confini continentali. Sono stati segnalati dei casi in Israele e nelle ultime ore anche in Belgio: "Abbiamo rilevato il contagio di una persona non vaccinata di ritorno dall'estero", ha ammesso il ministro della Salute Frank Vandenbroucke. Si tratta del primo caso in Europa, accolto con un tonfo dai mercati globali. Anche per questo von der Leyen ha fatto appello alle case farmaceutiche impegnate nella lotta al virus: "I contratti stipulati dalla Commissione europea con i produttori dei vaccini prevedono che questi siano immediatamente adattati per fronteggiare nuove varianti del virus", ha sottolineato. "L'Europa ha già preso le sue precauzioni a riguardo".

 

Anche Pfizer-BioNTech si è subito attivata: i portavoce della società hanno spiegato a Agence France-Presse che "i laboratori si sono attrezzati diversi mesi fa per aggiornare il vaccino in meno di sei settimane". Dovrebbe dunque essere possibile consegnare le prime dosi entro 100 giorni dall'emergere di una nuova mutazione. "Abbiamo immediatamente avviato studi sulla variante B.1.1.529, nettamente diversa da quelle già conosciute per le sue mutazioni aggiuntive sulla proteina spike. Al più tardi entro due settimane saremo in grado di avere i primi risultati dei test sull'efficacia specifica del vaccino sulla nuova variante". L'inseguimento al virus continua.

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