Il Foglio salute
Una stretta sui No vax. Intervento necessario per salute ed economia: bisogna immunizzarsi
In termini di salute pubblica i tamponi non servono. L’unica arma che abbiamo per contrastare la quarta ondata sono i vaccini
Inutile girarci intorno: la stretta per i No vax è ormai inevitabile, e senza tirare in ballo questioni filosofiche, peraltro molto affascinanti, a fare da riferimento sono i numeri. Numeri che in questi giorni ci parlano di una situazione che se ancora non è allarmante va comunque monitorata con molta attenzione – sono otto le Regioni dove è in crescita l’occupazione dei posti letto in area medica e sei quelle dove aumentano i pazienti in terapia intensiva – con l’occhio puntato sempre verso i paesi che ci sono vicini, si vedano Austria e Germania, dove tra chiusure forzate e reparti in allerta non c’è granché da star sereni.
In Italia la linea è chiara: la rimodulazione del green pass in termini di durata e tipologia lascia pochi spiragli a chi fino a oggi ha puntato sui tamponi per poter accedere a luoghi altrimenti preclusi. Ho avuto modo più volte di dire che i tamponi arricchiscono chi li produce, ma che in termini di salute pubblica, questa sconosciuta, l’unica arma che abbiamo per contrastare la quarta ondata di Covid, al netto della stagione invernale che non aiuta, sia il vaccino. E in questo senso il governo sta spingendo per accelerare la somministrazione delle terze dosi che potrebbero essere inoculate non più dopo sei mesi ma dopo cinque, in modo da ottenere una copertura massiva in tempi rapidi, ma ovviamente lo scontento c’è, si respira e si ascolta nei bar, per le strade. A monte ci sono gli ormai famosi e tristemente noti problemi di centralizzazione della comunicazione istituzionale che fin dall’inizio della campagna vaccinale – ma in realtà si può andare indietro fino all’inizio della pandemia in cui arrivavano informazioni caotiche e spesso in contrasto tra loro – e lo sforzo che si sta facendo ora per procedere compatti e seguendo una linea unica purtroppo non cancella gli scivoloni che sono stati fatti e che hanno prestato il fianco ai No vax. Ora però la musica cambia, e non lo dico per attaccare i No vax, ma per sostenere il concetto di salute: bisogna immunizzarsi, e questo è.
Vedremo meno file fuori dalle farmacie, e più soldi nelle tasche degli italiani probabilmente. Quello che deve essere chiaro è che questa manovra non è fatta per penalizzare, ma anzi per salvaguardare non solo da un punto di vista sanitario ma anche economico: chi vorrebbe rivedere le attività commerciali chiuse, o chi vorrebbe vedersi cancellare la settimana bianca perché gli impianti non possono lavorare? Nessuno, credo. Eppure questi temi sembrano non essere sufficienti a motivare gli irriducibili, quello che vedono i complotti, quelli che pensano alla lobby dei Big Pharma, quelli che si domandano quali effetti potrà avere il vaccino fra trent’anni – come se a prepararlo fosse stato l’apprendista stregone – e non si domandano quali potrebbero essere invece gli effetti del Covid. Quelli che si fissano con le terapie domiciliari e non capiscono che il punto è non ammalarsi, o che se accade è meglio che sia in maniera lieve.
Rosaria Iardino, presidente Fondazione The Bridge
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