Guida galattica contro gli antivaccinisti: come arginare le fake news di Cacciari
Massimo Cacciari viene spesso invitato in tv per esprimere opinioni alternative su Covid e vaccini, ma a essere alternativi sono i fatti. Breve guida sulle più frequenti affermazioni false e infondate del filosofo
Il filosofo Massimo Cacciari viene sempre più spesso invitato nei media “mainstream” per esprimere opinioni “alternative” su Covid e vaccini. Il problema è che a essere alternativi non sono le opinioni, ma i fatti. Di seguito è una breve guida sulle sue esternazioni non veritiere più frequenti, utile per evitare a Cacciari di diffondere notizie infondate o agli intervistatori e interlocutori per correggerlo.
“Il 50 per cento delle persone in terapia intensiva è vaccinato”
Il dato di Cacciari è falso. Stando all’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, il 64,2 per cento dei posti letto di terapia intensiva dedicati al Covid è occupato da pazienti non vaccinati. Questo dato va però contestualizzato: Il 64,2 per cento afferisce a una platea di non vaccinati che è il 14 per cento della popolazione. La proporzione mostra che la protezione contro la malattia grave è incontrovertibile.
“Lo dice il premio Nobel Melòn”
Cacciari cita sempre questo scienziato come autorevole critico dei vaccini. Ma c’è un problema: non c’è un premio Nobel che si chiami Melòn. Esiste un premio Nobel per la Medicina di nome Craig Mello, che però non ha mai rilasciato dichiarazioni contrarie ai vaccini, anzi. Ed esiste Robert Malone, punto di riferimento dei No vax, che però non ha mai ricevuto alcun premio Nobel. Di cosa, ma soprattutto di chi, sta parlando Cacciari?
“Il Giappone ha sconfitto il Covid con il 20 per cento della popolazione vaccinata”
Questo dato, secondo Cacciari, dimostrerebbe l’inefficacia o la scarsa utilità dei vaccini. In realtà è il dato a essere inutile, perché falso. In Giappone la copertura vaccinale è al 79 per cento, un punto sopra l’Italia e il quadruplo rispetto al dato indicato dal filosofo. Quando nella puntata di “Otto e Mezzo” il giornalista Alessandro De Angelis gli ha fatta notare l’inesattezza del dato, Cacciari ha fornito una risposta sibillina: “Intendevo il dato vaccinale nelle popolazioni più basse, non quelle più alte”. Forse il 20 per cento si riferisca ai giapponesi vaccinati alti meno di un metro e cinquanta, ma non si capisce l’utilità del dato.
“Gli effetti del vaccino sulla diffusione del virus e sulle sue conseguenze cliniche si stanno annullando”
Non è così. Come dimostrano i dati dell’Istituto superiore di sanità, l’efficacia del vaccino è del 72 per cento nel prevenire il contagio e del 91 per cento nel prevenire la malattia severa e il decesso. Dopo sei mesi l’efficacia scende al 40 per cento contro il contagio e all’81 per cento contro la malattia grave. C’è una perdita di efficacia, non un annullamento, che però viene recuperata con la terza dose: il vaccino funziona, con il booster di più.
“Non mettono l’obbligo così non si assumono la responsabilità, loro e le case farmaceutiche”
L’affermazione di Cacciari è tre volte falsa. Primo: lo stato è responsabile per eventuali effetti avversi non solo per i vaccini obbligatori ma anche per quelli raccomandati (come quello anti Covid). Secondo: le case farmaceutiche non hanno alcuno “scudo”, sono comunque responsabili come per tutti gli altri farmaci non obbligatori. Terzo: lo stato ha introdotto l’obbligo sin dall’inizio, ad esempio per i sanitari, e l’ha appena esteso ad altre categorie (scuola e forze dell’ordine).
“Non sappiamo quanti posti letto di terapia intensiva sono occupati da pazienti Covid”
Secondo il filosofo i reparti di terapia intensiva italiani non sono in crisi perché i pazienti Covid sono solo alcune centinaia e dunque, se i posti letto si saturano, è a causa di altre patologie. Ebbene sì, dopo due anni di pandemia siamo forse riusciti a comprendere che esistono anche altre patologie, oltre agli interventi chirurgici programmati. Comunque i posti letto occupati dai pazienti Covid sono 698. E no, non si tratta di una dato tenuto nascosto: basterebbe consultare i bollettini quotidiani o aprire il portale Agenas dedicato.
“Non è un vaccino, l’ha detto il presidente della Bayern”
In realtà Stefan Oelrich, che non è il presidente della Bayer (né del Bayern di Monaco) ma un membro del cda della casa farmaceutica, al World Health Summit 2021 di Berlino si è limitato a illustrare gli sforzi dell’azienda nello sviluppo delle terapie cellulari e geniche, dicendo che devono seguire l’esempio offerto dalla ricerca e dallo sviluppo dei vaccini a mRna. Ma non ha mai detto che questi non sono vaccini.
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