I dati del monitoraggio
Covid, frena l'Rt ma aumentano incidenza e ricoveri. Alto Adige in giallo
L'indice di trasmissibilità scende leggermente a 1.20, mentre si registrano 155 casi ogni 100 mila abitanti. Lombardia, Marche, Veneto e Lazio rischiano di cambiare colore dal 13 dicembre. Costa smentisce l'ipotesi obbligo vaccinale per tutti i lavoratori: "Non è all'ordine del giorno. Si va avanti così"
Rezza: "Omicron in Italia non sta circolando"
Durante la conferenza stampa che ha illustrato il monitoraggio settimanale sull'andamento della pandemia, il direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza ha detto che "si parla tanto di variante Omicron, ma per ora, a parte un piccolo focolaio, non sta circolando" in Italia. Rezza ha però anche aggiunto che "si riprenderanno a fare le flash survey con l'Istituto superiore di sanità per monitorare l'andamento delle varianti". Il dirigente del ministero, rispondendo a una domanda sui vaccini per i bambini, ha specificato che "l'Aifa ha approvato il vaccino anti-Covid per uso pediatrico, adesso vanno date delle indicazioni e va fatta una circolare. Siamo in attesa delle note tecniche e sulla base di quelle cercheremo di dare delle indicazioni adeguate".
Alto Adige da lunedì in zona gialla
Da lunedì, quando entrerà in vigore in tutta Italia il super green pass anche l'Alto Adige passerà in zona gialla, raggiungendo il Friuli-Venezia Giulia, al momento unico territorio ad aver alzato il livello di restrizioni. Segno che l'epidemia continua la sua fase espansiva, sebbene con una velocità più ridotta rispetto all'Europa. L'indice di trasmissibilità Rt frena leggermente, questa settimana è stimato a 1,20 (era a 1,23), comunque oltre la soglia di allerta fissata a uno.
Cresce invece (e ancora) l'incidenza: si passa dai 125 casi ogni 100 mila abitanti di una settimana fa ai 155 odierni. E non a caso, ormai da una settimana, anche i contagi giornalieri sono stabilmente oltre quota 10mila. Uno scenario che, come riportato dalla bozza del monitoraggio Covid, discussa oggi dalla Cabina di regia dell'Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, si traduce in un aumento della pressione sugli ospedali. A livello di terapie intensive, il tasso di occupazione sale di oltre un punto percentuale, dal 6,2 per cento della rilevazione del 25 novembre, al 7,3 del monitoraggio odierno. Tendenza simile a quella dei ricoveri, che passano al 9,1 per cento (erano a 8,1 per cento).
Oltre a questo, si legge ancora nel documento, è “in forte aumento nell'ultima settimana il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione, indice di un tracciamento ormai in grande difficoltà. I casi di cui non si è riuscita a ricostruire l'origine sono stati 30.966 contro i 23.971 della settimana precedente”. Per tutte queste ragioni, e dopo le dichiarazioni della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, anche tra i banchi del governo si è fatta spazio l'ipotesi di allargare l'obbligo vaccinale, per ora riservato a sanitari, forze dell'ordine e personale scolastico, anche ad altre categorie di lavoratori.
Una prospettiva che per ora pare non aver riscosso grande entusiasmo nel premier Draghi, che la considera una delle ultime armi, solo nel caso in cui la situazione, oggi sotto controllo, dovesse prendere pieghe più preoccupanti. Lo scenario austriaco o tedesco è ancora lontano, mentre si avvicinano scadenza importanti dal punto di vista politico, dalla legge di bilancio al Quirinale, che suggeriscono di non inasprire il clima parlamentare. Senza considerare che in Italia la quota di vaccinati è quasi al 90 per cento e presto si partirà con le somministrazioni under 12. E in questo senso vanno intese anche le parole del sottosegretario alla Salute Costa: "Ad oggi l'obbligo vaccinale non è all'ordine del giorno. L'Italia, rispetto ad altri paesi europei, ha già affrontato questo tema. Siamo pronti anche ad altre valutazioni, ma ora si va avanti cosi".
Le Regioni: Alto Adige in giallo da lunedì. Preoccupano Lombardia, Marche, Veneto e Lazio
L'assessore alla Salute Thomas Widmman, l'aveva annunciato già in settimana: da lunedì l'Alto Adige sarà giallo. E d'altra parte a Bolzano alcune restrizioni come la mascherina all'aperto erano state già introdotte, così come in una ventina di comuni della zona era stato imposto il lockdown. La provincia autonoma presenta un'incidenza di 645,7 per centomila abitanti, la più alta d'Italia, con ricoveri ordinari al 19,8 per cento e terapie intensive al 17,5 per cento (le soglie sono fissate rispettivamente al 15 e al 10 per cento). E anche in Friuli i numeri continuano a destare preoccupazione, vicine al 15 per cento le intensive e i ricoveri al 23 per cento. Numeri che in prospettiva potrebbero portare presto alla zona arancione.
Quello di Bolzano dovrebbe essere comunque l'unico cambio di colore di oggi. Ma, sebbene il report ministeriale riferisca che solo “una regione risulta classificata a rischio basso, mentre 20 tra regioni e province autonome risultano a rischio moderato”, nelle prossime settimane più di un territorio potrebbe alzare il livello delle restrizioni. È il caso della Lombardia (intensive al 7.3 e ricoveri al 13.4 per cento), del Lazio ( 7.8 e 10.8 per cento), di Veneto (8,9 e 10.5 per cento) e delle Marche (9.5 per cento e 12 per cento). Per il cambio di colore, occorre andare oltre i tre valori di guardia: occupazione terapie intensive oltre il 10 per cento, ricoveri oltre il 15 per cento, e incidenza più alta di 50 casi. E rispetto a quest'ultimo indicatore, solo quattro regioni sono al di sotto della soglia: Basilicata, Molise, Puglia e Sardegna
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