Il colloquio
Il sottosegretario Costa ci spiega perché incontrerà i no vax. "Il governo deve convincere i dubbiosi"
L'esponente dell'esecutivo vedrà a La Spezia il leader dei No green pass locali. "E' dovere della politica provare ad ascoltare e instaurare un dialogo. La gran parte di chi non si è vaccinato è spaventata. Dobbiamo farcene carico"
Convincere e rassicurare i tanti italiani ancora impauriti e vittime delle fake news sui vaccini contro il Covid. Ma anche imparare dagli errori del passato provando a rafforzare una comunicazione efficace sull’importanza della campagna vaccinale. Questi gli obiettivi del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, esponente di Noi con l’Italia. E proprio in questo contesto va inquadrato un incontro che si terrà a La Spezia il prossimo 18 dicembre che verrà per protagonisti il sottosegretario Costa e il coordinatore locale dei “No green Pass”, Luca Locci. Incontro annunciato oggi, primo giorno dell’entrate in vigore del “super” Green Pass.
“Occorre chiarire innanzitutto che questa iniziativa è nata da un invito di un’associazione del territorio ligure a cui io ho dato la mia disponibilità per un incontro – spiega Costa –. La responsabilità di provare a recuperare il dialogo con i dubbiosi non può che essere una prerogativa della parte moderata della maggioranza, di cui faccio parte attraverso Noi con l’Italia, sua importante espressione. Sono profondamente convinto, infatti, che sia dovere della politica ascoltare e provare ad instaurare un dialogo anche con chi esprime il proprio dissenso per le politiche del Governo, nella convinzione che gran parte di coloro che ad oggi hanno scelto di non vaccinarsi è composta da cittadini incerti e spaventati che provano paura e preoccupazione. Ed è compito della politica e delle istituzioni farsi carico delle risposte e delle iniziative, anche delle più lontane e apparentemente incomprensibili, fornendo la migliore e più corretta informazione possibile, veicolando messaggi univoci, rassicuranti, servendosi delle evidenze scientifiche, dei dati e dei numeri che dimostrano l’efficacia del vaccino e della campagna vaccinale”.
Per il sottosegretario non si può quindi ricorrere ad eccessive semplificazioni bollando come ‘no vax’ tutti quei milioni di italiani ancora non vaccinati. Una buona parte di questi può essere ancora convinta con la ragione e la forza dei dati. “Penso, per esempio, al confronto con un anno fa, quando non avevamo il vaccino. Oggi muore il 93% in meno dei pazienti e vengono ricoverati in terapia intensiva l’83% in meno rispetto all’anno scorso. O ancora, basterebbe osservare quanto sta accadendo negli altri Paesi europei a noi vicini, in termini di contagi e di nuovi lockdown. Mi rendo conto, però, che con quella quota, a mio avviso più piccola, definibile ‘no vax’ è molto più complicato discutere soprattutto se negano l’esistenza di un virus, che solo in Italia ha causato oltre 130 mila morti, o addirittura se pensano sia tutto frutto di un complotto internazionale. E questo senza aver alcun elemento reale che possa suffragare le proprie teorie”, spiega Costa.
C’è dunque da fare una netta distinzione. Il target di riferimento non possono essere quei gruppi radicalizzati protagonisti di violenze rimbalzate agli onori della cronaca negli ultimi mesi, o magari i sostenitori di teorie del complotto. Ma per quanto riguarda gli altri “anche convincere una sola persona tra i dubbiosi rappresenterebbe un segnale importante per il bene della collettività”. Quanto poi alla volontà di puntare su una migliore comunicazione: “Molto in questi mesi è stato fatto, provando anche a recuperare errori del passato – sottolinea il sottosegretario –. Nell’ultimo decreto legge è stata indicata in maniera esplicita e netta la volontà di potenziare la campagna di comunicazione in favore della vaccinazione, allo scopo di informare, sensibilizzare e formare i cittadini su questo tema. Nel dettaglio, al momento non sono previsti cicli di incontri o campagne mirate da parte del Ministero. Il Governo è impegnato quotidianamente nel gestire la pandemia impiegando tutte le risorse e le strategie migliori e necessarie. Questa, nello specifico, è un’iniziativa a cui mi sono sentito di rispondere affermativamente perché ritengo che un segnale di disponibilità, di ascolto, di distensione da parte del decisore politico possa testimoniare la vicinanza delle istituzioni a tutti i cittadini e rendere meno aggressivo il confronto”.
Evitare lo scontro per far valere le evidenze scientifiche dunque. Con l’obiettivo di vincere la paura. “Con il passare dei mesi però aumentano sempre più le evidenze che confermano l’efficacia del vaccino e gli effetti positivi che ha nel prevenire la forma grave della malattia che può comportare ricovero in terapia intensiva e in alcuni casi anche il decesso. Anche dal punto di vista degli effetti avversi, i riscontri sono tutti più che positivi, considerando l’alto numero delle somministrazioni, che in Italia hanno raggiunto quasi 100 milioni, e la limitatissima frequenza di eventi avversi. La paura si potrebbe sconfiggere anche solo analizzando gli ultimi dati dell’Istituto superiore di sanità che confermano come il 90% dei ricoverati attualmente in terapia intensiva sia non vaccinato. Tutti elementi di facile comprensione che dovrebbero essere utilizzati anche dalla politica per effettuare un'opera di sensibilizzazione su chi non è ancora convinto”, ha ricordato Costa.
Il sottosegretario ha poi sottolineato i dati di incremento delle prime dosi – solo nell’ultima settimana si è registrato un incremento del 41% – a dimostrazione che almeno una parte dei dubbiosi si stia già convincendo e “basterebbe poi vedere cosa accade negli altri Paesi europei, dove la percentuale di vaccinazione è molto più bassa della nostra, in alcuni casi di 10-15 punti, e la pressione sugli ospedali è tornata altissima, quasi ai livelli delle prime ondate”. Ed anche in questo un ruolo decisivo è stato giocato dal green pass. “Ritengo corretto che a chi ha creduto nella strategia del governo, nella scienza, aderendo alla campagna di vaccinazione, dovesse essere garantito un ritorno alla normalità, senza che pagasse le scelte individualistiche di altri. Con questo comportamento virtuoso infatti non solo hanno messo in sicurezza la comunità ma hanno anche permesso la graduale ripresa economica del Paese. Siamo di fronte ad uno strumento importante e utile nel contenimento della pandemia, non un ricatto o un obbligo vaccinale mascherato – conclude Costa –. Anche su questo punto, infatti, come Governo, non ci siamo di certo tirati indietro: siamo stati il primo Paese in Europa a individuare l’obbligo per il personale sanitario e per chi lavora nelle Rsa, e dal 15 novembre, lo abbiamo imposto anche a personale scolastico e forze dell’ordine. Ci siamo insomma già assunti la responsabilità di decidere e abbiamo fatto delle scelte chiare e inequivocabili".
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