Dati e numeri
Vax Day, a scuola o dal pediatra. Così le regioni organizzano le vaccinazioni per i bambini
Nel Lazio già registrati circa 20mila appuntamenti, in Lombardia oltre 40mila. La Campania punterà sulla somministrazione diretta, la Puglia porterà i vaccini nelle scuole. "Prenotazioni in crescita, segnali incoraggianti anche per i più piccoli", dice il ministro della Salute
Ci si muove in ordine sparso, e a diverse velocità, ma generalmente la risposta è stata positiva. E la prospettiva di passare una Natale a riparo dal virus, o per lo meno dai suoi effetti più gravi, per il momento pare funzionare. Da giovedì 16 dicembre, come annunciato dal generale Francesco Paolo Figliuolo, parte la campagna dedicata alla fascia d'età 5-11 anni, quella in cui più di tutte si è registrato nelle ultime settimane un significativo aumento dell'incidenza. E nelle ultime ore, le prenotazioni registrate dalle regioni sono state migliaia, sebbene in maniera non uniforme sul territorio italiano.
"I numeri delle vaccinazioni sono incoraggianti: le prenotazioni continuano a crescere e abbiamo segnali incoraggianti anche per la vaccinazione dei più piccoli", ha sottolineato questa mattina il ministro della Salute Roberto Speranza. “Il mio messaggio è chiaro: dobbiamo fidarci dei nostri pediatri, abbiamo in Italia i migliori del mondo. Su una scelta così delicata invito a fidarsi di loro, non è una materia da delegare ai social network, ai talk show, alle discussioni dei bar”, ha poi aggiunto, rivolgendosi ai genitori di quei 3,6 milioni di bambini destinatari della fase della campagna vaccinale.
E i numeri a cui fa riferimento il ministro della Salute sono quelli che arrivano dai territori che già dal weekend, o da ieri, hanno aperto le agende. Dal Lazio per esempio, che addirittura anticiperà a domani l'inizio delle somministrazioni con Vax Day specifico, dove in sole due ore le prenotazione sono state 19mila (un dato comunicato nella serata di ieri, e probabilmente già migliorato). O dalla Lombardia, dove le prenotazioni hanno superato quota 40mila. In Emilia-Romagna se ne contano circa 8mila, in Piemonte siamo intorno alle 12mila, in Toscana 20mila e in Veneto 6-7.000mila. Cifre ancora parziali, certamente, ma che sono stati accolte con ottimismo nei corridoi di Palazzo Chigi: il governo punta a immunizzare il 70 per cento della platea più giovane, una percentuale alta, tanto che già arrivare al 50 per cento sarebbe considerato un buon risultato. Speranza ha inoltre fatto sapere che il meccanismo del green pass non riguarderà i bambini.
Ma ci sono anche zone in cui la campagna 5-11 anni è partita più lentamente: è il caso della Sicilia che predisporrà strutture ad hoc, ma intanto ieri le prenotazioni sono state nell'ordine delle 2-300 a fronte di una popolazione di oltre 300mila giovanissimi. E poi ci sono altre aree dove ancora le registrazioni devono partire, come nelle Marche, che aprono domani, così come in Umbria. Qui, i bambini utilizzeranno punti vaccinali definiti “pediatrici” e altri hub con percorsi separati rispetto agli adulti. Attesa per domani anche l'apertura dei canali di prenotazione per Sardegna e Valle d'Aosta. E si sta muovendo anche la Calabria, che nelle intenzioni del presidente Roberto Occhiuto, utilizzerà strutture mobili nei pressi delle scuole e prediligerà il ricorso ai pediatri, che godo di un rapporto di fiducia con i genitori.
Hanno scelto invece un'altra strada la Campania – che, oltre al canale classico delle prenotazioni (ieri circa 3.300) punta alla somministrazione diretta – e la Puglia dove un ruolo centrale lo svolgeranno le scuole: in attesa di definire la gestione degli appuntamenti pediatrici, dopo professori e personale ata, si procederà direttamente negli istituti, che si trasformeranno temporaneamente in hub vaccinali. Una modalità che dovrà probabilmente essere poi riproposta periodicamente, considerando che per i 5-11enni il richiamo è previsto a distanza di 21 giorni.
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