Arginare Omicron
Il governo studia la stretta di Capodanno. E il green pass sarà valido solo per 6 mesi
Non più 9 mesi, la validità del certificato verde sarà ridotta. Ipotesi tamponi anche per i vaccinati per discoteche e feste di fine anno. Giovedì si riunisce la Cabina di regia
Le indicazioni che arrivano dalla scienza lo dicono chiaramente: occorre rimodulare, accorciare, la durata del green pass, oggi valido 9 mesi, e rivedere la strategia legata ai tamponi. Con la curva del contagio ormai in risalita da almeno due mesi, la variante Omicron che si appresta a diventare dominante, e il rischio di un Italia del tutto arancione già a inizio gennaio, “c'è un elemento di preoccupazione da parte del governo. Alcune scelte le abbiamo fatte, è stato prorogato lo stato di emergenza, alzato il livello di attenzione rispetto agli arrivi dall'estero. Valuteremo la congruità delle misure facendo una riflessione con i nostri scienziati”, ha detto ieri sera a Che tempo che fa il ministro della Salute Roberto Speranza, spiegando che “solo giovedì sulla base dei dati faremo la nostra valutazione”.
Green pass, la validità passa da 9 a 6 mesi
Il riferimento è alla Cabina di regia che proprio giovedì si riunirà per decidere l'intensità della nuova stretta, che ormai è data per scontata. Piuttosto si tratterà di capire dove e in che modo intervenire. A partire dal green pass, la cui validità sarà con ogni probabilità ridotta da 9 a 6 mesi, in linea con la copertura garantita dalla vaccinazione, che appunto inizia a scemare dopo 180 giorni. Speranza ha anche sottolineato che la terza dose resta “lo scudo migliore che abbiamo", ed anche è in questo quadro che va intesa la revisione del certificato verde, come un nuovo incentivo ai vaccini e alle dosi booster. E sempre per le stesse ragioni il meccanismo del super green pass, in scadenza metà gennaio, sarà allungato, come già anticipato da Chigi, almeno fino al 31 marzo.
E non è tutto, perché i tecnici saranno a chiamati a esprimersi anche sull'utilizzo dei tamponi: tra le ipotesi in campo, quella di richiedere i test anche ai vaccinati, se non per cinema e teatri che hanno già criticato questa eventualità, almeno per quei luoghi dove il rispetto del distanziamento è più difficile da garantire. E se per Natale sembra ormai molto difficile intervenire, proprio a causa dei tempi molto corti, la preoccupazione si rivolge ora principalmente a capodanno, a feste e discoteche: ed è proprio in relazione a questi eventi, si ragiona al ministero della Salute, che potrebbe essere richiesto un tampone, in aggiunta al super green pass (che è già indispensabile per le serate danzanti). Una stretta che in questo caso entrerebbe in vigore al massimo dal 27 dicembre, ma resta da capire se in maniera limitata alle festività o in maniera più estesa, allargandola per esempio anche agli stadi.
Il rischio per Palazzo Chigi è tuttavia che una scelta di questo genere possa in qualche modo sconfessare i continui appelli alla vaccinazione, che resta l'arma più efficace contro la pandemia, rivelandosi quasi un boomerang. Ad ogni modo, sono sempre di più le città, da Roma a Bologna, i cui sindaci hanno già annullato i grandi concerti in piazza previsti per fine anno. E sono sempre di più anche gli amministratori hanno disposto l'utilizzo della mascherina anche all'aperto, a prescindere dal colore della regione, anticipando eventuali obblighi che potrebbero essere decisi nell'incontro del 23 dicembre.
Per adesso il governo non introdurrà l'obbligo vaccinale
Non dovrebbero invece esserci cambiamenti dal punto di vista della mobilità pubblica, "non prevediamo di cambiare le norme per i trasporti nazionali e locali”, ha detto questa mattina Enrico Giovannini, in quanto “il green pass' è già una misura robusta. Bisogna inoltre sottolineare che "i controlli fatti anche sui treni regionali mostrano una parte molto contenuta (nell'ordine del 2 per cento) di controlli positivi, ovvero di persone sprovviste di certificato”, ha poi aggiunto il ministro delle Infrastrutture.
La stessa logica che verrà attuta rispetto all'obbligo vaccinale, una misura ritenuta dal governo ancora troppa drastica, e non proporzionale all'attuale situazione (l'obbligatorietà è comunque già prevista già per alcune categorie sensibili). Molto dipenderà dall'avanzata di Omicron, che nella prima flash survey dell'Istituto superiore di sanità, quella del 6 dicembre, era stata riscontrata in 4 casi. Saliti fino a 55 venerdì scorso, come segnalato da Silvio Brusaferro, in occasione del consueto monitoraggio settimanale. E in questo senso, sarà tutto più chiaro nelle prossime ore quando sono attesi i risultati della nuova indagine dell'Iss, sulla circolazione della variante: una fotografia aggiornata e più attendibile del contagio italiano. Tutte le prossime decisioni passeranno da qui.