la lettera
Tracciare non basta. Contro Omicron serve aumentare l'obbligo
Perché per fronteggiare la nuova variante il governo deve avere ancora più coraggio. Ci scrive l'assessore alla Sanità del Lazio
Al direttore - La campagna vaccinale è l’arma principale che abbiamo di contrasto alla pandemia e guai a tagliare il ramo dove siamo seduti o peggio dare messaggi sbagliati di sfiducia. Se non avessimo avuto i vaccini il quadro oggi sarebbe completamente diverso e molto più grave. Sono i numeri a dirlo, se prendiamo i decessi nella stessa settimana di un anno fa noi, nel Lazio, avevamo 358 decessi a fronte dei 79 attuali, di cui i due terzi non vaccinati e solo nella giornata di ieri 7 su 8 decessi non erano vaccinati. I due terzi è percentualmente rilevante ma se li ponderiamo al denominatore della platea interessata nella nostra regione, 390 mila non vaccinati a fronte dei 4,6 milioni di vaccinati, diventa rilevantissimo. Un fattore di rischio ponderato notevolmente più alto per i non vaccinati. Bisogna dunque alzare gli argini, contro Omicron, attraverso il perseguimento di alcune azioni prioritarie.
1) Correre veloci con le dosi booster, nel Lazio il 35 per cento degli adulti ha fatto il richiamo e superate complessivamente 1,6 milioni somministrazioni. Viaggiamo in media il 30 per cento in più del target dato dalla struttura commissariale.
2) Riportare RT sotto il valore 1, questo consentirebbe di raffreddare la curva, abbiamo un piccolo timido segnale questa settimana a 0,99 nel Lazio.
3) Utilizzare la pausa delle festività per vaccinare la fascia 5/11 anni in modo tale da dare una copertura per la ripresa in presenza delle attività scolastiche e formative.
4) Sollecitare le agenzie europee (Ema) e italiane (Aifa) alla decisione circa l’eventuale dose booster su gli adolescenti nella fascia 12/17 che attualmente sono rimasti nel limbo.
5) Aumentare la capacità di sequenziamento, il nostro paese ha un livello troppo basso. Se solo si alzasse il target nazionale al pari del Lazio questo, automaticamente, porterebbe a raddoppiare i casi sequenziati aumentando la capacità di tracciare le varianti in tutto il paese.
6) Aumentare le fasce di popolazione sottoposte alla obbligatorietà vaccinale valutando tutte quelle attività a maggior contatto con il pubblico, oltre quelle già indicate nel personale sanitario, scolastico e delle forze dell’ordine.
7) Mantenere alti i livelli di attenzione e controllo su distanziamenti e mascherine e rendere obbligatorio l’uso delle mascherine anche all’aperto.
8) Aggiornare il periodo di durata del green pass.
9) Utilizzare velocemente anche il nuovo vaccino Novavax, di cui siamo in attesa del piano consegne, che integra le armi disponibili con una maggiore flessibilità logistica e che potrebbe avere una accoglienza positiva anche in coloro che finora si sono mostrati dubbiosi andando ad aumentare la platea delle prime dosi.
10) Dobbiamo costruire, in prospettiva, una vera e propria intelligence sanitaria con un approccio multidisciplinare che deve rendere più intensa e capillare l’analisi dei dati e la capacità di rilevare e valutare i rischi in fase precoce ben prima che si amplificano.
Alessio D’Amato
assessore alla Sanità della Regione Lazio
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