l'intervista
Magrini (Aifa): "Si valutino tutte le misure di contenimento. Obbligo? Meglio un'adesione consapevole"
Tante informazioni non controllate, aspettative troppo elevate: si deve saper convivere con l’inatteso. Ma il direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco guarda con fiducia al 2022
Al direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini il “Jingle Bells” intonato da tre noti scienziati – Bassetti, Crisanti e Pregliasco – non è dispiaciuto affatto. “Sono stimati colleghi con un’idea creativa per un nuovo compito, credo però che debbano insistere e migliorare, come Dulbecco a Sanremo. Forse esagero ma vedrei bene anche Rappuoli, l’uomo che ha scoperto più vaccini al mondo, nei panni di Babbo Natale che spiega perché i vaccini sono uno strumento fondamentale”.
In questi mesi si è parlato di “infodemia” e anche il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha criticato la sovraesposizione mediatica di certi scienziati. “Condivido con preoccupazione l’idea che stiamo vivendo una infodemia, vale a dire un eccesso di informazioni non controllate: anche noi come autorità regolatorie ne abbiamo sofferto, trascinati a volte in talk-show urlati. La partecipazione è importante ma allo stesso tempo ci devono essere criteri condivisi su chi è affidabile e chi meno. E’ un ragionamento complesso. Un esempio: mentre su Lancet si parla del 2021 come l’anno dei vaccini, c’è tanto rumore su come mai siamo ancora qui e i vaccini non proteggono al cento per cento. E’ l’eterno problema in medicina: ci sono aspettative troppo elevate dovute a scarse conoscenze associate a una emergenza globale nella quale si deve saper convivere con l’inatteso e il non noto”.
Direttore, gli attuali vaccini servono anche a contrastare Omicron, la variante ormai presente nel nostro paese al trenta per cento, o dovremmo aggiornarli?
“Anche nel nuovo scenario, con una variante che verosimilmente a breve diventerà predominante, i vaccini oggi disponibili sono essenziali. I dati preliminari sembrano indicare che la dose booster consente di ottenere un forte aumento della risposta immunitaria proteggendo bene contro le forme gravi anche con la variante Omicron. Potrebbe quindi non essere necessario ricorrere a un adeguamento dei vaccini ma è certamente essenziale che le istituzioni internazionali, oltre che le aziende farmaceutiche, si pongano il problema di pianificare e studiare la produzione di aggiornamenti del vaccino. C’è poi un tema più generale: più sostenuta è la circolazione del virus, più alto è il rischio che insorgano nuove varianti. Raggiungere livelli più elevati di copertura vaccinale, non solo in Italia e in Europa, ma soprattutto nel sud del mondo, rimane la strategia chiave per uscire dalla emergenza pandemica”.
Lei conferma che Omicron, pur più contagiosa di Delta, sia meno letale?
“Dai primissimi studi (il primo comunicato, pochi giorni or sono, all’Imperial College di Londra da Neil Ferguson) sembra che Omicron sia più diffusiva ma meno grave. Diciamo però che ancora non lo sappiamo con esattezza e gli studi si fanno per stimare con precisione l’entità degli effetti”.
Il governo ha chiuso le discoteche anziché introdurre l’obbligo di tampone per i vaccinati che dovranno invece sottoporsi al test per entrare in Italia dall’estero.
“Queste decisioni rientrano in un ambito non di stretta pertinenza dell’Agenzia che dirigo. Credo però, in generale, che sia il momento di considerare tutte le misure di contenimento”.
Dopo Ema, anche Aifa ha dato il via libera al vaccino Novavax: potrebbe persuadere gli scettici?
“Il programma di sviluppo di questo vaccino è stato molto ampio con diversi studi in diversi continenti su un totale di quasi cinquantamila soggetti di cui oltre trentamila vaccinati. E’ un vaccino proteico, più tradizionale quindi come piattaforma, ma innovativo come modalità di produzione. Vi sono scettici – a mio avviso, senza motivo – sui vaccini mRna che potrebbero avere piena fiducia in Novavax”.
Per i sei milioni di italiani vaccinabili ma non vaccinati, lei propone l’obbligo vaccinale?
“Dopo esserci impegnati tanto nella adesione volontaria che è stata, riconosciamolo, un largo successo, credo che sia meglio continuare così. Nella storia dei vaccini si è andati in questa direzione: dall’obbligo alla adesione consapevole. La buona informazione, la qualità delle evidenze e il successo evidente delle campagne vaccinali di massa sono la strada maestra anche per ridurre le tensioni sociali. Dobbiamo pensare con una visione unitaria e comune, anzi di comunità”.
Israele ha avviato la somministrazione della quarta dose, l’Italia è in ritardo?
“Non direi. Nel nostro paese la campagna per la terza dose è stata decisa sulla base delle evidenze disponibili e della situazione epidemiologica, anche anticipando le decisioni dell’Ema“.
Contro il Covid dovremo fare un richiamo ogni sei mesi?
“Al momento non è prevedibile ma non lo si può escludere”.
Quali precauzioni per cenoni e feste?
“Il primo consiglio, ovviamente, è quello di vaccinarsi per chi non si è mai vaccinato e di fare la dose di richiamo per chi invece ha già ricevuto il ciclo primario. Sarebbe un ottimo regalo… Per quanto riguarda le precauzioni, il consiglio che mi sento di dare è di usare buonsenso sia a casa, evitando la compresenza di diversi nuclei familiari, soprattutto se ci sono persone non vaccinate, sia fuori, evitando di stare in luoghi affollati senza la mascherina, anche se all’aperto. I vaccini stanno funzionando e, unitamente a qualche accortezza nei comportamenti, ci permetteranno di non rinunciare alle cose più importanti della vita”.
Come procede la vaccinazione tra i 5 e gli 11 anni?
“Nella prima settimana, sono stati vaccinati quasi 130 mila bambini. Credo sia un dato incoraggiante, è un segnale che i genitori italiani hanno capito che l’inoculazione è utile a proteggere la salute dei nostri bambini. Molti amici mi riferiscono che i loro figli sono entusiasti e quasi orgogliosi di potersi vaccinare. E’ un grande insegnamento per tutti noi”.
In diecimila classi su centomila le lezioni in presenza sono state sospese. Lei sarebbe favorevole a un prolungamento delle vacanze natalizie, come ventilato dal sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri?
“Preferirei che i nostri bambini potessero rientrare in sicurezza a scuola e svolgere in sicurezza tutte le attività essenziali per il loro sviluppo fisico, psichico e sociale”.
Previsioni per il 2022?
“Guardo al prossimo anno con fiducia, in una prospettiva di miglioramento, grazie all’accresciuto senso di solidarietà internazionale e alla responsabilità individuale mostrata dalla maggior parte dei cittadini italiani”.
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