Effetto Omicron?
Nove regioni sono oltre la soglia per ricoveri e intensive. Figliuolo: "Dal 10 gennaio booster a 4 mesi"
A livello nazionale superati i limiti dall'allerta: 12 e 15 per cento. Le situazioni peggiori in Calabria, Liguria, Friuli e Bolzano. E il generale annuncia l'avvio della nuova fase della campagna, in arrivo circa 3 milioni di dosi Novavax: "Preoccupano i 5,7 milioni di indecisi. Mi auguro che il nuovo vaccino possa convincerli"
La variante Omicron, l'aumento esponenziale dei contagi delle ultime settimane, con tassi d'incidenza sui tamponi effettuati che hanno superato il 10 per cento nella giornata di ieri, mostra i suoi effetti anche negli ospedali: le terapie intensive, su scala nazionale, risultano occupate al 12 per cento, oltre la prima soglia d'allerta fissata al 10 per cento, mentre i ricoveri in area non critica hanno ormai raggiunto il limite del 15 per cento. È quanto riferisce il monitoraggio di Agenas, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali l'Italia.
Dal 10 gennaio via alle dosi booster dopo 4 mesi
Tendenze, dati e numeri, che hanno imposto una prima stretta attraverso il Decreto festività, con nuove restrizioni e la riduzione della validità del green pass, e contestualmente hanno portato le autorità sanitarie ad accorciare il periodo tra la seconda e la terza dose, possibile oggi con un intervallo di 4 mesi tra le due somministrazioni: “Partiremo dal 10 gennaio e questo ci darà un ulteriore impulso per combattere la variante Omicron”, ha annunciato questa mattina il generale Francesco Figliuolo, confermando durante una visita in hub vaccinale a Cuneo la nuova fase della campagna vaccinale. “Oggi abbiamo fatto più di 108 milioni di somministrazioni a livello nazionale. Preoccupano gli indecisi, 5,7 milioni, che potrebbero dare una mano ad arginare il virus e le varianti”, ha aggiunto poi il Commissario straordinario, che ha anche parlato della questione "isolamento", che riguarda ormai milioni di italiani: "La riflessione sul numero di persone in quarantena l'abbiamo fatta questa mattina con il ministro Speranza. Gli scienziati con l'Istituito superiore di Sanità stanno studiando, le quarantene oggi sono diverse a seconda che si sia vaccinati o meno, si sta vedendo cosa mettere in campo".
Preoccupazioni contro cui potrebbe giocare un ruolo importante Novavax, autorizzato negli ultimi giorni da Ema prima e da Aifa subito dopo, le agenzie del farmaco europea e italiana. Il nuovo vaccino utilizza una tecnologia tradizionale rispetto a quella a mRna di Pfizer e Moderna e per questo, ha spiegato Figliuolo, “mi auguro possa convincere chi ancora non ha ricevuto alcuna somministrazione. Ci sono molti esitanti, penso che Novavax potrebbe in qualche modo attirare gli indecisi che stanno cercando di capire meglio cosa fare". Nel 2022, arriveranno in Italia 2,9 milioni di dosi del siero appena approvato, di cui circa la metà tra gennaio e febbraio. L'obiettivo da parte del governo e della struttura commissariale resta quello di implementare ulteriormente le somministrazioni, un'esigenza che si fa sempre più urgente scomponendo i dati nazionali e analizzando la situazione ospedaliera nei vari territori.
I numeri regione per regione
Considerando i due principali riferimenti, terapie intensive e ricoveri, ben 9 regioni raggiungono o superano contemporaneamente i limiti di guardia del 10 e 15 per cento, con le maggiori preoccupazioni che riguardano la Calabria (16 e 28 per cento), il Friuli-Venezia Giulia (17 e 22 per cento), Liguria (19 e 27 per cento), Marche (15 e 21 per cento) e la provincia autonoma di Trento (22 e 18 per cento). Ma la situazione viene monitorata attentamente anche nel Lazio (14 e 15 per cento), a Bolzano (15 e 19 per cento), in Piemonte (14 e 17 per cento) e Veneto (16 e 18). Con il rischio concreto che, con l'anno nuovo, l'Italia torni a colorarsi di arancione, anche per effetto delle festività natalizie e delle ulteriori occasioni di contagio.
Quanto agli altri territori, il tasso di occupazione dei respiratori è oltre il limite anche in Emilia Romagna, al 12 per cento, in Toscana, al 13 per cento, e in Lombardia al 14 per cento. Tutte le altre presentano grossomodo indicatori ancora sotto controllo, in particolare la Basilicata dove le terapie intensive per il Covid risultano impiegate all'1 per cento. Caso unico, considerando che al massimo, nel migliore dei casi, lo stesso dato è al 5 per cento, in Puglia, Molise e Campania.
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