Foto LaPresse

L'esempio dell'Inghilterra

Servono nuove regole per evitare una quarantena di massa

Giovanni Rodriquez

Effetto Omicron. Con i casi in crescita, presto milioni di italiani bloccati. Il governo pensa a tempi più stretti per i vaccinati

Con l’incremento dei contagi anche in Italia si è aperto un dibattito sul problema legato alla quarantena dei positivi e dei loro “contatti stretti”. Le misure italiane, se non riviste, potrebbero creare in tempi stretti una situazione molto simile al lockdown per una larga fetta del paese. Come spiegato dal sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, è verosimile che anche da noi si arrivi a 100 mila contagi al giorno. Eppure, nonostante questi numeri, lo stesso sottosegretario invita alla calma: “Aspettiamo un parere del Cts. Una revisione della quarantena è sicuramente necessaria, ma non è questo il momento. Aspettiamo almeno 10-15 giorni”. Un’attesa che potrebbe rivelarsi decisamente troppo lunga. Stando infatti ai numeri dello stesso Sileri, con un ritmo di 100 mila contagi quotidiani si arriverebbe oltre un milione di nuovi positivi in 10 giorni. Contando che in media ogni positivo ha dai 5 ai 10 contatti stretti, si rischierebbe di avere fino a 10 milioni di persone bloccate in quarantena in casa per un tempo minimo di 7 giorni per i vaccinati, destinato però a essere  più lungo per la sempre più difficile reperibilità di tamponi. Uno scenario paradossale che avrebbe importanti ripercussioni in ambito sociale e lavorativo.

Per questo, nonostante le dichiarazioni di Sileri, qualcosa sembra muoversi. Come confermato dal commissario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo: “La riflessione sul numero di persone in quarantena l’abbiamo fatta con il ministro Speranza. Gli scienziati con l’Istituto superiore di sanità stanno studiando, le quarantene oggi sono diverse a seconda che si sia vaccinati o meno, si sta vedendo cosa mettere in campo”. Tra le ipotesi c’è quella di ridurre i tempi di quarantena per chi ha già ricevuto il booster e ha avuto un contatto con un positivo.

 

I protocolli ora in vigore prevedono passaggi diversi e tempistiche differenti in base allo stato di vaccinazione. Le persone non vaccinate asintomatiche positive possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni a partire dalla data di prelievo del tampone positivo, al termine del quale risulti eseguito un test (molecolare o antigenico) negativo. Mentre le persone sintomatiche  positive possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi accompagnato da un test (molecolare o antigenico) negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi.

Quanto ai vaccinati, invece, i contatti stretti asintomatici di casi Covid confermati, se hanno completato il ciclo vaccinale da almeno 14 giorni, possono rientrare in comunità dopo una quarantena di almeno 7 giorni e un test molecolare o antigenico con risultato negativo. Qualora non fosse possibile eseguire un test molecolare o antigenico tra il settimo e il quattordicesimo giorno, nel caso dei vaccinati si può valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione. Come dicevamo, la grande richiesta di tamponi e l’impossibilità di poterli eseguire in tempi brevi fa sì che anche i vaccinati possano dover restare isolati in casa per 14 giorni.

Non è un problema solo italiano. In tal senso, nei giorni scorsi, si è mossa l’Inghilterra proprio alla luce dell’esplosione di nuovi casi Covid trainati dalla variante Omicron, accorciando la quarantena per i positivi da 10 a 7 giorni, a patto di aver eseguito due tamponi con risultati negativi nel giro di 24 ore. Questi test rapidi vengono forniti gratuitamente dal servizio sanitario britannico, e possono essere autosomministrati dalle persone a casa fornendo un risultato in 15-30 minuti. L’intento, come spiegato dal ministro della Salute, Sajid Javid, è quello di ridurre l’impatto del Covid “sull’interruzione della regolare vita quotidiana delle persone”. Stando all’Ufficio per le statistiche nazionali (Ons), in Inghilterra il 2,83 per cento della popolazione è positivo al virus, circa 1 ogni 35 abitanti, ovvero 1,5 milioni di persone. Il primato spetta a Londra dove, stando ai dati dello scorso 24 dicembre riferiti alla settimana dal 13 al 19 dicembre, circa una persona su venti ha contratto il Covid. Un risultato che oggi potrebbe essere ulteriormente cambiato in peggio. Per non parlare degli ospedali. Le assenze di medici e infermieri legate al Covid negli ospedali  sono salite da 12.240 a 18.829 tra il 12 e il 19 dicembre.
Ridurre i tempi dell’autoisolamento serve anche per far fronte alla carenza di personale sanitario, in una situazione in cui gli ospedali sono già sotto stress per l’aumento dei ricoveri. Di fatto Omicron ha scompaginato le carte anche in questo senso. E’ urgente cambiare la regole adeguandole a questa nuova realtà.