l'esempio
Cosa ci possono insegnare Stati Uniti e Inghilterra sulla quarantena corta
Non solo per l’economia. In Uk e Usa si riduce l’isolamento a cinque giorni per non privare gli ospedali di medici. Fauci: "Non dobbiamo isolare troppe persone nei servizi essenziali"
L’alta contagiosità di Omicron sta mettendo i governi di fronte a un nuovo serio ostacolo, quello delle persone in isolamento. Un fenomeno che rischia di aver ripercussioni non solo a livello economico ma, soprattutto, nell’erogazione dei servizi essenziali. A cominciare dagli ospedali. Il Regno Unito nei giorni scorsi ha ridotto da 10 a 7 giorni il periodo di isolamento anche perché l’Nhs, il servizio sanitario britannico, iniziava a patire seri problemi di carenza di personale per l’aumento di sanitari in quarantena. Per giunta in una fase di crescente pressione per l’aumento dei ricoveri. In Uk si stimano 800 mila persone in isolamento con ripercussioni non solo sulla sanità ma anche su altri servizi pubblici, come i trasporti.
Il numero di persone bloccate in casa cresce giorno per giorno. Secondo alcune stime, scrive il Times, fino a quattro dipendenti su dieci del servizio sanitario nell’area di Londra potrebbero essere impossibilitate a svolgere il loro lavoro a causa della norma sui sette giorni di isolamento. La scorsa settimana 3.784 dipendenti del Nhs risultavano assenti dal lavoro perché contagiati, più del doppio rispetto alla settimana precedente. Il numero totale degli operatori sanitari in autoisolamento in Inghilterra è passato da 12.240 a 18.820 in una settimana. Per questo si sta pensando di ridurre la quarantena da 7 a 5 giorni, come negli Stati Uniti.
Anche in America hanno dovuto rivedere le regole. I Centres for disease control and prevention (Cdc) hanno dimezzato, da 10 a 5 giorni, il periodo di isolamento per i positivi asintomatici. “La scienza ci dice che la trasmissione avviene nei due giorni prima dei sintomi e nei 2-3 giorni successivi”, spiega il Cdc, raccomandando di indossare la mascherina nei cinque giorni successivi ai cinque di isolamento. Nessuna quarantena, invece, dopo un contatto con un positivo se si è già ricevuto il booster e a patto di indossare per dieci giorni la mascherina. Anche in questo caso la decisione di dimezzare la quarantena, seppur definita “non priva di rischi”, si è resa necessaria perché nelle prossime settimane ci potrebbe essere un numero tale di persone in isolamento – molte delle quali asintomatiche – da rendere difficile lo svolgimento delle attività essenziali. Lo ha spiegato Anthony Fauci, l’esperto in malattie infettive e consigliere di Joe Biden: “Con l’enorme volume di nuovi casi che stiamo avendo e che ci aspettiamo di continuare ad avere con Omicron, una delle cose a cui vogliamo stare attenti è di non isolare un eccessivo numero di persone. Se asintomatiche, vogliamo riportare le persone al lavoro, in particolare quelle che svolgono lavori essenziali per non avere ripercussioni sull’intera comunità”.
In Italia la situazione non è diversa. Anche da noi si inizia a registrare un aumento di defezioni tra gli operatori sanitari. “Solo il 28 dicembre eravamo a 6.904, ora siamo a 8.001. Questo significa oltre 800 infermieri in 24 ore”, denuncia il sindacato infermieristico Nursing Up. I contagi potrebbero mandare in seria difficoltà nei prossimi mesi ospedali sempre più sotto stress per l’incremento dei ricoveri che sembra proseguire in maniera più corposa negli ultimi giorni. Aggiungere a questa situazione l’assenza di operatori sanitari asintomatici costretti a un isolamento prolungato potrebbe rendere ingestibile la situazione. Rivedere la norma sulla quarantena, come in Usa e Uk, vorrebbe dire scommettere su un rischio calcolato e puntare sull’efficacia dei vaccini – in particolare del booster – anche nel prevenire in contagio. Qualcosa di non molto diverso rispetto a quanto già fatto con il Green pass.
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