Dopo il cdm
Vita dura per i No vax: "Dal 15 febbraio non potranno fare più nulla”. Parla Sileri
Il sottosegretario alla Salute: "L'obbligo per gli over 50 non è stato frutto di compromessi politici. Così si mette in sicurezza la fascia più a rischio. In terapia intensiva 3 su 4 non sono vaccinati e hanno mediamente 10-12 anni in meno di chi è coperto".
Omicron continua a correre con quasi 220mila casi registrati ieri e, seppur lentamente, cresce la pressione sugli ospedali. Ma, dice con tono sicuro il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, nessun allarmismo: “Abbiamo ancora una enorme riserva di posti letto da poter utilizzare”. Eppure l’indicatore relativo alle terapie intensive è al 16 per cento su scala nazionale, dicono i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ormai oltre la soglia d’allerta, fissata al 10 per cento. Una situazione che si ritrova anche nei ricoveri in area non critica, al 22 per cento, 7 punti sopra il livello di guardia. Mentre da lunedì la cartina dell’Italia potrebbe tornare a colorarsi di arancione, a cominciare dalla Liguria che presenta la situazione più complicata.
Cosa aspettarsi? “C’è un aumento nelle intensive che sicuramente va tenuto sotto controllo. Credo che difficilmente arriveremo all’occupazione delle terapie intensive che abbiamo osservato un anno fa, con più di 4000 pazienti che avevano bisogno del respiratore, mentre oggi siamo intorno ai 1500”: parlando con il Foglio Sileri mostra un cauto ottimismo sull’evolversi della pandemia, non sottovaluta i rischi e le criticità del momento, né invita ad abbassare la guardia, ma lascia intendere che il peggio sia ormai alle spalle. “Perché – spiega il senatore del M5s – Omicron è molto più contagiosa ma probabilmente meno aggressiva, e poi la stragrande maggioranza degli italiani ha completato il ciclo vaccinale, abbiamo anche venti milioni di persone che hanno fatto la terza dose”.
La via maestra, insomma, resta quella del vaccino. Un indirizzo che trova conferma nei dati, considerato che “oggi in terapia intensiva, prevalentemente, ci vanno i non vaccinati, una percentuale che si muove tra i 66 e il 75 per cento. Inoltre i non vaccinati in terapia intensiva hanno mediamente 10-12 anni in meno dei vaccinati, la cui età media, in questo caso, è tra i 70 e i 74 anni”. E nel frattempo, continua Sileri, “dobbiamo limitare la circolazione del virus”. E’ in questo duplice senso che vanno intese le nuove misure approvate mercoledì sera. C’è chi ha sottolineato, ancora una volta, la schizofrenia del governo nell’emanare un decreto dopo l’altro. E c’è chi ha visto nell’obbligo agli over 50, ne mancano all’appello circa 2,4 milioni, una misura troppo timida.
Non si poteva fare di più? “Credo di no, perché è stato messo un limite importante che sono i 50 anni. In questo modo mettiamo in sicurezza quella fascia d’età che più frequentemente, nel caso di contagio, soprattutto da non vaccinato, ha necessità del ricovero”, risponde il sottosegretario. Nei giorni scorsi, però, da Forza Italia al Pd, in tanti hanno chiesto un obbligo generalizzato. Davvero non c’è stato alcun compromesso, al ribasso, in Consiglio dei ministri per salvaguardare gli equilibri (sempre più fragili) della maggioranza? “Non penso. E personalmente, da medico, guardando i numeri dei ricoveri, ho sempre indicato i 50 anni come il cut off più giusto”.
E allora seguendo le parole di Sileri si possono escludere nuove e ulteriori strette nell’immediato, i provvedimenti sono sufficienti. “Abbiamo esteso l’utilizzo del green pass base e di quello rafforzato. La vita del No vax è stata già resa molto difficile. Dal 15 febbraio una persona non vaccinata cosa potrà fare? Fondamentalmente più nulla. Questo dovrebbe spingere le persone a vaccinarsi, almeno quelle semplicemente impaurite, non parlo dei complottisti”, è il ragionamento del sottosegretario, che si congeda con ottimismo: “Francamente altre restrizioni non ne vedo, anzi sono convinto che da qui a qualche settimana vedremo la discesa della curva dei contagi. Questa variante rappresenta il canto del cigno. Con Omicron e i vaccini andiamo verso la fine della pandemia, con il virus che diventa endemico”.