Andrea Costa (Ansa)

l'intervista

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa vede vicina la normalità. E prima la scuola

Giovanni Rodriquez

“Stiamo andando verso un alleggerimento delle regole, su quarantene e tamponi. Dobbiamo avere il coraggio di anticipare lo scenario cominciando fin da ora con le semplificazioni per scongiurare sempre di più il ricorso alla didattica a distanza”, dice l'esponente di Noi con l'Italia

“Stiamo andando verso un alleggerimento delle regole. Dobbiamo avviare, già da ora, un percorso per semplificare le norme in vigore nella gestione delle quarantene e in materia di tamponi, anche per la scuola, al fine di farci trovare pronti quando, raggiunto il picco nelle prossime settimane, la curva dei contagi calerà, come ci dicono le previsioni. Dobbiamo avere il coraggio di anticipare lo scenario cominciando fin da ora con le semplificazioni per scongiurare sempre di più il ricorso alla didattica a distanza”. A spiegarcelo è Andrea Costa (Noi con l’Italia), sottosegretario alla Salute che torna ancora una volta a ribadire l’intenzione del governo di mantenere la barra dritta sulla scuola in presenza.

 

Del resto, l’obiettivo è quello di convivere con il virus, nella società così come negli istituti scolastici. Come? “Creando le condizioni affinché ragazzi e ragazze possano restare in classe in sicurezza. Iniziamo a semplificare le procedure per il rientro dei nostri studenti, creiamo priorità e corsie per i ragazzi su vaccini, tamponi e certificati, sosteniamo docenti e dirigenti nella gestione stessa dell’emergenza – puntualizza Costa – Eliminiamo il tampone per i soggetti asintomatici, soprattutto se hanno già ricevuto la terza dose di vaccino e, ancora, riduciamo ulteriormente i tempi di quarantena e isolamento per chi non ha sintomi”. Il tutto però, sottolinea il sottosegretario, senza abbassare la guardia e proseguendo sulla via della “prudenza”. 

 

L’intento è dunque quello di mantenere quelle basilari regole per il contenimento del virus che sono oramai entrate nella nostra quotidianità: dall’utilizzo delle mascherine al distanziamento, fino all’igienizzazione delle mani. Del resto, anche il mondo della scuola non si trova più nella situazione che si registrava nel precedente anno scolastico. Oggi la quasi totalità dei docenti è vaccinata, la fascia 12-19 ha ricevuto due dosi di vaccino per oltre il 75 per cento, così come sono in crescita le vaccinazioni 5-11 (in meno di un mese già al 25 per cento). “Ritengo, dunque, ragionevole prevedere nelle prossime settimane una revisione dei protocolli per le lezioni in presenza, che permetta, agli studenti vaccinati, almeno dalle scuole medie, di restare in classe, anche se ci sono stati più di due o tre positivi. Insomma – aggiunge Costa – gli alunni vaccinati sempre a scuola. Si preveda invece la didattica a distanza per chi non è vaccinato, in caso di plurimi contagi in classe. Un messaggio che potrebbe essere stimolante e di sensibilizzazione per gli studenti senza dosi di vaccino e premiante per chi invece ha scelto di farlo”. 

Una modalità che permetterebbe di garantire la presenza a chi ha mostrato responsabilità. “Le lezioni a distanza restino al momento extrema ratio poi solo per i più piccoli, fino a che la copertura di tale platea non raggiungerà percentuali più alte. La vera sfida – spiega il sottosegretario – come da sempre abbiamo sostenuto come Noi con l’Italia, però sarà tenere aperte le scuole anche in zona rossa. Sono un presidio per la comunità e rappresenterebbe un segnale tangibile di fiducia, di un paese che non vuole più tornare a chiudere. Gli istituti scolastici dovrebbero essere gli ultimi a fermarsi. La scuola in presenza deve essere garantita a prescindere e difesa con tutti gli strumenti a nostra disposizione, a partire dai vaccini, ciò che ci sta permettendo di arginare e sconfiggere il virus”.

In questa direzione vanno considerati anche gli stanziamenti previsti dall’esecutivo come “i 400 milioni in legge di bilancio per l’organico aggiuntivo docenti, i 300 milioni dati alle regioni per il potenziamento del trasporto pubblico locale e i 350 milioni previsti nel decreto sostegni bis per garantire l’avvio dell’anno scolastico in sicurezza”. Infine, quanto alle attività di testing e tracciamento, “grazie anche alla disponibilità della struttura commissariale consentiremo alla popolazione scolastica in autosorveglianza di effettuare i test gratuitamente in farmacia e nelle strutture convenzionate. Le mie considerazioni non sono astrattamente ottimistiche ma riflettono i dati che provengono dalle scuole che dimostrano come siano luoghi sicuri e controllati”, conclude Costa.

Giovanni Rodriquez

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