Andrea Costa (Ansa)

prove di normalità

Perché per il sottosegretario Costa "il green pass potrebbe essere superato dal 31 marzo"

Ruggiero Montenegro

L'esponente del ministero della Salute lega le restrizioni alla fine dello stato d'emergenza, ma specifica: "Dobbiamo procedere con questo ritmo e terminare la somministrazione delle terze dosi". Intanto il centrodestra si divide ancora: Meloni attacca il governo e FI: "Non ci preoccupiamo del facile consenso"

L'Italia che da oggi ha reso obbligatorio il super green pass per gli over 50 guarda già avanti, alla prossima scadenza, al progressivo allentamento delle restrizioni: “Credo che l'eliminazione della certificazione verde con la fine dello stato di emergenza, il 31 marzo, sia assolutamente uno scenario possibile”. È Andrea Costa a rilanciare la discussione, dal lato governativo, dopo che già da giorni, e in maniera spesso pretestuosa, alcune forze politiche avevano avanzato la stessa richiesta. Ma se a parlarne è il sottosegretario alla Salute, lo stesso che nelle scorse settimane aveva giocato d'anticipo pure sullo stesso ministro Roberto Speranza annunciando la fine dell'obbligo di mascherina, allora la prospettiva assume un altro tenore.

“Oggi – ha spiegato Costa - dobbiamo terminare la somministrazione delle terze dosi per andare avanti nella campagna vaccinale”. Da qui insomma, da una protezione dal virus sempre più alta e diffusa, passa ogni decisione: tra le principali finalità legate alla certificazione verde c'era infatti quella di incentivare i vaccini e una volta che questa spinta sarà esaurita – e non manca molto, questo è il ragionamento - ecco che anche il green pass potrebbe essere archiviato.

 

Secondo il report del governo, le somministrazioni hanno superato quota 132 milioni tra ciclo primario e richiami: l'85,4 per cento degli italiani over 12 ha infatti ricevuto il booster, una percentuale che sale all'88,7 per cento con la doppia dose, e fino al 91,1 per cento contanto le prime somministrazioni.

Numeri che fanno dell'Italia una delle nazioni più protette e che proprio per questo impongono nuove riflessioni, considerato anche che sono sempre di più i paesi europei, dalla Francia all'Inghilterra fino ai paesi scandinavi, che stanno abbandonando un po' alla volta le precauzioni. E allora, è la condizione posta dal sottosegretario, "se procediamo con questo ritmo, possiamo pensare che per marzo avremo completato questa operazione e aprire un nuovo scenario con l'allentamento delle misure restrittive, green pass compreso".

 

Dunque, al netto dei colpi di coda di una pandemia che arretra ormai da qualche settimana, la strada sembra tracciata, e le terapie intensive occupate al 12 per cento su scala nazionale, insieme a un tasso di occupazione delle aree mediche al 24 per cento e in discesa, permettono di guardare con maggiore fiducia ai prossimi mesi, quando pure la stagione dovrebbe dare una mano. Una considerazione, questa, condivisa anche tra le forze politiche, sebbene con diverse sfumature. E se l'attacco di Giorgia Meloni era facile da prevedere - “Non si accorge il governo che, ormai, ha il solo scopo di rovinare la vita dei cittadini e minare la sopravvivenza di troppe attività?”–, più interessanti sono invece le reazioni tra le forze di maggioranza e in particolare all'interno del centrodestra di governo, sempre più diviso.

 

Così per un leghista come Massimo Garavaglia, ministro del Turismo, che ripete ormai da giorni di “seguire l'esempio di Parigi”, spingendo per un'estate senza pass, c'è Licia Ronzulli su posizioni diametralmente opposte: “"Non saremmo seri se dicessimo che a marzo si potrà superare l'obbligo del super Green pass. Sarebbe una decisione prematura”, ha detto a Repubblica la senatrice di Forza Italia, molto vicina a Berlusconi, ribadendo ancora una volta le differenze con il Carroccio e con Fratelli d'Italia: "Fin dall'inizio dell'emergenza, abbiamo sposato la causa della scienza, senza preoccuparci del facile consenso”.

Una posizione su cui si ritrova, nell'ennesimo cortocircuito a destra, il presidente della Lombardia (in quota Carroccio) Attilio Fontana, secondo cui "bisogna lasciare che gli scienziati si esprimano" e, dall'altro lato del Parlamento, anche Federico Fornaro, capogruppo alla Camera di Leu: “I dati lasciano ben sperare ma da qui a dire che al 31 marzo salta tutto ce ne vuole. Dobbiamo continuare con la giusta prudenza tenendo sempre la barra dritta sulla tutela della salute con buona pace di chi pensa di poter lucrare qualche consenso dai No vax, sempre più camuffati da no green pass. Perché è oramai evidente a tutti che sicurezza sanitaria e ripresa economica sono due facce della stessa medaglia”.