"Gradualità" anti covid
Il governo studia la "road map" per superare la pandemia. A partire dal turismo
Niente più quarantena per i viaggiatori extra Ue. Da aprile potrebbe bastare un tampone per andare in albergo. Intanto aumenta la capienza negli stadi e si torna a consumare in cinema e teatri. Speranza: "Andare oltre l'emergenza". Si lavora per un'estate con restrizioni nulle o al minimo
"Gradualità", la parola d'ordine tra Palazzo Chigi e il ministero della Salute è sempre la stessa. E le intenzioni sono comuni: il superamento dello stato d'emergenza e un'estate con meno regole, così da spingere la ripresa delle attività e soprattutto del turismo che nella fase segnata dalla presenza di Omicron ha pagato il calo degli arrivi dall'estero. Ma si proverà a recuperare già da subito, in vista del 17 aprile, giorno di Pasqua. Anche in questo senso va intesa per esempio l'ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, dopo le raccomandazioni arrivate dagli uffici Bruxelles. Da marzo i viaggiatori extra Ue saranno nuovamente equiparati ai cittadini europei: niente più quarantena dunque, sarà sufficiente essere vaccinati, guariti o avere un tampone negativo.
Nel frattempo però si continua a lavorare a quella "road map" annunciata in conferenza stampa dal presidente del Consiglio Mario Draghi e attesa a giorni. Certamente le istanze espresse dalla Lega, in asse con Fratelli d'Italia, sul green pass - l'abolizione totale dopo il 31 marzo - non saranno assecondate nell'immediato. "Il Covid non scompare premendo il tasto off come se stessimo spegnendo la luce. I dati su contagi e ricoveri sono tutti in via di miglioramento. È chiaro che ci troviamo in una fase nuova, ma serve gradualità, non possiamo far saltare in un solo momento tutte le precauzioni che ci hanno consentito di lasciare aperto mentre altri in Europa entravano in lockdown. L’obiettivo è quello di una progressiva uscita dall’emergenza", ha detto Speranza in un colloquio con la Stampa, in cui più che di pandemia il ministro ha parlato della Sanità del futuro e di circa 30 miliardi che potranno essere investiti nell'ammodernamento delle strutture, dagli ospedali agli ambulatori. È forse questa la vera notizia, il passaggio che restituisce meglio il cambio di paradigma: "È ora di alzare lo sguardo oltre l'emergenza".
E dunque, se per mettere da parte i Qr code toccherà aspettare la bella stagione, alcune misure sono state già allentate e altre cesseranno dal mese prossimo. La capienza degli stadi è salita dal 50 al 75 per cento (e si punterà al 100 per cento per la fine del mese prossimo), quella dei palazzetti al 60 per cento (era a 35), già dallo scorso weekend. Ma la pubblicazione del decreto anti Covid è arrivata solo venerdì, ragion per cui molte società hanno fatto fatica ad adeguarsi subito, saranno pronte per il prossimo fine settimana. Dal 10 marzo poi sarà di nuovo possibile mangiare in cinema, teatri e impianti sportivi. E anche le visite in ospedale, ad oggi concesse solo nelle sale d'attesa e non nei reparti di degenza potranno riprendere (per 45 minuti almeno e con il super green pass).
E restano pochi dubbi sullo stato d'emergenza: "I dati ci confermano che ragionevolmente il 31 marzo non verrà più rinnovato", ha ribadito anche il sottosegretario Andrea Costa, suggerendo inoltre una rimodulazione del certificato verde attraverso "una distinzione tra i locali al chiuso e gli spazi all'aperto". Per questo, da aprile il super green pass potrebbe non servire più per bar e ristoranti, almeno all'aperto, così come - tornando a turismo e spostamenti - dovrebbe accadere anche per hotel, strutture ricettive e fiere. E si ragiona pure sul superamento della certificazione, almeno nella versione rafforzata, per i viaggi a lunga percorrenza. Una prospettiva in cui, insomma, il green pass servità sempre meno, sino ad essere archiviato. Se non proprio per sempre almeno nei mesi estivi.
Sullo sfondo, ma questione ancora imprescindibile secondo il governo, resta sempre la campagna vaccinale: la terza dose è stata somministrata ad oltre l'84 per cento della platea destinataria, il 91,2 per cento degli over dodici ha almeno una dose. Ma continua a essere fondamentale - un punto su cui concordano Draghi e Speranza - fare in modo che ogni decisione aperturista non venga intesa con un "liberi tutti", per provare, se non a convincere gli irriducibili No vax, quanto meno a raggiungere anche gli ultimi indecisi. Magari con Novavax, il vaccino che utilizza una tecnologia più tradizionale e di cui, come annunanciato da Figliulo, sono in arrivo 1 milione di dosi questa settimana. In questo quadro l'obbligo vaccinale over 50 dovrebbe essere mantenuto fino al 15 giugno e dal primo marzo, inoltre, si partirà con le quarte dosi per i soggetti fragili.
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