La nuova struttura anti-Covid
Da un generale all'altro: l'erede di Figliuolo è Petroni
Già responsabile della logistica nella struttura commissariale, toccherà a lui completare la campagna vaccinale e gestire le eventuali nuove somministrazioni. Intanto l'Ue lavora per definire una proposta comune per la quarta dose, che potrebbe arrivare entro una settimana
Da un militare all'altro. Il nome nuovo è quello di Tommaso Petroni, maggiore generale dell'esercito nominato da Mario Draghi direttore dell'Unità per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure anti-Covid. Si tratta della struttura unica che finito lo stato di emergenza, dal 1° aprile, erediterà i compiti del Comitato tecnico scientifico e della struttura commissariale guidata da Francesco Figliuolo, per gestire, fino alla fine del 2022, il completamento del ciclo vaccinale e altre eventuali misure pandemiche.
Una scelta in continuità con quella di Figliuolo, considerando che Petroni faceva già parte della struttura commissariale come responsabile dell'area logistico-operativa. Ad affiancarlo, come si legge nella nota diramata da Palazzo Chigi, "una parte del personale della struttura di supporto alle attività del Commissario e personale in servizio al Ministero della Salute". Mentre direttore vicario della nuova Unità sarà il dottor Giovanni Leonardi, dirigente della Sanità.
A loro, insomma, toccherà il compito di portare avanti la macchina operativa, dalla logistica ai contratti, e di mettere in pratica, in sinergia con gli enti locali, il "testamento" di Figliuolo: "Circa 3 milioni di persone di cui 600 mila over-50, risultano immediatamente vaccinabili per aver completato il ciclo primario e/o essere guariti da più di quattro mesi", ha scritto ieri il commissario in una lettera alle regioni, in cui sottolineava la necessità di "mantenere alta la guardia", invitando tutti gli attori in campo a "sensibilizzare ulteriormente tutta la cittadinanza sulla straordinaria importanza di procedere senza indugio a completare i cicli vaccinali". Nel documento Figliuolo ha anche sottolineato l'incremento dei nuovi casi - ieri 99.457 positivi, tasso di positività al 15 per cento e 177 morti -, "ancorché senza un paralello significativo innalzamento della pressione ospedaliera". Uno scenario in cui crescono lievemente i ricoveri ordinari mentre dimuniscono quelli in terapia intensiva, con un tasso di occupazione del 15 per cento nel primo caso e del 5 per cento nel secondo.
Numeri ben lontani dalle soglie d'emergenza e che il nuovo direttore Petroni dovrà mantenere sotto controllo, mentre si discute dell'eventualità della quarta dose. La Food and drug administration, l'agenzia americana del farmaco, ha dato ieri il via libera all'ulteriore booster Pfizer e Moderna per gli over 50. Valutazioni su cui in queste ore si ragiona anche da questa parte dell'oceano. Roberto Speranza ha chiarito che, in attesa dei vaccini aggiornati alle nuove varianti, come il farmaco spagnolo Hipra oggetto delle valutazioni Ema, l'obiettivo resta quello di proteggere chi è più a rischio: "In questo momento nessuno parla di una quarta dose per tutti. Noi siamo già partiti in Italia con gli immunocompromessi, che sono quelli assolutamente più fragili degli altri", ha detto a margine del Consiglio dei ministri della Sanità ieri a Bruxelles, sottolineando come su tutte le altre scelte in merito l'auspicio è che "ci sia una posizione unitaria di tutti i paesi europei. La mia personale opinione è che non va bene quando gli stati scelgono da soli e fanno scelte diverse perchè queste cose sono difficili da comprendere per l'opinione pubblica. Abbiamo bisogno di scelte condivise".
Una posizione che avrebbe già incassato il sostegno della Francia e della commissaria europea alla Sanità Stella Kyriakidou, che si propone entro una settimana di arrivare a una proposta comune europea
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