I dati delle terapie intensive
I non vaccinati muoiono ancora molto più dei vaccinati
Calano i contagi, così come i ricoveri, ma aumentano i decessi: la causa è il calo della copertura immunitaria nella popolazione e soprattutto negli anziani. I numeri sull'efficacia delle somministrazioni continuano a parlare chiaro
Calano i contagi, così come i ricoveri, ma continuano ad aumentare i decessi causati dal Covid. L’incremento delle morti si attesta ad un +27,2 per cento in una settimana, numeri che potrebbero essere una conseguenza del calo della copertura immunitaria in anziani e fragili, visto che ormai i richiami vaccinali sono in caduta libera e che quasi 12 milioni di italiani si ritrovano senza quarta dose in pieno inverno. II tasso di copertura nazionale per le quarte dosi di vaccino Covid è del 30,9 per cento con nette differenze regionali: si passa infatti dal 13,9 per cento della Calabria al 44,1 per cento del Piemonte. Ovviamente i numeri sono ancora peggiori per le quinte dosi raccomandate per fragili e residenti nelle Rsa: il tasso di copertura nazionale qui si ferma al 13,9 per cento ed anche in questo caso si continuano a riscontrare nette differenze regionali con oscillazioni che vanno dal 4,6 per cento della Campania al 25,9 per cento del Piemonte.
La crescita dei decessi come possibile conseguenza del calo della copertura immunitaria nella popolazione in generale, e negli anziani e fragili in particolare, sembra trovare conferma anche in uno degli ultimi rapporti dell’Istituto superiore di sanità. “Al 18 gennaio 2023, meno dello 0,01 per cento e lo 0,5 per cento della popolazione ha rispettivamente completato il ciclo primario e ricevuto la dose addizionale/booster da meno di 120 giorni”. A gennaio 2023 meno dell’1 per cento della popolazione italiana era coperta da meno di 120 giorni e si ritrova quindi ad avere una protezione bassa o in fase calante dal rischio di sviluppare malattia grave in caso di contagio. Un dato preoccupante che viene però in parte viziato dal mancato conteggio del numero dei guariti da meno di 120 giorni che hanno quindi acquisito una protezione naturale contro il virus e sono impossibilitati a vaccinarsi. Considerando l’alta contagiosità di Omicron, parliamo di un numero di guariti negli ultimi 120 giorni che sicuramente non sarà basso e che in parte risentirà anche di un ‘sommerso’ visto il numero crescente di diagnosi con test fai da te utilizzati in casa e con positività magari non denunciate al proprio medico curante.
Eppure i numeri riguardanti l’efficacia dei vaccini continuano a parlare chiaro. Nella popolazione più fragile, tra gli over 80, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità per i non vaccinati il tasso di ospedalizzazione risulta “quasi quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster e quasi sei volte più alto rispetto ai vaccinati con quarta dose da meno di 120 giorni e tre volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con quarta dose booster da oltre 120 giorni”. Quanto ai ricoveri in terapia intensiva, il tasso tra i non vaccinati risulta “quattro volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, cinque volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con quarta dose da meno di 120 giorni e quattro volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con quarta dose da oltre 120 giorni”. Infine, riguardo il tasso di mortalità, questo tra i non vaccinati risulta essere “sei volte più alto rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, e rispettivamente dieci volte e mezzo e più di cinque volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con quarta dose da meno di 120 giorni e da oltre 120 giorni”.
L’efficacia del vaccino nel periodo di prevalenza Omicron (a partire dal 3 gennaio 2022) nel prevenire i casi di malattia severa è, nella popolazione complessiva: pari al 68 per cento nei vaccinati con ciclo incompleto o completo e pari all’81 per cento nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster. Mentre l’efficacia dei vaccini nel prevenire la malattia severa tra gli over 80 si attesta all’81 per cento nei vaccinati con ciclo incompleto o completo, all’88 per cento nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster, al 91 per cento nei soggetti vaccinati con quarta dose entro 120 giorni, e all’80 per cento nei soggetti vaccinati con quarta dose da oltre 120 giorni. Numeri che dovrebbero essere ricordati con maggiore forza e insistenza anche da parte di un governo che sembra aver invece completamente dimenticato il problema Covid.
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