Nel dibattito scientifico attuale il focus del discorso si sta spostando sempre più dal ruolo svolto dalla “pillola di zucchero”, creduta farmaco reale, a quello giocato dal contesto. Anche le aspettative sono fondamentali per la guarigione
Credere che il modo attraverso cui pensiamo noi stessi influenzi lo stato di salute sui diversi piani in cui esso si manifesta, dal livello di infiammazione di un organismo al dolore percepito, non significa avere una prospettiva antiscientifica o naïve. Il filone di studio che indaga il ruolo svolto dalle credenze e dalle aspettative nell’influenzare la salute nasce dalle ricerche fatte sull’effetto placebo. Queste hanno mostrato come il ripristino dello stato di salute o il sollievo dai sintomi in seguito all’assunzione di una sostanza farmacologicamente inerte sia dovuto alle aspettative di guarigione del paziente. Cioè a quello che pensa riguardo a chi lo sta curando, a ciò che crede rispetto all’efficacia degli strumenti che vengono utilizzati e a quelle che immagina essere le cause della malattia. Ciò significa che l’essere umano, in quanto animale fortemente simbolico, riesce ad attribuire un potere curativo anche laddove non ne esisterebbero i presupposti biochimici, e nel farlo è in grado di autoprodurre le molecole di cui necessita. Affinché ciò avvenga però è necessario un fattore scatenante, come essere visitati da una persona significativa o essere protagonisti di un evento abbastanza saliente da innescare questo tipo di risposte psicofisiologiche, note appunto come risposte placebo.
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