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Cattivi scienziati

Cos'è la Dengue

Enrico Bucci

A Fano sono stati accertati oltre 100 casi della malattia virale trasmessa dalle zanzare del genere Aedes

La Dengue è una malattia virale trasmessa dalle zanzare del genere Aedes, come per esempio la zanzara tigre. È diffusa soprattutto nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo e colpisce milioni di persone ogni anno. Si manifesta inizialmente con febbre alta, spesso improvvisa, accompagnata da dolori muscolari e articolari molto intensi, talmente forti da far guadagnare alla malattia il soprannome di "febbre spaccaossa". A questo si aggiungono mal di testa, spesso localizzato dietro gli occhi, e un’eruzione cutanea che può coprire gran parte del corpo. Nausea, vomito e una sensazione di estrema stanchezza sono altri sintomi comuni, che rendono difficile il normale svolgimento delle attività quotidiane.

Il trattamento per la Dengue è principalmente di supporto. Poiché non esiste un antivirale specifico per curare il virus, il trattamento si concentra sul controllo dei sintomi e sulla prevenzione delle complicazioni. È essenziale mantenere una buona idratazione per prevenire la disidratazione, che può peggiorare rapidamente la condizione del paziente. In alcuni casi, potrebbe essere necessario ricorrere alla terapia endovenosa per reintegrare i liquidi. I farmaci antipiretici, come il paracetamolo, possono aiutare a ridurre la febbre e i dolori, ma è importante evitare l'aspirina e altri farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), poiché possono aumentare il rischio di sanguinamento, soprattutto nelle forme gravi della malattia.

Il vero pericolo della Dengue risiede appunto in queste sue forme più gravi, conosciute come Dengue grave o febbre emorragica Dengue. In questi casi, la malattia può evolvere rapidamente con perdita di liquidi dai vasi sanguigni, emorragie gravi e, nei casi più critici, la sindrome da shock Dengue, con collasso circolatorio e insufficienza multiorgano. La Dengue grave è più probabile in chi è stato infettato da più sierotipi diversi del virus, poiché il sistema immunitario può reagire in maniera più intensa e mal coordinata, peggiorando la situazione attraverso una risposta di potenziamento degli effetti negativi dell’infezione mediata dagli anticorpi (ADE, Antibody-Dependent Enhancement).

L’ADE è un fenomeno in cui, in alcune circostanze, gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario possono paradossalmente aumentare la capacità di un virus di infettare le cellule, invece di neutralizzarlo. Nel caso della Dengue, questo fenomeno è ben documentato e rappresenta una sfida significativa per la gestione e la prevenzione della malattia, in particolare quando si parla del vaccino Dengvaxia. Il virus della Dengue ha quattro sierotipi distinti (DEN-1, DEN-2, DEN-3, DEN-4), e un'infezione con uno di questi sierotipi porta alla produzione di anticorpi specifici per quel particolare sierotipo. Gli anticorpi prodotti sono efficaci per proteggere contro una reinfezione con lo stesso sierotipo, ma non garantiscono una protezione completa contro gli altri tre. Se una persona che ha avuto un’infezione con un sierotipo viene infettata in un secondo momento da un sierotipo diverso, gli anticorpi preesistenti possono legarsi al nuovo virus senza riuscire a neutralizzarlo. Invece di bloccare l’infezione, questi anticorpi facilitano l'entrata del virus nelle cellule immunitarie attraverso certi recettori specifici, detti Fc, che si trovano sulla superficie di cellule del sistema immunitario come monociti e macrofagi. Questi recettori legano specificamente gli anticorpi, e in condizioni normali facilitano la distruzione dei patogeni legati agli anticorpi. Tuttavia, nel caso della Dengue, il virus sfrutta invece questo meccanismo per entrare nelle cellule e replicarsi più efficacemente, aumentando la carica virale e attivando una risposta infiammatoria esagerata. Questo porta a un rischio maggiore di sviluppare forme gravi della malattia, come la febbre emorragica Dengue e lo shock Dengue, con un aumento della permeabilità vascolare e delle emorragie.

Nel caso del vaccino Dengvaxia, questo rischio è stato dimostrato attraverso studi clinici che hanno evidenziato come i soggetti vaccinati senza una precedente infezione da Dengue avessero un aumento del rischio di sviluppare forme gravi della malattia in caso di infezione naturale successiva (https://www.nature.com/articles/s41541-021-00339-y).

Per questo motivo, il vaccino Dengvaxia è raccomandato solo per le persone che hanno già avuto una confermata infezione da Dengue. In questi individui, il sistema immunitario ha già avuto un'esposizione naturale al virus e ha sviluppato una risposta più ampia e adattativa, che riduce il rischio che gli anticorpi prodotti dal vaccino possano facilitare l'infezione. Una precedente infezione prepara il sistema immunitario a riconoscere meglio tutti i sierotipi del virus, e il vaccino può così agire da rinforzo senza il rischio significativo di ADE. In altre parole, la precedente esposizione naturale fornisce una base di immunità che consente al vaccino di essere non solo efficace, ma anche sicuro, prevenendo infezioni future e riducendo la possibilità che il vaccino stesso possa trasformarsi in un fattore di rischio per forme gravi della malattia.

Oltre al vaccino, altre misure preventive sono cruciali per ridurre il rischio di contrarre la Dengue. Queste misure includono la riduzione del contatto con le zanzare. Le zanzare Aedes sono più attive durante il giorno, soprattutto al mattino presto e al tramonto; quindi, è importante proteggersi con abiti che coprono la pelle, come camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi, e utilizzare repellenti per insetti di provata efficacia. Installare zanzariere alle finestre e usare zanzariere sui letti può ridurre ulteriormente il rischio di essere punti. Eliminare i luoghi dove le zanzare possono riprodursi è fondamentale, rimuovendo ogni accumulo di acqua stagnante in contenitori come secchi, vasi e bidoni.

Un altro elemento cruciale per contenere la diffusione della Dengue è la disinfestazione su larga scala per ridurre le popolazioni di zanzare. Le disinfestazioni devono essere effettuate con l'applicazione di insetticidi mirati, sia per uccidere le zanzare adulte che per prevenire lo sviluppo delle larve. I trattamenti larvicidi devono essere applicati nelle aree in cui è presente acqua stagnante, come pozzanghere, serbatoi e tombini, che sono i siti preferiti per la deposizione delle uova da parte delle zanzare. È altrettanto importante effettuare trattamenti adulticidi, spesso con la nebulizzazione di insetticidi in zone dove la densità di zanzare è elevata. Questi trattamenti vanno effettuati con attenzione per ridurre al minimo l'impatto sugli altri insetti non bersaglio e sull'ambiente in generale. Le disinfestazioni devono essere pianificate e coordinate dalle autorità sanitarie locali, con ripetuti interventi durante i periodi di picco dell’attività delle zanzare per garantire una riduzione efficace delle popolazioni vettori. Ci sono esempi documentati di successo nella lotta contro la Dengue attraverso campagne di disinfestazione su larga scala. Ad esempio, Singapore ha messo in atto un programma di controllo integrato delle zanzare che ha portato a una significativa riduzione dei casi di Dengue nel paese. Le autorità hanno adottato una strategia che combina trattamenti larvicidi, eliminazione delle fonti di acqua stagnante e campagne di educazione pubblica per sensibilizzare la popolazione sull'importanza di mantenere un ambiente pulito. Grazie a questi sforzi, il numero di casi di Dengue è stato ridotto in modo considerevole, dimostrando l'efficacia di un approccio sistematico e coordinato.

In Brasile, una strategia ancora diversa è stata sperimentata con molto successo: il rilascio di maschi di zanzara resi sterili, che quindi portavano ad accoppiamenti improduttivi. Per due anni, sono stati eseguiti rilasci settimanali massicci di zanzare maschio sterili in aree predefinite della città di Ortigueira.

Durante le due stagioni epidemiologiche, l'intervento ha portato a una soppressione fino al 98,7% della progenie viva di zanzare. Ancora più importante, confrontando i focolai di dengue del 2020 e del 2022 verificatisi nella regione, l'incidenza della dengue post-intervento a Ortigueira è stata inferiore del 97% rispetto alle città di controllo, non trattate.

Sappiamo molto sulla Dengue e sul pericolo che costituisce; vogliamo davvero intervenire, o crediamo che qualche centinaia di kit in farmacia che, come ha reso noto Roberto Burioni, contengono un repellente a base di olio di lavanda e menta piperita possano proteggere oggi gli abitanti delle Marche, e domani altri cittadini italiani esposti a questo grave pericolo?

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