Tra scienza e fantascienza il viaggio (vero) verso Alpha Centauri
Il nome Yuri quando si parla di universo significa solo una cosa: Gagarin. Martedì è ricorso il cinquantacinquesimo anniversario del suo viaggio nello spazio, il primo a compiere un'intera orbita ellittica della storia. In Russia la memoria dell'astronauta ha ricevuto le celebrazioni dedicate agli eroi nazionali, con tanto di riproposizione dei suoi messaggi dalla navicella Vostok1 (Oriente1): "Vedo la Terra. E' blu". Ora il nome Yuri potrebbe dire anche altro. Non esplorazione diretta, tecnologica, non un altro Yuri nello spazio, un altro per lo spazio. L'altro Yuri è Milner, è russo come Gagarin, ai viaggi spaziali preferisce la vecchia Terra, ma guarda all'universo, ad Alpha Centauri.
Il sistema stellare di Alpha Centauri visto da Hubble
Yuri Milner è miliardario, il suo patrimonio netto è stimato da Forbes in 2,9 miliardi di dollari, e ha appena annunciato "un programma di ricerca di dieci miliardi di dollari – riporta la BBC – per sviluppare una nuova tecnologia interstellare per raggiungere in un tempo ragionevole il sistema stellare più vicino a noi". Alpha Centauri appunto. L'obiettivo è quello di raggiungerlo, studiarlo e capire se esistono pianeti simili al nostro, se lassù nell'universo c'è vita o quantomeno le condizione per il suo sviluppo. Il suo contributo è la base per far partire la ricerca e portarla avanti nei primi anni, altri finanziatori sono però già disposti a contribuire a quello che con ogni probabilità sarà "il grande azzardo scientifico del secolo", scrive il New York Times.
Il progetto si chiama Breakthrough Starshot e avrà il supporto economico anche del fondatore e proprietario di Facebook, Marc Zuckerberg. Il consulente scientifico è Stephen Hawking, astrofisico britannico che ha permesso con i suoi studi di approfondire la nostra conoscenza del funzionamento del cosmo e soprattutto dei buchi neri. Dovrebbe occuparsi della selezione dell'equipe e dell'avvio della ricerca, di fornire "basi scientifiche avanzate – ha detto Milner nel corso della conferenza stampa di presentazione della missione – da applicare a una ricerca tecnologica all'avanguardia". Alla guida del progetto ci sarà l'ex direttore dello Ames Research Center della Nasa, che si avvarrà della collaborazione di Avi Loeb, astronomo di Harvard, Martin Rees, astronomo britannico, Saul Perlmutter, premio Nobel per la fisica 2011, Freeman Dyson, matematico dello Institute for Advanced Study di Princeton.
La rappresentazione grafica del progetto Breakthrough Starshot
Il sistema stellare del Centauro (secondo la nomenclatura di Bayer del 1603) dista 4,365 anni luce dalla Terra, circa 41mila miliardi di chilometri. Una distanza incolmabile anche con la più avanzata navetta spaziale sinora utilizzata, la New Horizon: coprire il percorso tra Terra e Alpha Centauri a 33mila miglia all'ora – la velocità massima sinora raggiunta nello Spazio – significa impiegarci almeno 20mila anni. E 20mila anni sono una quantità di tempo inimmaginabile non solo per un essere umano qualsiasi, anche per Stephen Hawking.
Per ovviare all'impossibilità di una tale attesa l'unica via praticabile pensata dagli studiosi è stata quella di ridurre le dimensioni delle sonde, come prima cosa, e cambiare sistema di propulsione. "Cosa rende unici gli esseri umani? Penso che sia il fatto che possiamo trascendere i nostri limiti. Oggi ci stiamo impegnando a compiere il prossimo grande salto nel cosmo – ha detto l'astrofisico britannico – perché siamo esseri umani e la nostra natura è quella di volare”. Volare non come uccelli, aerei o quant'altro, volare come navi. Piccole barche a vela delle dimensioni di uno smartphone, "vele di luce", in gergo scientifico, veicoli spaziali ultraleggeri che sfruttano invece del vento la luce per la propulsione. Veicoli che sono già stati sperimentati l'anno scorso dallo studioso Bill Nye della Planetary Society, con risultati "oltremodo interessanti", ha commentato Milner.
Vele che però devo essere evolute, che devono raggiungere i 50mila chilometri al secondo, che potrebbero ricevere il contributo propulsivo di raggi laser di ultimissima generazione inviati direttamente dalla terra per accelerarne il moto.
Vent'anni di studi. Altri vent'anni per percorrere la distanza che ci separa da Alpha Centauri. Poi studi e osservazioni. Entro cinquant'anni la risposta che nessuno ancora è riuscito a dare: c'è vita nello spazio?
Non un vezzo o una stupida ossessione, ma "un quesito centrale non solo per il nostro desiderio di conoscenza, ma anche per capire se c'è un posto altro dalla Terra, per ogni evenienza, dove poter continuare a vivere", disse Hawking cinque anni fa in un'intervista al New York Times. Quello che ha spinto numerosi scienziati a concentrarsi sullo studio dell'universo.
Proxima Centauri vista da Hubble
Una sfida della conoscenza che dovrebbe "essere universale e che dovrebbe superare le distanze politiche che ci separano", aveva detto l'anno scorso Stephen Hawking a proposito delle difficoltà incontrate nell'ottenere il finanziamento di 100 milioni di dollari da parte dello stesso Yuri Milner per per il progetto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) che si occupa di ricerca di vita intelligente extraterrestre. Hawking chiese a Barack Obama di eliminare le sanzioni alla Russia almeno per quanto riguarda la ricerca scientifica. Passi in avanti sono stati fatti, la nuova collaborazione tra l'astrofisico e il miliardario di Mosca potrebbero contribuire a una risoluzione della questione.
Le due stelle maggiori di Alpha Centauri in una foto di Hubble
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