(foto Olli Henze via Flickr)

Il cielo è stellato sopra di noi, nonostante l'inquinamento luminoso

Paolo Galati
Consigli per non perdersi la bellezza delle galassie. Rino Gaetano cantava “Ma il cielo è sempre più blu” e non poteva certo immaginare che nel 2016 l’Italia sarebbe diventato il paese al mondo con più inquinamento luminoso, almeno secondo il Nuovo atlante mondiale dell’inquinamento luminoso, di recente pubblicazione.

Mi è capitato un paio di volte di attraversare l’Atlantico di notte durante un viaggio aereo. Lo sanno tutti che non si possono aprire gli oscuranti dei finestrini per non disturbare la percezione giorno/notte, soprattutto in caso di attraversamento di fusi orari. Ma ho voluto sfidare l’hostess tedesca della Lufthansa. Si viaggiava di notte, saranno state le 3: vi prego, fatelo. Guardate il cielo dal finestrino. Uno spettacolo incredibile di stelle, migliaia di stelle. Poi è successo di tutto: l’hostess mi ha rimproverato fulminandomi con il suo sguardo tedesco e un paio di passeggeri si sono svegliati. Ma ne è valsa la pena. Ero nella condizione ideale: altezza di oltre 10 km e buio totale. Chi fa una crociera in mezzo al nulla avrà fatto un’esperienza simile. Che spettacolo il buio totale in contrasto con la volta celeste luminosa: senza la luminosità artificiale terrestre il cielo dà il meglio di se.

 

Un po’ di anni prima – nel 1975 – Rino Gaetano cantava “Ma il cielo è sempre più blu” e non poteva certo immaginare che nel 2016 l’Italia sarebbe diventato il paese al mondo con più inquinamento luminoso, almeno secondo il Nuovo atlante mondiale dell’inquinamento luminoso, di recente pubblicazione. Di notte il Bel Paese si illumina d’immenso. Per spiegare il fenomeno dell’inquinamento luminoso si può pensare a una analogia: tutti abbiamo ricevuto un sms alle 4 del mattino e siamo riusciti a leggerlo con grande fatica per gli occhi. Lo stesso principio per cui quando incrociamo una macchina con gli abbaglianti facciamo fatica a guidare, il campo visivo umano è “abbagliato”. Aggiungiamo un pochino di fattori: la qualità dell’aria, un paio di etti di CO2 e il gioco è fatto. Si però che palle. Ogni volta un nuovo inquinamento, non se ne può più. E dobbiamo pure pagare le bollette della luce. Come se non bastasse, c’è pure una giornata nazionale contro l’inquinamento luminoso. Quest’anno cade il 29 ottobre e ci saranno eventi organizzati in tutta Italia per far conoscere l’inquinamento luminoso e le normative per limitarlo. Ora non è che tutti siano nati come me nove mesi dopo l’uscita del singolo “Figli delle stelle”, o abbiano un cognome che ha a che fare con le Galassie. Non è che tutti guardiamo il cielo, soprattutto in città. La maggior parte di noi passa il 75 per cento del proprio tempo a farsi abbagliare dallo schermo (pc, smartphone, tablet). C’è da dire che bisogna fare dei distinguo: gli scienziati fanno le medie a livello nazionale, un po’ come le proiezioni elettorali. Quindi ci sono zone incontaminate in tutta Italia, lontano dalle grandi città, per non parlare delle coste e delle montagne.

 

Personalmente ho visto dei cieli stellati in Sardegna o in Salento da fare invidia alla Cristoforetti nello spazio. Dal vivo e da vicino gli oggetti celesti sono spettacolari e luminosissimi, ma data la distanza dalla Terra li vediamo in differita e con una luminosità molto bassa. Ogni oggetto del cielo ha una sua luminosità proporzionale alla sua energia (per semplificare pensate alle lampadine), in alcuni casi questa “energia” è fornita da altri (come il Sole con i pianeti). Quanta luminosità pensate che riesca a raggiungere i nostri occhi nel mezzo di città densamente abitate? La maggior parte dei cittadini italiani (soprattutto nei centri storici) a fatica riesce a scorgere alcune costellazioni. E la nostra Galassia? Ma si, la Via Lattea. Tutti abbiamo acceso uno zampirone a spirale per le zanzare: ecco, la via Lattea ha la forma di uno zampirone e noi ci troviamo all’interno di uno dei suoi bracci. Quasi tutti gli oggetti che si possono vedere a occhio nudo fanno parte della nostra galassia: una galassia come la nostra raggiunge facilmente un centinaio di miliardi di stelle. Son tante si, ma quante se ne possono vedere a occhio nudo? Con occhi sufficientemente buoni, all’incirca 6.000. E non tutte hanno lo stesso colore, dirò di più: pensate a un colore di una Converse All Star. Bene, per ogni Converse è possibile trovare una stella con quel colore. Con l’inquinamento luminoso ci siamo giocati quasi del tutto il colore delle stelle. Badate bene, non sono qui a rimproverare nessuno: mettiamo pure le lucine di natale sui balconi e giochiamo a calcio la sera con le luci. Ma d’altra parte un terzo della popolazione mondiale non vede più la Via Lattea e un europeo su due vede solo qualche costellazione. Parafrasando Rino Gaetano, “il cielo stellato è sempre più tabù”.

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