Zenkerella, l'ultimo Pokemon che inseguono i naturalisti
“Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”, dice a un certo punto Amleto all’amico. Senza scomodare Shakespeare, il biologo canadese Boris Worm della Dalhousie University, scrive in una ricerca del 2011 che l’86 per cento delle specie presenti in natura deve ancora essere scoperta. Per esempio, si calcola che sia stato classificato solo un decimo dei funghi o della forme di vita sottomarina. Duecentocinquant'anni dopo l'impresa di Linneo – lo scienziato svedese che classificò tutti gli esseri viventi – perlomeno il catalogo dei mammiferi sembrava essere completo. Nel 2007 è stato battezzato il pipistrello Yoda, verdastro e con le orecchie simili a quelle del maestro jedi di Star Wars. Nel 2014 è comparso l'olinguito, la prima specie carnivora scoperta nell'emisfero occidentale negli ultimi 35 anni. Ma qualcosa non faceva chiudere occhio ai biologi. Si chiama Zenkerella Ignis: a prima vista ha l’aspetto di uno scoiattolo ma in realtà è uno degli ultimi “fossili viventi”. È tuttora presente nelle foreste dell’isola di Bioko, nella Guinea equatoriale, ma nessuno l’ha mai visto zampettare tra i rami. Lo si conosceva solo attraverso 11 frammenti, conservati nei musei di tutto il mondo. La sua particolarità è che non si è pressoché mai evoluto da quando è apparso sulla Terra. A quei tempi l'Artico era una foresta pluviale, l’Australia e l'Antartide erano ancora collegati e l’Himalaya non esisteva nemmeno. Come il piccolo roditore sia riuscito a sopravvivere praticamente immutato per tanto tempo rimane un mistero. In effetti, fino a pochi giorni fa, tutto ciò che gli scienziati sapevano era che Zenkerella era molto, ma molto bravo a nascondersi.
Un esemplare di Zenkerella Ignis (foto LaPresse)
“Si tratta di una specie che non si è praticamente evoluta dall’Eocene, l’unica rimasta di cui non sappiamo nulla”, spiega al Washington Post Erik R. Seiffert, professore di neurobiologia della University of Southern California. "Zenkerella è il Pokémon finale che gli scienziati non sono ancora stati in grado di catturare. Si muove probabilmente solo a notte fonda, in cima agli alberi, nel profondo delle giungle dell’Africa centrale”. Ma in uno studio pubblicato martedì 15 agosto nella rivista PeerJ, David Fernandez ed Erik Seiffert hanno raccontato la scoperta di tre esemplari di Insignis Z. appena uccisi. Per la prima volta, gli scienziati sono stati in grado di esaminare il genoma di uno dei mammiferi più misteriosi e a capire in che punto del nostro albero genealogico inserirlo. I membri del genere Zenkerella sono creature di un altro mondo, "fossili viventi" appunto, che si sono evoluti molto poco nel corso degli ultimi 49 milioni di anni. Per capirci, l’antenato comune tra uomo e scimpanzè si trova a soli 5 milioni di anni: è lì che le due specie si sono divise. La specie Zenkerella è apparsa più di 40 milioni di anni prima e da allora non si è quasi mai evoluta. Si unisce così al club super esclusivo dei mammiferi sopravvissuti fin dai primi anni dell’Eocene, che comprende l’opossum colocolo del sud America e l'oritteropo africano, una specie bizzarra, a metà strada fra l’armadillo e il maiale.
Se gli esemplari di Zenkerella trovati morti sono stati una manna per la scienza, Seiffert è ancora più determinato a studiarne uno in vita: “La ricerca sulla specie è solo all'inizio, e in futuro potrebbe rivelarci altri dettagli segreti sul nostro mondo antico. È divertente pensare che ci potrebbero essere altre specie di mammiferi ancora sconosciute nascosti là fuori, nel profondo delle foreste pluviali dell'Africa centrale”. Eppure, senza bisogno di machete e binocoli, né di viaggi in luoghi esotici, per trovare nuove specie potrebbe bastare farsi un giro per i polverosi corridoi dei musei di storia naturale. Innumerevoli esemplari sono rimasti nascosti in bella vista, sconosciuti non solo ai mecenati dei musei, ma spesso anche al personale scientifico.
"C'è tutta questa roba che nessuno ha mai avuto il tempo di spulciare”, ha detto al Washington Post Alexandra Boersma, che studia fossili di mammiferi marini allo Smithsonian Museum. Insieme a Nicholas D. Pyenson, ricercatore del suo laboratorio, Boersma è andata a caccia di misteri nei labirintici magazzini del museo. Martedì scorso, i due scienziati hanno mostrato alla comunità scientifica il loro ultimo ritrovamento: una nuova specie di delfino di fiume risalente a 25 milioni d’anni fa, parente prossimo del delfino Platanista, specie in estinzione di cui rimangono pochi esemplari nei fiumi di India, Nepal, Blangladesh e Pakistan. L’hanno soprannominato Arktocara Yakataga. Era stato dimenticato su uno scaffale polveroso.