Schiaparelli atterra su Marte. La diretta streaming
Finalmente ci risiamo, finalmente un’altra sonda, finalmente un altro italiano su Marte: il piemontese Giovanni Schiaparelli e la sua sonda omonima. Sono state tante le sonde spaziali con nomi italiani: Giotto nel 1986 riuscì a dare un bacio alla cometa di Halley, la sonda Galileo ha stalkerato Giove (e le sue tante lune) e infine la sonda Cassini (ancora attiva, considerati i costi esorbitanti di 5 miliardi di dollari) che dal 2004 scrive recensioni su Saturno e i suoi compagni di viaggio. Le sonde dai nomi italiani hanno sempre portato a casa ottimi risultati. Oggi un’altra sonda entrerà nell’atmosfera del pianeta rosso a una velocità di 21.000 Km/h, appoggiandosi come una piuma a due passi dall’equatore marziano grazie a un paracadute e diversi motori frenanti. Più o meno, appunto, come una piuma: a 2 metri da terra avrà ancora una velocità di 7 km/h. L’area di atterraggio è un vecchio strato di hermatite – minerale del ferro – che si trova anche sulla Terra ed è spesso associato a fenomeni legati all’acqua allo stato liquido.
Ma chi era questo grande scienziato italiano sconosciuto ai più che non ha neanche un profilo su Instagram? C’è una vicenda curiosa che lega Schiaparelli all’esplorazione marziana. Nel campo delle scienze è ricordato per avere osservato e scoperto innumerevoli fenomeni astronomici. Ad esempio, è stato il primo a ipotizzare che gli sciami meteorici (pane quotidiano di stelle cadenti) abbiano a che fare con il passaggio di comete. Ancora, meritano una menzione i suoi studi (e calcoli) sulle stelle binarie, sui periodi di rotazione di Mercurio e di Venere, sulle mappe di Marte, e molto altro. Vissuto nell’epoca d’oro delle notti insonni con i telescopi, Schiaparelli è stato il primo a dare – suo malgrado – una notizia che oggi si potrebbe definire una bufala. Il nostro eroe ha sistematicamente studiato Marte, tanto da attribuire nomi a “mari” e “continenti” tuttora utilizzati nelle mappature del pianeta rosso. Nel 1877 osservò l’esistenza di alcune strutture lineari che pensò di chiamare – giustamente – canali. Peccato che nel 1877 non era ancora stato inventato il traduttore di Google e questi benedetti canali, in inglese, divennero erroneamente Canals e non Channels. E in inglese Canal è un termine che si utilizza per le costruzioni artificiali. Ecco, è l’inizio della leggenda sulla civiltà marziana. Pensate che per mettere la parola fine alle speculazioni sui famosi Canals abbiamo dovuto attendere il 1964, anno in cui la sonda Mariner 4 spedì foto ad altissima risoluzione dei canali e della loro evidente formazione naturale. L’errore non fu di Schiaparelli, ma di tanti canals supporter americani e in particolare di Percival Lowell.
La leggenda sui marziani non si ferma qui: tornerà nuovamente sulla scena nel 1976, quando la sonda spaziale Viking fotografò la famosa “faccia” che altro non è che un gioco di luci e ombre ma che all’epoca sembrò una emoticon costruita ad hoc. Il resto è noto a tutti. La sonda Schiaparelli giungerà con un compagno che rimarrà in orbita e si farà parecchi giri di Marte almeno fino al 2022, quando un altro rover si aggiungerà alla festa appoggiandosi su Marte. Purtroppo la sfiga ha raggiunto Marte più velocemente dell’uomo: infatti su Marte siamo in piena stagione di tempesta globale. E quella del 2001 fu impressionante. La sonda che atterrerà oggi è una sofisticata stazione meteorologica e il suo compito principale sarà quello di studiare la composizione chimica dell’atmosfera marziana attraverso l’esperimento “Amelia”, italiano di nome e di fatto. E poi anche una curiosità: la sonda ha con sé un sistema di specchi (retroreflectors) che – sperando non si rompano – serviranno per futuri atterraggi tramite l’utilizzo di laser posti sulle navicelle spaziali, permettendo di misurare la distanza con estrema precisione. Schiaparelli potrà rimanere attivo al massimo per 8 sol (giorni marziani) perché ha delle batterie non ricaricabili e finalmente si potrà provare l’ansia da batteria all’uno per cento anche su Marte. Barack Obama ha recentemente dichiarato che entro il 2030 il primo uomo metterà il piede su Marte. Sarebbe il colmo se nel 2032 noi italiani organizzassimo le Olimpiadi estive su Marte. No, fa troppo freddo. Trovato: organizziamo le Olimpiadi invernali perché una catena montuosa e un cratere portano il nome di Schiaparelli.
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