Il Fai difende la pseudoscienza al Politecnico

Gioia Turchi Carrara
" target="_blank" rel="noopener">convegno sulla agricoltura biodinamica. Sono un medico, professore associato in pensione presso La Sapienza di Roma. Ho insegnato Virologia per alcuni decenni agli studenti di Medicina, ho fatto ricerca di base presso il laboratorio di Biologia cellulare del Cnr di Roma per più di trent’anni. Fin dall’inizio ho condiviso quanto sollevato dalla professoressa Cattaneo che ha motivato autorevolmente l’inopportunità per il Politecnico di ospitare una manifestazione così chiaramente senza alcuna base scientifica. Essendo io iscritta da molti anni al Fai, mi sono rivolta a questa benemerita istituzione culturale, rilevando che sponsorizzare iniziative che aggravano lo stato di “diseducazione” scientifica del nostro paese mi amareggia e mi offende. Non c’è difesa del patrimonio culturale che valga a giustificare la tessera di un’associazione che promuove pratiche esoteriche e oscurantiste. Basti pensare che la biodinamica “certificata” prescrive, tra i rimedi per le colture, corni di vacca (che abbia figliato almeno una volta) ripieni di letame, o vesciche di cervo pieni di fiori di achillea, il tutto da applicare, sotterrare o dissotterrare secondo cadenze astrologiche.

  

  

In un singolare esercizio di ribaltamento della realtà, il vicepresidente esecutivo del Fai, Marco Magnifico, per tutta risposta mi ha scritto che se la prof.ssa Cattaneo fosse vissuta nel Seicento probabilmente avrebbe ritenuto giusto bruciare le streghe, che oggi tutti sappiamo non esistere, e mi ha ricordato che, contro le tesi oscurantiste della senatrice e di coloro che la sostengono, vi sono 56 ricercatori che hanno fatto sentire la loro voce a favore della scelta del Politecnico.

  

Il dott. Magnifico probabilmente ignora che, se oggi non bruciamo le streghe, lo dobbiamo proprio alla scienza, al metodo galileiano, a quanti come la prof.ssa Cattaneo e gli oltre 130 ricercatori del Politecnico, il Gruppo 2003, la Società italiana dei genetisti agrari, il Cicap, etc., rifiutano di avallare pratiche esoteriche che il Fai invece adotta, ad esempio, nella gestione del suo podere di Punta Mesco. Grazie e cari saluti.

  

Prof.ssa Gioia Turchi Carrara

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