foto LaPresse

Il manifesto scientifico mancante

Giuliano Ferrara

Encomiabile la campagna pro vax dei sacerdoti del sapere (mi iscrivo al partito). Ma al vaccino contro l’aborto dispiegato e a capriccio, quand’è che ci penseranno?

Quello della scienza è uno strano partito. Al quale mi iscrivo disciplinatamente, con una riserva. La quadriglia magica Burioni & Silvestri & Grillo & Renzi ha decretato che dobbiamo vaccinarci tutti (ma “dobbiamo” è già di troppo per Grillo, vabbè). Ottimo, comunque. Poi ha decretato che la scienza, come le élite di Baricco, si mette in gioco: congetture, confutazioni, teorie, esperimenti, convegni, laboratori. Il metodo è decisivo: è aperto. La conoscenza il complemento necessario: studiate. Non discutiamo con chi dice che due più due fa cinque: d’accordo. Ma ogni idea o proposta è benvenuta, purché sia verificabile, cioè falsificabile. Vero e falso: la dialettica immortale del moderno pensiero scientifico, e della sua prassi, un orizzonte metodologico da fine della storia. Perfetto. Su questa base, immediato raddoppio dei fondi alla ricerca. Più che perfetto, doveroso. Potrei non essere del tutto d’accordo con le mie idee, ma a quelle della quadriglia magica io mi allineo. Con una riserva, appunto.

 

Manifesto scientifico mancante. Il concepito, un essere generando e generato, ha i cromosomi giusti di una individualità, come dice la scienza della chiesa, delle chiese, unica e irripetibile. Per l’anima si vedrà poi, e non è materia di sola verifica scientifica, ci sono di mezzo altre arti e riflessioni di valore (per esempio la filosofia, la credenza o fede, la letteratura, la poesia). Intanto il corpo. Qui non si discute con chi afferma che due più due fa cinque, vero? Segnalatone la presenza nel corpo di una donna, con la complicità di un seme maschile, il corpo esiste, anche o persino dal punto di vista scientifico. E’ tracciabile, come un conto in banca e anche di più. Fotografato, quel corpo prende delle sembianze che hanno dell’umano generico e specifico. Sembianze scientificamente acclarate e comprovate, sesso compreso a parte il gender: vere, non false. Sopprimere quel corpo con un intervento chirurgico o una pillola è possibile, è evento non raro, e codificato da leggi liberali inevitabili entro un certo limite: il limite dell’accertamento scientifico, oltre che dell’orientamento etico, ha qualcosa a che vedere con il pro choice e il pro life. Per dovere professionale, lo scienziato nel manifesto deve o dovrebbe scrivere, pura metodologia, che la scelta è l’omicidio, il più tremendo degli omicidi, come diceva il radicale Franco Roccella, una vita tutta intera dalla sua origine soppressa, annientata.

 

Il femminismo pro choice, e anche il maschilismo se è per questo, ha il diritto morale di rivendicare la autodeterminazione procreativa, la libertà da un impegno contratto attraverso l’amore, non voglio dire il peccato, per non complicare le cose. Il legislatore ha il diritto e il dovere di affidare la soluzione del problema, e che problema, a norme che non siano punitive e indecenti, che non coartino la libertà di vita della donna e del maschio inseminatore o del chirurgo non obiettore. I giuristi faranno i loro soliti salti mortali, decreteranno lo stato di eccezione, il Nondimanco del momento, e i teologi fiancheggeranno come possono il cosiddetto “profumo di costituzionalismo”. Mi va tutto bene, per dire così. Ma gli scienziati?

 

Se il criterio sia quello del vero e del falso, in teoria non hanno scelta: genetisti, biologi, medici. La libertà non è vera né falsa, è un’altra cosa, è un due più due che può anche fare cinque. Le religioni hanno compresso la libertà, in nome di un criterio apparentemente arbitrario che le leggi avevano secolarizzato in norma teologica? Male, diciamo così. Ma le scienze? L’encomiabile campagna sui vaccini traccia un limite a questa libertà individuale o familiare o sociale. E lo fa in nome di un vero accertato o accertabile, l’immunità cosiddetta di gregge, contro un falso presuntivo e inverificabile, il danno della vaccinazione obbligatoria. Non è un sofisma, è un sillogismo. Applausi, ripeto, e senza troppa ironia. Ma al vaccino contro l’aborto dispiegato e a capriccio, quand’è che ci penseranno? Ancora uno sforzo, un richiamo a politiche pubbliche rigorose di disincentivazione dell’omicidio scientificamente accertato, escluso il castigo, esclusa la Geenna, in nome della sacralità della scienza, e saranno più credibili o meno incredibili, almeno come sacerdoti del sapere o come élite capaci di rimettersi in gioco. The Game, appunto. 

  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.