La deliziosa Greta e la stupida utopia del futuro
Pensiero unico orwelliano, ora la storia porta le treccine e suggerisce che l’ominicchio ha potere sul clima. Il professore delle nuvole non la pensa così
Mondo folle, dai gilet gialli che vogliono andare a tutto gas col carburante inquinante a buon prezzo all’impermeabile giallo canarino su mollettoni rosa e sotto le treccine della figura idolatrica detta Greta, il mondo salvato dai ragazzini. Nota bene per i cretini che abbondano: prendersela con una figura idolatrica è diverso dall’attaccare personalmente una deliziosa ragazzina alla quale auguro solo non sia comminata la bufala del premio Nobel, e quanto ai mediocri nella cui compagnia ci si ritrova eventualmente ricordo Aron che diceva: puoi sceglierti gli avversari, non gli alleati. Prendersela con i gilet gialli non vuol dire detestare la classe medio-bassa della France périphérique, o incensare come meriterebbero le élite dell’accordo di Parigi, è un modo di segnalare che le moltitudini dei miserabili facevano le barricate, il blocco stradale con i Suv e le sassaiole di boulevard sono una cosa diversa. Penosi tentativi di continuare a ragionare, questo è, non conformismo dell’anticonformismo. Non è un’ossessione, so da tempo che è in corso uno scontro di civiltà, ma non considero razionale l’ossessione narcisista, dai risvolti paranoici, contro il Grand Remplacement. Se dico che il clima non è sotto controllo umano, da prima che Trump cambiasse le carte in tavola con malagrazia aggressiva e arancione, ancora una volta non è un’ossessione, è una convinzione. Veganismo e decrescita sono la sottocultura di un tempo che fu socialdemocratico e riformista, e più giù nella storia metafisico e oggettivista, ora la storia porta le treccine. E suggerisce sorniona che l’ominicchio postumanista o transumanista ha potere sul clima.
Un giorno venne a “Otto e mezzo” Franco Prodi, simpatia e affidabilità incarnate, stese il pugno e disse questo è il sole, poi indicò quel puntino materialmente inessenziale e metafisicamente decisivo che è il nostro pianeta, e lui che è il professore delle nuvole, non tra le nuvole, concluse che la massa di energia del pugno decideva del clima nel puntino con i suoi tempestosi comportamenti, bastano piccole variazioni da studiare e ancora misteriose ed ecco che caldo e freddo si mescolano, moltiapétits remplacements, come è sempre avvenuto nella storia, con effetti che sfuggono alla nostra presa. Si può dire di più e meglio? No. E nelle scuole invece di dire questo, tranquillizzare i bambini, invogliarli a cercare e cercare di capire, anche il venerdì, li si forgia come plastilina per indurli a uno sciopero furbo per il futuro, una cosa che non si è mai vista e non si vedrà mai perché esistono solo il passato e il presente, il futuro è una stupida utopia o una speranza di fede se si creda ferventi in Dio, sciopero furbo in assoluzione e condanna insieme dei peccati degli adulti e delle fregole delle professoresse col cerchietto e di schiere di adulatori del pensiero unico orwelliano. Se una Greta si fosse messa davanti al ministero della sanità per denunciare la scomparsa edonista di un miliardo e varie centinaia di milioni di esseri umani non nati negli ultimi decenni, gente davvero privata di tutto il suo futuro nel recente passato, altro che cortei mondializzati e premi Nobel minacciati, l’avrebbero crocifissa manco fosse una strega dell’alt right.
Cattivi scienziati