L'occidente è ubriaco di benessere?
Nei paesi più ricchi i vaccini sono considerati meno sicuri che in altri
Dopo una bella sbornia è normale dimenticarsi particolari, anche fondamentali, della sera precedente. Sembra che l’essere umano si sia ubriacato di benessere a tal punto da avere dimenticato le conquiste dell’umanità. La globalizzazione ha prodotto la riduzione della povertà più drastica della storia, eppure ci viene detto che è stata un danno e che va rallentata. Il progresso tecnologico ha permesso di ridurre la fatica del lavoro, ma dovrebbe essere fermato. Sono queste alcune inferenze (il)logiche del pensiero sottostante alla rivolta contro le élite, alla tecnofobia e alla gogna verso esperti e scienziati. In certi contesti le conquiste della scienza sono viste come una minaccia alla vita dell’essere umano. Questo accade nelle regioni più ricche del pianeta nelle quali il benessere è considerato acquisito e, a quanto pare, irreversibile a prescindere dalle azioni individuali.
Lo si può intuire dalle opinioni sull’efficacia dei vaccini raccolte nel Wellcome global monitor 2019. Globalmente otto persone su dieci (79 per cento) concordano in qualche modo o fortemente che i vaccini sono sicuri, mentre il 7 è in disaccordo. Nelle regioni ad alto reddito c’è meno certezza sulla sicurezza dei vaccini: il 72 per cento delle persone nell’America del nord e il 73 nel nord Europa concordano che i vaccini sono sicuri, ovvero sotto la media mondiale. In Europa occidentale la cifra è più bassa (59) e in Europa orientale ancora di più (40). Nelle regioni a basso reddito, invece, la percentuale di persone che concordano “fortemente” o “un po’” che i vaccini sono sicuri tende a essere molto più elevata, all’80 per cento o oltre, con picchi del 95 in Asia meridionale e del 92 nell’Africa orientale. Nelle regioni in via di sviluppo, dunque, la scienza è considerata vitale mentre in quelle largamente sviluppate è forse considerata superflua. In Francia una persona su tre non è d’accordo sul fatto che i vaccini siano sicuri, la percentuale più alta al mondo, tant’è che i casi di morbillo nel regno di Emmanuel Macron sono aumentati del 462 per cento in un anno (da 518 nel 2017 al 2.913 nel 2018). Siccome ci è sempre andata meglio non vuol dire che possiamo abbassare la guardia. Forse il benessere comincia a dare alla testa.