M5s-Pd: alleanza omeopatica
A tutto zucchero: i grillini organizzano convegni, il centrosinistra (via Toscana) presìdi ospedalieri
Roma. Uniti nella lotta non solo alla democrazia rappresentativa, ma anche nella battaglia contro la scienza. Quella fra M5s e Pd è ormai un’alleanza omeopatica.
Il prossimo 28 ottobre, “su iniziativa della senatrice Virginia La Mura” del M5s, nella sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro in piazza Capranica, si svolgerà un convegno sull’“omeopatia quale prospettiva di crescita per il Sistema sanitario nazionale: il punto di vista medico e politico”. Un’iniziativa non solo di partito, visto che a chiudere i lavori sarà un membro del governo, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri (M5s). Così almeno c’è scritto su una locandina ufficiale del M5s, che però ieri è stata smentita dallo stesso Sileri, anche se in maniera poco convincente: “Non ho mai aderito al convegno sull’omeopatia che sta organizzando la senatrice Virginia La Mura”.
In ogni caso viene da chiedersi quale “punto di vista” possa mai offrire un convegno per spacciatori di acqua e zucchero. E in effetti lo sconcerto si sta diffondendo non solo fra gli elettori di centrosinistra, che da settimane subiscono l’egemonia grillina su qualsiasi argomento (sulle alleanze in vista delle regionali, sul taglio del numero dei parlamentari, adesso ci manca solo un ritocchino al vincolo di mandato ed è fatta), ma anche fra gli addetti ai lavori.
“Potremmo cortesemente sapere quali prove scientifiche l’hanno portata a ritenere che il Servizio sanitario nazionale debba investire denaro pubblico nell’omeopatia?”, chiede il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze (Cicap) alla senatrice La Mura. “E mentre il nostro Servizio Sanitario Nazionale annaspa tra carenza di personale, spese (e sprechi) immense, farmaci costosi, cittadini che non possono curarsi, al Senato discutono se inserire l’omeopatia (l’omeopatia!) nel Ssn. Si vede che non hanno problemi più importanti”, dice il medico Salvo Di Grazia, noto anche come Medbunker, che su internet svolge un’intensa attività di divulgazione scientifica contro le bufale in medicina. Ora, non c’è solo un problema scientifico, ma pure politico, e non riguarda esclusivamente i Cinque stelle.
Nel 2013, l’allora capogruppo del Pd in Commissione Affari sociali Donata Lenzi e dal deputato Filippo Fossati, chiesero al governo “di agevolare e rendere effettiva la regolarizzazione dei medicinali omeopatici”, spiegando quanto fosse “positivo il fatto che l’Aifa abbia rivisto le tariffe di autorizzazione con forti ribassi, fino anche al 70 per cento; ma questo lo consideriamo solo un primo passo”. C’è chi di passi ne ha fatti (indietro, beninteso), e neanche pochi. La regione Toscana, da sempre amministrata dal centrosinistra, “spreca soldi per preparati omeopatici che non contengono nulla e che non hanno alcuna efficacia”, dice il virologo del San Raffaele Roberto Burioni, che ha appena pubblicato un libro per denunciare “bugie, leggende e verità” dell’omeopatia, nel quale spiega che 9 milioni di italiani spendono soldi per acquistare preparati che non contengono nulla e finiscono per pagare del semplice zucchero 500, 1.000 o 2.000 euro al chilo, “il che è piuttosto deprimente”. La Toscana ha ben quattro strutture di riferimento regionale per l’omeopatia: il Centro di medicina tradizionale cinese Fior di Prugna, dell’Asl Toscana centro, a Firenze; l’ambulatorio di Omeopatia dell’Asl Toscana nordovest a Lucca; il Centro di medicina integrativa, a Careggi; il Centro di medicina integrata dell’Ospedale di Pitigliano, dell’Asl Toscana sudest. “La Toscana nel 2007 – scrive Burioni nel suo libro pubblicato da Rizzoli – ha inserito nel proprio sistema dei servizi sanitari le medicine complementari (tra le quali l’omeopatia), creando una propria rete di ambulatori all’interno delle aziende sanitarie”. Il che talvolta genera situazioni che si collocano tra il grottesco e il comico: “Nel 2016 è stato proprio l’ospedale di Pitigliano a coordinare la distribuzione di preparati omeopatici ai terremotati delle Marche, misura che ha subito scatenato le reazioni della comunità scientifica italiana. La polemica si è risolta dopo la scoperta che i preparati in questione non erano stati pagati dai contribuenti, ma forniti gratuitamente dalle aziende produttrici. Ma è corretto distribuire questo tipo di ‘farmaci’ in situazioni di particolare disagio?”.
L’alleanza omeopatica fra centrosinistra e Cinque stelle, comunque, non deve preoccuparsi, non è sola nella battaglia a favore della “medicina alternativa”. Pure la chiesa ha capitolato. Anche al Sinodo sull’Amazzonia, in corso in Vaticano, il tema è finito all’ordine del giorno: in quell’occasione è stato sottolineato anche il valore della medicina tradizionale amazzonica, valida alternativa alla medicina occidentale.
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