Perché le dimissioni (ritirate) del presidente dei Biologi erano una buona notizia per la scienza
Dai vaccini al coronavirus, tutte le controversie su Vincenzo D'Anna, che lascia la guida dell'ordine dei biologi
[Aggiornamento lunedì 16 marzo ore 7:30] Vincenzo D’Anna ha annunciato ieri sera con una lettera di avere ritirato le sue dimissioni da presidente dell’ordine dei biologi. “In esito ad un approfondimento sull’art. 39 della legge 396/1967, cioé la norma che disciplina le modalità di nomina delle varie cariche in seno al Consiglio dell’Ordine mi è stato fatto rilevare che la legge non prevede alcun meccanismo di sostituzione del Presidente se non per assenza o impedimento, il che fa anche dubitare della stessa ammissibilità delle dimissioni da tale carica slegate dalla contestuale rinuncia anche a quella di consigliere. [...] al fine di non provocare disorientamento nella comunità dei biologi, comunico di ritirare formalmente le mie dimissioni così come presentate in data 14 marzo 2020, confermando in toto quanto reso noto nella lettera inviata in pari data al componenti del Consiglio dell’Ordine dei biologi”.
Il politico e biologo Vincenzo D’Anna, che aveva diffuso notizie false sul coronavirus, si è dimesso dalla carica di presidente dell’ordine nazionale dei biologi, che ricopriva dall'autunno 2017. Il sito dell'ordine però non lo cita e segnala invece “divergenze sulla linea politica, con particolare riguardo al ruolo ed alla funzione che l’Ente deve svolgere in relazione agli eventi di particolare rilevanza scientifica e sociale". "Il casus belli", riporta Quotidiano sanità "è il tema del momento: il coronavirus. Sulla questione era infatti in cantiere un numero della rivista ufficiale dell’Onb. Ma sui contenuti del numero non c'è stato accordo con i membri del Consiglio Direttivo che hanno scritto a D’Anna per chiedergli di 'interrompere l'edizione di un numero speciale sul Coronavirus... e ciò per evitare di comunicare in modo conflittuale con le comunicazioni degli organi governativi e scientifici accreditati, nel rispetto della dipendenza di Onb dal ministero della Salute”.
D'Anna, ex deputato e senatore, aveva pubblicato a fine febbraio sul suo sito e sulla sua pagina Facebook un messaggio in cui sosteneva che i ricercatori avessero scoperto un nuovo ceppo del Covid-19 detto “italiano”. Il ceppo, secondo lui, domestico nno avrebbe "cioè alcunché da spartire con quello cinese proveniente dai pipistrelli. Un virus padano, per dirla tutta, esistente negli animali allevati nelle terre ultra concimate con fanghi industriali del Nord!!". Una fake news: l’Ospedale Sacco di Milano ha infatti isolato i ceppi in circolazione in Italia ma non significa che il virus abbia avuto origine qui, come sostiene D’Anna, bensì è una delle tante varianti del virus identificato a Wuhan. Secondo D'Anna il ceppo "italiano" sarebbe "poco più che un virus para-influenzale, di nessuna nocività mortale se non per la solita parte ‘a rischio’ della popolazione". Un'altra affermazione pericolosa (perché nel sottovalutare i rischi induce le persone a non prendere le dovute precauzioni) e priva di riscontri clinici. E Ancora, per l'ex presidente dei biologi, "la stessa Oms ridimensiona il tiro e declassa il virus a poco più che un’influenza, batte in ritirata anche Burioni che si scusa". Due falsità in una frase. L'Organizzazione mondiale della sanità non ha mai ridimensionato la minaccia e in realtà ha da poco dichiarato la pandemia. E il virologo Burioni non ha certo smesso di mettere all'erta la cittadinanza sui rischi di questa nuova forma virale.
D’Anna, in un’intervista al programma “I Lunatici“, in onda su Rai Radio 2, ha sostenuto che il coronavirus è "un virus influenzale e poco più" con "se vogliamo una mortalità ancora più bassa dell'influenza". Una ulteriore falsità, smentita da tanti importanti e autorevoli medici e ricercatori, tra gli altri anche il consulente del ministero della Salute, il dottor Walter Ricciardi che ha precisato che Covid-19 "non è come una normale influenza, ha un tasso di letalità più alto. E soprattutto, se non la fermiamo rapidamente, rischia di richiedere un numero di posti di terapia intensiva superiore a quelli che ci sono nei nostri ospedali" pure suggerendo di "ridimensionare questo grande allarme, che è giusto, da non sottovalutare, ma la malattia va posta nei giusti termini: su 100 persone malate, 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi seri ma gestibili in ambiente sanitario, solo il 5 per cento muore".
Nel febbraio 2019, i docenti dell’università di Pavia hanno bloccato gli esami di stato per i biologi per protesta contro le posizioni sui vaccini espresse dall’Ordine nazionale e dal suo presidente. D’Anna aveva infatti deciso di donare diecimila euro all’associazione “free-vax” Corvelva per finanziare non meglio precisate ricerche sui vaccini. L'allora presidente ha in un primo momento difeso la decisione di finanziare l'associazione, che ha definito “un’associazione meritoria”, e annunciato di volere fare causa per diffamazione contro l'università. Salvo, pochi giorni dopo, ritrattare: ha dichiarato infatti di aver tolto i fondi a Corvelva. Non perché finanziare gli antivaccinisti sia sbagliato, ma perché l'associaizone aveva anticipato i risultati dei suoi studi al Tempo. La stessa Corvelva, per altro, il giorno prima aveva già deciso di restituire la donazione dell’Ordine dei Biologi, e l'aveva comunicato su Facebook.
Ancora: D’Anna, in diverse occasioni (anche sul Foglio), ha rilasciato dichiarazioni sulla presenza di “metalli pesanti” all’interno dei vaccini. A marzo 2018 ha organizzato il convegno "Nuove frontiere della biologia" al quale partecipavano alcuni dei guru dei no-vax e al quale venne dedicato un articolo sul British Medical Journal. Nel gennaio 2019, ne ha organizzato un altro, "Vaccinare in sicurezza", con altri idoli del mondo free vax.
Cattivi scienziati
Il senso dell'obbligo per i vaccini
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