Il campionato è lungo
“Il distanziamento sociale è il nostro farmaco, e funziona. Gli inglesi rischiano”. Parla il prof. Vella
Roma. “Il campionato è lungo. Non è questo il momento di farci abbattere da risultati negativi, come i contagi che potrebbero crescere nei prossimi giorni, né, tantomeno, illuderci perché qualche numero che cala potrebbe far guardare al futuro con un po’ più di ottimismo”. Il prof. Stefano Vella (Università Cattolica), confessa di trovare “molto pericolosa, anche inumana, perché prevede l’inevitabile decesso di tanti pazienti, l’idea inglese di abbattere il coronavirus con una ‘immunità di gregge’ raggiunta lasciando che una larga fetta della popolazione si infetti: non sanno cosa li aspetta, ancora non hanno avuto la curva esponenziale delle infezioni e non pensano al probabile disastro del loro sistema sanitario, che già a novembre aveva i reparti chiusi a causa dall’influenza. L’immunità di gregge si raggiunge grazie ai vaccini, non grazie a contagi di massa. Tra l’altro, non sappiamo ancora se attraverso l’infezione naturale da coronavirus si avrà davvero una immunità protettiva duratura”. In Italia intanto si continua con il distanziamento sociale: “E’ attualmente il nostro ‘farmaco’, e funzionerà. Questo esperimento epidemiologico (e anche sociale) deve andare avanti almeno fino al 3 aprile, è l’unico modo per abbassare il numero delle nuove infezioni e allentare la pressione sugli ospedali. Per fermare il virus definitamente ci vorranno farmaci e un vaccino. Arriveranno. Per ora, dobbiamo far diventare sostenibile l’epidemia, ricordando che quello che stiamo facendo è per i medici e gli infermieri, per i pazienti e per tutti noi”.
Cattivi scienziati
Il senso dell'obbligo per i vaccini
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