Buone ragioni per cacciare Gunter Pauli da consigliere di Palazzo Chigi
La sua cultura, la stessa del grillismo, è costruita sul niente purché questo niente serva a demolire il “pensiero dominante”, vale a dire il sapere scientifico, le competenze provate, l’analisi accurata
Bisognerebbe essere grati a Gunter Pauli per le cose che scrive. Resteranno a futura memoria di un certo modo di pensare che è anche una della cause delle debolezze culturali con cui tutti gli stati del mondo hanno dovuto affrontare questa crisi. Leggere Pauli sarebbe esilarante se non si sapesse che questo signore è stato prima un ispiratore delle migliaia di fesserie scritte e dette da Beppe Grillo e dai 5 Stelle sui loro blog, nei loro incontri nella loro azione politica, ed è oggi niente poco di meno che consigliere economico del nostro Presidente del Consiglio, nominato in tale incarico insieme a Mariana Mazzucato, dalla quale si può dissentire, ma certo dotata di ben altri titoli e capacità. Nomina evidentemente suggerita sempre dall’entourage di Grillo e Di Maio. L’ultima trovata di Pauli riguarda la costruzione di una correlazione fra la tecnologia 5G e la diffusione del Coronavirus, basata sul fatto che la provincia cinese di Wuhan e il Nord Italia sarebbero (?) le due aree del mondo con la maggiore diffusione di questa tecnologia. Probabilmente potrebbero essere anche le due aree del mondo con il maggiore consumo di riso o quelle con il maggior numero di persone con i capelli rossi o con il minor numero di iscritti all’opera di Sant’Antonio.
La letteratura è piena di correlazioni che non correlano niente. C’è un sito su internet che si è divertito a trovarne di fantastiche. Tipo la correlazione precisa fra il consumo di margarina e il tasso di divorzi nel Maine. Addirittura ce ne è una perfetta fra il petrolio importato dalla Norvegia e il numero di autisti uccisi in incidenti ferroviari. O quello fra il consumo di mozzarella e il numero di nuovi ingegneri. Ma la cultura di Pauli, come quella di Grillo e soci è fatta così. Costruita sul niente purché questo niente serva a demolire il “pensiero dominante”, vale a dire il sapere scientifico, le competenze provate, l’analisi accurata. C’è spazio per tutti in questa fantasmagorica cultura del nulla. Soprattutto per i costruttori di capri espiatori facili da presentare con il cappio al collo già pronto all’opinione pubblica. Una volta il 5G, un’altra le big pharma, un’altra ancora l’inquinamento atmosferico. E quali meravigliosi consigli dà il nostro Pauli a Conte? Per esempio il 14 febbraio twitta: “Basterebbe così poco (!) per mettere a posto il casino che abbiamo fatto. Siamo così deboli che un virus ci mette al tappeto. La soluzione non è più la disinfezione: la soluzione è rafforzare il nostro sistema immunitario con aria, acqua e cibi sani”. E qualche settimana dopo dà anche suggerimenti pratici per avere cibo sano e posta un’intervista in cui spiega come cuocere il pane.
Sfugge naturalmente al nostro eroe che epidemie ce ne sono da prima di Cristo, quando il cibo era tutto “naturale”, l’inquinamento era zero e l’effetto serra sconosciuto. E si sono ripetute con allarmante regolarità. Per una semplice questione. L’esistenza di una cosina, nemmeno un completo essere vivente, un virus, anzi miliardi di miliardi di miliardi di virus, che esistono da qualche miliardo di anni prima di noi e si moltiplicano infettando altri essere viventi. E che l’unica risposta possibile, evitando una strage, è trovare una medicina che li uccida e ci immunizzi. Soluzione per loro inaccettabile perché significherebbe riconoscere che non tutto ciò che é naturale è anche buono e che per fare un vaccino funzionante ci vogliono ingenti risorse finanziarie e umane. Ma dopo tutto questo saremmo almeno vaccinati contro questo insieme di baggianate? Temo di no. Mi pare piuttosto che emergano qua e là altre strampalate teorie che ricercano la causa di quanto sta succedendo nei soliti totem da additare ai creduloni: la globalizzazione, il capitalismo, l’effetto serra…
È solo folclore? Provate a fare un elenco ragionato di quali erano le questioni che riempivano l’agenda nazionale ed internazionale fino a ieri. Avete mai sentito un capo di stato o un leader politico mettere la possibilità di una pandemia fra le grandi questioni da affrontare? L’agenda europea è stata stravolta completamente e radicalmente, nemmeno siamo in grado di prendere quanto, ma ancora il 3 marzo (!) una sorridente Ursula von der Leyen e una corrucciata Greta Thunberg si presentavano sulla scena per discutere del piano europeo sul clima. E il nostro Ministro dell’ambiente si fa vivo di tanto in tanto per commentare la diminuzione dell’inquinamento sopra Pechino e sopra la Padania.
Per cui ci faccia un piacere Signor presidente del Consiglio: cacci immediatamente Pauli. L’dea che questo signore possa avere accesso alla sua agenda e possa parlare rappresentando l’Italia è semplicemente disgustosa. Accetti il consiglio e lo faccia: ne va della sua credibilità.