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Anche il cielo riparte, da una cometa

Paolo Galati

Da alcuni giorni, soprattutto nelle regioni del nord Italia, è possibile ammirare la cometa Swan. Il 27 maggio sarà alla minima distanza dal sole che coinciderà, sulla carta, alla sua massima visibilità

Anche il cielo sente la necessità di ripartire e lo fa in grande stile. Una cometa è in transito sulle nostre latitudini: alla velocità di 140000 km/h ha attraversato la costellazione dei Pesci e del Triangolo e si dirige verso la costellazione del Perseo. Il 27 maggio la cometa Swan (C/2020 F8) sarà alla minima distanza dal Sole che coinciderà sulla carta alla sua massima visibilità. È visibile dal 18 maggio in Italia soprattutto nelle regioni del nord, dalle 21.30 in poi, meteo permettendo. Questa cometa non periodica ha una coda lunga 15 milioni di chilometri: con i parrucchieri chiusi ci si deve arrangiare e poi cometa significa letteralmente “lunghi capelli”, quindi cara cometa benvenuta tra noi.

 

Le comete sono pezzi di ghiaccio composti soprattutto da ammoniaca, acqua, metano, polveri e roccia. Sono state osservate dagli uomini per millenni, alcune hanno fatto grandi ritorni e in molti casi possono anche campare migliaia di anni. Nel loro percorso di avvicinamento al sole, il ghiaccio si riscalda dando vita a quella forma spettacolare che affascina da sempre. Quando sono periodiche, nei loro ciclici viaggi di andata e ritorno, diventano “attive” (come delle cuffie bluetooth) quando si avvicinano al Sole: a quel punto inizia a innescarsi lo scioglimento delle sostanze ghiacciate (ossido di carbonio, acqua, ammoniaca e altri composti volatili) portando alla formazione dell'atmosfera cometaria. Forse la più nota è la cometa di Halley: impiega 76 anni per compiere un giro attorno al sole, se tutto va bene la rivedremo nel 2061.

 

Le comete sono una delle fonti principali di polvere interplanetaria (polvere che provoca le stelle cadenti o meteore). Le particelle di polvere formano un lungo “nastro” attraverso il sistema solare e quando la Terra lo attraversa ci si trova nei periodi dei famosi sciami meteorici: le lacrime di San Lorenzo (Perseidi), le Orionidi, Leonidi. Sono quei periodi più o meno lunghi in cui dei granellini di polvere – grandi anche meno di 1 millimetro – possono farci esprimere un desiderio.

 

Prevedere la luminosità di una cometa non è semplice per gli astronomi: la sublimazione del nucleo è infatti variabile e non è prevedibile con certezza matematica. La luminosità di una cometa può diminuire perché si può verificare un esaurimento del materiale oppure si può avere un improvviso outburst per la sublimazione di una zona particolarmente ricca di ghiaccio. Una diminuzione di luminosità può essere dovuta a una frammentazione del nucleo stesso.

 

La sala parto delle comete si trova in due regioni fredde e distanti: la prima è la fascia di Kuiper, la seconda è la Nube di Oort. Entrambe le regioni conservano la stessa composizione della nube molecolare da cui ebbe inizio la formazione del nostro sistema solare. Per questo motivo le comete sono fondamentali: sono stati testimoni oculari della nube primordiale e hanno ibernato le informazioni nel loro congelatore portatile.

La cometa Swan sarà visibile subito dopo il tramonto nelle regioni del nord ovest (poco prima dell’alba a nord-est, che fortuna eh). Ma dal 25 maggio sarà circumpolare per l’Italia settentrionale, quindi visibile tutta la notte dal tramonto all’alba. Bisognerà cercarla con attenzione perché in ogni caso sarà sempre molto bassa sull’orizzonte e difficile da vedere se l’atmosfera non sarà più che trasparente.

Vorrei dire alla Cometa Swan che arriva proprio in un bel periodo di prova e che probabilmente ci vedrà un po’ distratti e preoccupati per le cose terrene. Ma non darti per vinta cara cometa perché anche lo stupore è contagioso.

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