Da una parte Andrea Crisanti, per cui in assenza di tracciamenti di massa sarà impossibile evitare il lockdown. Dall'altra Giorgio Palù, che chiede al governo misure più leggere. Invidie e idiosincrasie dietro a due modi antitetici di affrontare il virus
Prima il sindaco leghista di Treviso ritira il patrocinio al convegno di cui era l’ospite d’onore. Poi il professor Giorgio Palù, luminare della virologia, lo declassa a semplice “zanzarologo”. Da giorni in Veneto è partita la caccia ad Andrea Crisanti, “papà” del progetto dei tamponi di massa realizzato a Vo’ Euganeo e successore proprio di Palù alla guida del dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova. Una caccia che ora si è trasferita anche all’interno del mondo accademico e che, se si allarga un po’ il campo, rappresenta l’attuale spaccatura all’interno della comunità scientifica che sta costringendo l’Italia a navigare a vista.
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