“Una verifica? Ma questo ministro della Salute ha idea di quali sofferenze sono imposte a questi poveri animali per sperimentazioni? Nulla giustifica queste torture, altro che ‘ricercatori’, evito ogni definizione”. Poi scopriremo l’autore di questo commento che accusa dei ricercatori di tortura. Mai come durante il Covid abbiamo imparato a riconoscere l’importanza della sperimentazione animale, fondamentale per lo sviluppo dei vaccini contro il coronavirus. Eppure in questo stesso anno, mentre si chiedeva agli scienziati di trovare presto una cura, in Italia si è svolta una feroce battaglia giudiziaria animalista per bloccare la ricerca scientifica. I neuroscienziati Marco Tamietto dell’Università di Torino e Luca Bonini dell’Università di Parma fuori dalle aule giudiziarie hanno vissuto l’angoscia per le minacce di morte ricevute (tanto da richiedere misure di tutela), dentro la sensazione di essere stati trattati sulla base di pregiudizi ideologici. Parliamo di “LightUp”, un progetto di ricerca approvato e finanziato dall’European Research Council (Erc) per studiare il recupero della vista in pazienti che hanno subìto danni cerebrali.
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