cattivi scienziati

Impreparati a tutto, nonostante un anno di pandemia

Enrico Bucci

In ritardo con i vaccini per le solite carenze organizzative. Speriamo in una scossa

E così, siamo in ritardo con le vaccinazioni. Si badi bene: non è un problema di consegna dei vaccini. Siamo in ritardo rispetto alle vaccinazioni di tutta Europa, che ha avuto accesso – in modo proporzionale – alle stesse dosi fornite in media ai cittadini italiani. Il nostro è un ritardo dovuto all’organizzazione manchevole di un paese che, come sempre, è strutturalmente incapace di prepararsi a tempo debito, che sia una preparazione per prevenire i danni di un’epidemia o quella per uscirne con la maggior celerità possibile. Con Luciano Capone, a suo tempo, rimarcammo la mancanza completa di un piano vaccinale; piano che è stato preparato in fretta e furia, e poi adeguato alla bisogna, inseguendo ora qui ora là le varie emergenze connesse alla consegna, alla distribuzione e alla somministrazione dei vaccini.

 

La cosa davvero curiosa è che non è possibile identificare un colpevole, o un singolo particolare malfunzionamento della macchina pubblica: è un sistema intero, fatto per polverizzare le responsabilità, in cui ogni individuo ha soprattutto il potere di veto nei confronti degli altri, ma in cui nessuno ha davvero la possibilità di raddrizzare in modo definitivo l’azione dell’amministrazione. Così, in Italia non solo la media nazionale di cittadini vaccinali è ormai da ultimi della classe, ma la variabilità tra regioni è elevatissima, con alcune regioni davvero in condizioni preoccupanti. E’ possibile che il nuovo governo riesca a rimettere in carreggiata la campagna vaccinale? In linea teorica, sì; ma le azioni da intraprendere sono davvero tantissime, e si scontrano con una macchina burocratica che non è fatta per funzionare, ma è figlia di stratificazioni secolari, clientele, assunzioni fuori controllo e soprattutto legislazione e regolamentazione inefficiente. Se dunque si riuscirà a riprendersi, vorrà dire una cosa anche più importante del singolo episodio: vorrà dire che, in qualche modo, esistono dei correttivi a questa melassa asfissiante fatta di regole, urla dei politici locali, incidenti di percorso e disastri amministrativi che ha intrappolato il nostro paese in una condizione francamente indegna. Dobbiamo sperare, perché non è possibile rassegnarsi a tutto questo; e dunque siamo in trepida attesa della dose vaccinale, delle statistiche che indichino un miglioramento, e del segnale che, alla fine, in un’emergenza di questa portata il paese si dia una scossa e rientri nel consesso delle nazioni civili.

 

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