Anche il mondo dei cavalli ha la sua pandemia
La Federazione Equestre Internazionale ha cancellato gli eventi internazionali in 10 paesi del continente europeo, con effetto immediato fino al 28 marzo 2021, a causa della rapida evoluzione di un ceppo molto aggressivo dell’Herpes Virus Equino
Non c'è solo la pandemia che colpisce gli uomini, ce ne è una anche che sta mettendo a rischio i cavalli. L'EHV-1, Equine Herpes Virus, ossia Rinopolmonite equina, non è il Covid-19 dei cavalli, ma preoccupa allo stesso modo. Nel mondo equino i casi di Ehv-1, dal primo gennaio 2020, continuano a crescere, con focolai in tutto il mondo, il più recente in California che ha disposto una quarantena, ma adesso la situazione è seria in particolare in Europa. L'aggravarsi della situazione ha fatto prendere delle decisioni urgenti alla Federazione Equestre Internazionale (FEI) che ha emanato in questi giorni (1 marzo 2021) un suo DPCM: attraverso un comunicato trasmesso alle federazioni nazionali, la Fei ha illustrato misure assunte relative alla diffusione della Rinopolmonite equina, a seguito di un primo focolaio a Valencia.
La Fei ha cancellato gli eventi internazionali in 10 paesi del continente europeo, con effetto immediato fino al 28 marzo 2021, a causa della rapida evoluzione di un ceppo molto aggressivo dell’Herpes Virus Equino, Ehv-1 forma neurologica che ha avuto origine a Valencia, Spagna, e ha già colpito almeno altri tre paesi in Europa. Questa decisione si applica a tutte le discipline Fei, ma al fine di evitare che un numero enorme di cavalli lasci contemporaneamente i tour di concorsi nella penisola iberica, in Italia e in Belgio, in corso da diverse settimane, questi potranno continuare, come fossero bolle isolate, a condizione che non sia consentito l’ingresso di nuovi cavalli, nelle sedi di gara e che non siano confermati casi positivi di Ehv-1. Per l’Italia, la bolla riguarda San Giovanni in Marignano, in Emilia Romagna, e Gorla Minore (Varese). Gli animali avranno rigorosi protocolli di biosicurezza e prevedono la presenza in loco di delegati veterinari Fei. Ai cavalli sarà consentito di lasciare questi luoghi solo con certificato sanitario ufficiale rilasciato dalle autorità veterinarie locali.
Inevitabile accostare la pandemia Covid-19 a quella Ehv-1, eppure questo accostamento non è preciso. La Rinopolmonite equina è un virus avevamo già incontrato anni fa, intorno alla fine degli anni ’90. Ed è sempre stato un imperativo nelle operazioni di prevenzione obbligatoria: insieme col Coggins- test (che protegge dall'anemia infettiva), la vaccinazione da Ehv-1 era infatti obbligatoria). Sul passaporto dei cavalli doveva essere registrata una vaccinazione e un test per tutti i cavalli sportivi e non che effettuassero spostamenti o che potessero venire in contatto con altri simili, anche solo occasionalmente. Va precisato che in Italia lo stato non obbliga ad alcuna vaccinazione, ma solo al test periodico di Coggin’s; la Fise obbliga i cavalli che partecipano alle competizioni la vaccinazione annuale contro l’influenza equina, la Fei vuole la cadenza semestrale. Il vaccino per la Rinopolmonite era richiesto dai centri ospitanti e suggerito caldamente dalla Fise negli anni in cui ci furono gravi focolai in Italia.
Cosa è andato storto? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza con il dottor Marco Grosso, veterinario con una lunga esperienza nel settore, perché in tempo di pandemia viene spontaneo fare paragoni, ma quali sono le similitudini tra Covid-19 e Ehv-1? "Sono molto differenti, nonostante siano entrambi virus - spiega - il Covid-19 è un Rna Virus mentre l’Ehv-1 è un Dna Virus. Quello che li accomuna è il metodo di trasmissione. Che è molto simile: sono le goccioline di saliva, in parole povere, quelle che chiamiamo sbroffate del cavallo che lo trasportano infettando e propagandolo, e quindi diventa indispensabile anche per noi umani rispettare tutte le regole di sanificazione che ben conosciamo a causa del Covid-19 per evitare di propagarlo su altri esemplari".
Prosegue il dottor Grosso: "Un’altra similitudine è la peculiarità dell’Ehv-1 che, come il Covid-19 per gli umani è unicamente dominio degli equidi e non trasmissibile ad altre specie animali. In pratica come un cane ed un uomo possono essere vettori dell’Ehv-1 e trasmetterlo ai cavalli per contatto, tramite l’abbigliamento, le scarpe, le mani e via dicendo, non possono essere invece contagiati da quel virus, e viceversa.
Dunque in questa pandemia equina entra in gioco proprio il rapporto uomo-cavallo. E diventano fondamentali le regole di comportamento. Che coinvolgono, uomo-cavaliere, mezzi di trasporto (van), e così via. "Restando in tema di Rinopolmonite va ribadito che questa parola non è nuova. L’avevamo già incontrata molti anni fa". Era lo stesso virus? "Si, Ehv-1 o Rinopolmonite che dir si voglia è la stessa malattia che in un primo tempo affrontammo con profilassi semestrali, anche se alcuni veterinari sostenevano addirittura la profilassi trimestrale. Siamo passati poi a vaccinazioni annuali prima e biennali in seguito, fino a dimenticarcene per tutti i soggetti sportivi e non, tranne che per le fattrici in gestazione. Gli allevatori hanno continuato a vaccinare. Bisogna considerare però che come tutti i virus anche questo è mutato in numerose varianti che si incanalano per così dire in tre distinte forme patologiche principali. La prima è una forma influenzale classica con tutte le caratteristiche di una banale influenza polmonare, anche se poi tanto banale non è, la seconda è la forma abortigena il cui nome stesso non esige ulteriori spiegazioni e la terza è la più eclatante forma neurodegenerativa o nervosa se vogliamo semplificare".
È proprio questo ceppo di Ehv-1 che sta preoccupando il mondo equestre ed ippico, al momento sembra un problema soprattutto europeo e riguarda in particolare Spagna, Francia, Belgio ed Italia. Purtroppo già si è dovuto procedere all’abbattimento di alcuni cavalli sportivi sia nel settore delle corse ippiche (trotto e galoppo per intenderci) come nel mondo degli affollati concorsi di equitazione, salto ostacoli, dressage e completo.
cattivi scienziati
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