Foto: Michael Herren

In America c'è una svolta sugli Ufo

Umberto Minopoli

Da oggetti unidentified a reali. Un cambiamento che riguarda non gli alieni ma fatti reali e tecnologie che sfidano la fisica

Unidentified Flying Object (Ufo): apparizioni e avvistamenti, sinora, erano catalogati come letteratura fantastica, frutto di illusioni ottiche, esibizionismo, fraintendimenti. Ora si cambia: sono oggetti reali, seppur sconosciuti e misteriosi. “Non si scherza – ha ammonito Obama alla Cnn – vanno presi sul serio”. E il Pentagono, che per la prima volta ammette l’esistenza degli Ufo, è stato invitato a presentare un rapporto ufficiale. Il folklore ufologico, negli Usa, ha un forte intreccio con il ruolo del potente quartier generale della Difesa.

 

Nell’epoca lunga della Guerra fredda e della corsa allo spazio, la letteratura sugli oggetti sconosciuti è stata dominata dalla malia cospirativa. Lo schema di Catch 22, il fortunato romanzo del 1961 di Joseph Eller, ha ispirato una copiosa produzione sulle macchinazioni attribuibili alla segretezza militare. L’ufologia è stata un capitolo forte di una narrazione che attribuiva al Pentagono, la macchina militare globale per eccellenza, intrighi, trame e congiure. Particolarmente ghiotta la rappresentazione degli Ufo come oggetti extraterrestri, ma sotto copertura: impegnati in un ordito segreto tra il sistema militare più potente della Terra e abituali visitatori alieni. C’è perfino un luogo, meta di pellegrinaggi turistici, in cui la congettura è stato localizzata: l’Area 51, la base militare a 150 km da Las Vegas, nel sud del Nevada, grande quanto la Sicilia.

 

Per lungo tempo le amministrazioni della Difesa hanno alimentato la leggenda, cancellando la base 51 dalle mappe geografiche, proibendola e coltivando tutti i parossismi della segretezza. Nel racconto, Area 51 era il luogo di custodia di prigionieri extraterrestri e di misteriosi incontri tra alieni e governo americano. Nei dintorni del suggestivo Groom Lake, al centro della vasta area, sono localizzati i racconti di avvistamenti e visioni ufologiche: al punto che la route 375, la più grande arteria della zona, è stata ribattezzata extraterrestrial highway. L’avvento dei satelliti di osservazione, con le loro altissime risoluzioni, ha sfatato le leggende. E mostrato Area 51 per quello che è: la base militare di test delle apparecchiature tecnologiche e aeronautiche più avanzate e sofisticate del potente complesso militare-industriale americano.

 

Il Pentagono, in qualche modo, lasciava briglia alle congetture ufologiche. Di recente, però, c’è un cambio di strategia: l’amministrazione della Difesa non nasconde più l’esistenza di Ufo. Da declassati e generici unidentified objects, essi sono catalogati come reali e sconosciuti (unknown). L’episodio che segna la svolta è un video girato da una nave militare americana, l’Omaha, al largo di San Diego: un oggetto sferico insegue il mezzo militare, compie evoluzioni in cielo, tecnicamente impossibili, e poi si inabissa, scomparendo. E’ questa la prima novità: l’oggetto non sembra provenire dallo spazio profondo, ma dagli oceani. Come è riuscito a sfuggire allo scandaglio accurato dei potenti sottomarini Usa? Il sospetto è che esso disponga di una tecnologia non solo adatta al movimento in aria, ma anche in acqua e, per di più, che acceca i sistemi radar. Rispetto alle tradizionali immagini ufologiche, il video dall’Omaha cambia il quadro: l’oggetto è reale. Ed esibisce condotte e movimenti, meccanici e dinamici, che rivelano un intelligent control. Il video si aggiunge ad altre riprese e avvistamenti, che mostrano oggetti artificiali che esibiscono una tecnologia d’avanguardia (propulsione sconosciuta, incredibile aerodinamica e libertà di movimento meccanico, in aria e nell’acqua, comportamenti che contrastano i vincoli della gravità e della fisica quantistica, velocità relativistiche, resistenza dei materiali).

 

Gli esperti ufficiali affermano che nessuno dei tre paesi terrestri (Usa, Cina e Russia) più avanzati nella ricerca aerospaziale dovrebbe possedere tali tecnologie. Gli americani usano un’espressione efficace per descrivere i “salti” tecnologici innovativi: leapfrog technology (letteralmente, balzo della cavallina che ti scalcia alla schiena e ti spinge in avanti). La si utilizza, in economia dello sviluppo, per descrivere l’accelerazione shumpeteriana: la scalata di soglie tecnologiche di paesi che non dispongono delle condizioni atte a recepirle. I nuovi Ufo esibiscono, appunto, una sorprendente leapfrog technology. E’ questo che allarma. Le trasmissioni della Fox, della Cbc, della Cnn sembrano tornare ai giorni della “Guerra dei mondi”, lo sceneggiato dell’ottobre 1938 in cui un geniale Orson Welles fece credere a milioni di americani di essere sotto attacco marziano. Con una differenza: l’ipotesi aliena appare oggi assai meno credibile. Le conoscenze che abbiamo della dinamica e della meccanica celeste, del sistema solare, della vita in un circondario che si estende a distanze astronomiche abissali, della velocità a cui ci si può muovere nello spazio, del controllo e della visibilità del cosmo profondo, garantito da strumenti osservativi sofisticati disposti sulla terra e nello spazio, rendono poco plausibile l’idea dell’invasione extraterrestre, improvvisa e inavvertita.

 

L’invasione extraterrestre “in segreto” e improvvisa, che creò il panico ai giorni di Welles, è poco credibile. E, dunque, se non sono alieni ma reali, per ammissione ufficiale, quegli oggetti sconosciuti, che sfidano la fisica alla nostra portata, che cosa sono? E chi ne ha il controllo? In America è diventato un caso. E’ davvero sicuro, incalzano i media, che né Russia e né Cina posseggono la leapfrog technology esibita dai nuovi oggetti volanti? Molti denunciano un paradosso nelle affermazioni del Pentagono: se false, qualcuno possiede tecnologie di offesa militare avveniristiche; se vere, qualcuno in giro ha compiuto un salto tecnologico che spiazza le grandi potenze. I successi cinesi in campo spaziale e delle nuove tecnologie creano suggestioni e sospetti. Molti americani sperano che le ammissioni del Pentagono sui nuovi Ufo che sfidano la fisica nascondano qualcosa di molto profano: il riserbo del complesso militare-industriale americano su propri test e sperimentazioni di prototipi di guerra intelligente. Forse c’è da sperare che sia questa la verità.

 

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