Cattivi scienziati
Johnson & Johnson funziona anche contro la variante Delta
L'azienda produttrice ha riesaminato i sieri di otto volontari dello studio di fase 3 e il preprint appena pubblicato dimostrerebbe l'efficacia del vaccino monodose, garantendo un'immunità di lunga durata
In questi giorni molte volte mi sono sentito rivolgere la domanda circa l’efficacia del vaccino a singola dose di Johnson & Johnson contro la variante Delta. Finora non ho mai risposto, non essendo stata pubblicato alcun dato; tuttavia, oggi una limitata, iniziale e positiva risposta è arrivata dall’azienda. Riesaminando i sieri di otto volontari dello studio di fase 3 del vaccino ENSEMBLE, si sono testati gli anticorpi neutralizzanti contro tutte le maggiori varianti conosciute, incluse la Alfa (variante inglese), la Beta (variante sudafricana), la Gamma (brasiliana) e la Delta.
In un preprint appena pubblicato, il titolo di anticorpi neutralizzanti contro la variante Delta è risultato anche maggiore di quello contro la variante sudafricana, contro cui il lettore ricorderà che il vaccino aveva già dimostrato efficacia (tanto che in Sudafrica si era abbandonato il vaccino di AstraZeneca e ci si era concentrati su quello monodose di J&J). Inoltre, la quantità media di anticorpi che il sistema immune è in grado di formare contro le varianti è risultata superiore a 8 mesi rispetto a 29 giorni il che, al netto della piccolissima dimensione della popolazione esaminata, dimostrerebbe una persistente risposta neutralizzante. Allo stesso modo, la risposta cellulare mediata dai linfociti T è risultata ben presente anche a 8 mesi dall’inoculo, rinforzando così il concetto della possibile presenza di una immunità di lunga durata.
Poiché questi dati arrivano da un vaccino che ha evidenti vantaggi logistici di impiego, e visto il suo utilizzo in un numero di nazioni crescente nel mondo, se essi fossero confermati da uno studio più robusto, cioè su un numero maggiore di individui, e una volta passata una revisione accurata, le notizie che provengono dall’azienda potrebbero davvero essere ottime. Resta però vero che la capacità di produzione di questo vaccino appare per il momento più limitata rispetto a quella di altre aziende, anche a causa di importantissimi incidenti occorsi durante la lavorazione in alcuni impianti di terzisti. Si ricorda recentemente per esempio il danneggiamento di 15 milioni di dosi presso l’impianto di produzione della Baltimore Emergent BioSolutions, ove la contemporanea manifattura del vaccino di AstraZeneca ha portato per errore umano a utilizzare gli ingredienti di un vaccino per l’altro.
Nonostante la Emergent abbia sin qui prodotto oltre cento milioni di dosi del vaccino J&J, quest’ultima azienda ha annunciato che ristrutturerà la rete dei propri fornitori, in particolare potenziando le strutture olandesi; ma questo, ovviamente, è un processo che richiede tempo e soldi, e di conseguenza non possiamo aspettarci che, pur se i dati preliminari di efficacia sulle varianti fossero conservati, le forniture di questo vaccino arrivino in tempo per avere effetto in quei paesi ove, a fronte di un basso tasso di vaccinazione, la variante Delta può creare grandi problemi ai sistemi sanitari. Ricapitolando: nonostante i dubbi, a quanto pare una sola dose di vaccino J&J potrebbe essere già protettiva contro la variante Delta; tuttavia, questo vaccino difficilmente giocherà nel prossimo futuro un ruolo fondamentale nel suo contenimento, a causa della capacità produttiva relativamente limitata. In ogni caso, i dati di efficacia preliminari vanno confermati, e sarà importante in particolare ottenere informazioni su gruppi ampi di pazienti da quei paesi, come gli Stati Uniti, dove la vaccinazione con quel prodotto è stata estensiva.