Cattivi Scienziati
Il Covid, i pipistrelli e le spiegazioni poco convincenti di Palù
Il presidente dell'Aifa insiste nelle sue teorie che contraddicono la letteratura scientifica sulle origini del virus. Un fatto grave, soprattutto quando si tratta di capire se l'infezione sia un prodotto di laboratorio sfuggito al controllo in Cina
Ancora una volta, i giornali riportano dichiarazioni in merito all’origine di Sars-CoV-2 rilasciate dal professor Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, che in occasione della presentazione del suo nuovo libro divulgativo che tratta anche di questi temi ha rilasciato un’intervista in cui ripete alcune delle sue affermazioni che abbiamo già in precedenza trattato con Marco Gerdol. Il professor Palù si lamenta sovente del fatto che la virologia, una scienza seria, è spesso trattata da persone che non hanno competenza in materia; non me ne vorrà quindi se, da esperto di biologia molecolare, sono costretto a rettificare quanto afferma nuovamente a proposito di quella che secondo lui è l’evidenza più sospetta sull’origine di Sars-CoV-2, vale a dire la famosa sequenza di quattro amminoacidi Prra che si ritrova nel genoma del virus.
Vediamo, quindi, gli argomenti che Palù espone nell’intervista citata. Il primo è il seguente: “Nel gene che codifica la proteina Spike, è presente una sequenza unica, non presente in nessun altro beta-coronavirus né genoma virale sequenziato. Essa codifica quattro amminoacidi (Prra) essenziali per l’infettività e la patogenicità virale nei riguardi della nostra specie. Detta porzione genica è sottostata a selezione darwiniana positiva, mantenendosi in tutte le varianti originatesi dal prototipo di Wuhan”.
Innanzitutto, è stato dimostrato che virus che manchino completamente della sequenza in questione esistono naturalmente e sono infettivi anche per gli uomini; in questo senso, la sequenza non è affatto essenziale. Soprattutto, è fattualmente falso che questa sequenza si sia mantenuta “in tutte le varianti originatesi dal prototipo di Wuhan”, come già avevamo segnalato con Marco Gerdol. Può darsi che Marco e io si sia troppo poco importanti perché il professor Palù ci ascolti, ma farebbe bene a considerare che già dall’agosto 2021 era evidente come la sequenza fosse cambiata in diversi ceppi di Sars-CoV-2, incluso il ceppo Delta, e la cosa era stata pubblicata per esempio in un articolo su una rivista del gruppo Lancet. La sequenza Prra cui fa riferimento il professor Palù è in continua evoluzione anche in Sars-CoV-2, e non è niente affatto sotto selezione darwiniana positiva tale da mantenersi integra in tutte le varianti originatesi dal virus di Wuhan.
Palù afferma poi quanto segue: “In secondo luogo, Sars-Cov-2, pur essendo al 97 per cento identico a RaTG-13, un betacoronavirus che infetta il pipistrello Rhinolophus affinis in Asia meridionale, ha perso la capacità di infettare le cellule di pipistrello”. Anche questa affermazione non è corretta. Già dal maggio 2020, è noto e pubblicato su Nature Medicine che Sars-CoV-2 è in grado di infettare cellule di pipistrello, proprio di Rhinolophus, e precisamente cellule di origine intestinale, così come avviene anche nell’intestino umano. Inoltre, è noto dal settembre 2020 che i pipistrelli sono sperimentalmente infettabili e possono funzionare da reservoir per Sars-CoV-2.
Ci si chiede a questo punto: per quanto ancora bisognerà inseguire le dichiarazioni del presidente dell’Aifa, così in contrasto con la letteratura pubblicata? E facendo un passo indietro, perché egli reitera queste dichiarazioni sui giornali, con piccole correzioni di rotta, nonostante le evidenze contrarie? Intendiamoci: è interamente possibile che Palù abbia ragione, e che il virus sia un prodotto di laboratorio sfuggito al controllo in Cina. Tuttavia, supportare una possibilità adducendo elementi in contrasto con quanto noto dalla letteratura scientifica non è ammissibile, soprattutto da parte di chi, per il ruolo istituzionale che ricopre, gode di autorevolezza e ascolto presso il pubblico. Sempre che il professor Palù non abbia trovato falsi gli articoli che qui ho citato: nel caso, aspettiamo impazientemente di veder pubblicati i suoi risultati in merito.
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