spazio
Il lancio di Vega-C è il successo più europeista che c'è
Dopo le rivoluzionarie immagini del telescopio spaziale James Webb, il decollo di un razzo quasi tutto made in Italy. La potenza francese e la collaborazione europea
A poco più di ventiquattro ore dalle straordinarie immagini diffuse dal telescopio spaziale James Webb, progetto della Nasa in collaborazione con l’Agenzia spaziale europea (Esa) e l’agenzia spaziale canadese, lo spazio e la ricerca segnano un altro notevole successo. Dopo tre rinvii dovuti a problemi tecnici, poco dopo le 15 a Kourou, in Guiana francese, c’è stato il primo lancio di Vega-C. Si tratta del lanciatore nuovo di zecca superleggero sviluppato da tredici paesi europei in un lavoro collettivo coordinato dall’Agenzia spaziale europea. Per la prima volta è stata l’industria italiana a mettere insieme i pezzi: è Avio, l’azienda aerospaziale di Colleferro, a produrre la famiglia Vega. Il lanciatore porta in orbita il satellite Lares-2 dell’Agenzia spaziale italiana e sei satelliti miniaturizzati cubesat selezionati dall’Agenzia spaziale europea.
Politicamente si tratta di un passaggio importante per gli equilibri interni al programma spaziale europeo. Chi conosce la materia spiega al Foglio che nel quartier generale dell’Esa, a Parigi, la Francia è il paese più competitivo, il primo della classe da contenere, ma tutto sommato collaborativo e indispensabile: fino all’arrivo di Vega, i razzi spaziali europei erano i francesi Ariane – dal nome del programma spaziale francese originale – e tutto ciò che di europeo va in orbita lo fa dallo spazioporto di Kourou, che ora è in gestione all’Esa ma che prima era francese, appunto, dove la lingua di lavoro è ancora il francese. Localismi e nazionalismi fanno la loro parte, ma con l’ingresso ufficiale dell’Italia tra i grandi competitor europei l’influenza verrà redistribuita. Non solo: il Trattato Italia-Francia firmato a novembre 2021 dovrebbe garantire una ulteriore collaborazione tra Roma e Parigi nel contesto spaziale.
Il lancio di Vega arriva a pochi giorni dal voto di una relazione importante, da parte del Copasir, che mette le politiche spaziali al centro dell’interesse di chi si occupa di sicurezza nazionale. Non più soltanto space economy, ma anche politica internazionale e sicurezza.
cattivi scienziati
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