cattivi scienziati
Addio ai rappresentanti antiscientifici in Parlamento, emblemi di una pessima legge elettorale
Sara Cunial e Mario Adinolfi, l’opposizione alla comunità scientifica, hanno fatto flop nelle urne. Stessa sorte per Nunzia Schillirò, Stefano Puzzer e Gianluigi Paragone. La loro presenza, in Parlamento o fuori, non è stato che il frutto avvelenato di sistema che consente ai partiti di scegliere i candidati in autonomia e priva di voce i cittadini
Ed eccoci dunque in questa nuova Italia. Non sappiamo ancora bene come sarà, ma di certo sarà abbastanza diversa da quanto sin qui abbiamo conosciuto. Come ricercatore, dunque, mi pongo alcune domande. Quale peso e quale ascolto avranno la ricerca e la scienza nel prossimo futuro? Sembra una domanda la cui risposta potrebbe essere scontata, ma, a pensarci bene, le elezioni appena trascorse hanno portato a qualche risultato che vale la pena di riportare.
Coloro che rappresentavano l’opposizione alla comunità scientifica e al suo pensiero, almeno quando si sono presentati facendo esplicitamente leva su questo antivalore, sono stati spazzati via dagli Italiani. Sara Cunial, quella che definiva le misure di contrasto alla Xylella “uno scempio in nome e per conto delle agromafie”, non sarà più in Parlamento. La sua lista, che si opponeva ai vaccini, al 5G e alla “dittatura sanitaria”, non sembra aver raggiunto neppure l’1 per cento; per cui ci risparmieremo alcuni notissimi oppositori dei vaccini, i coniugi Gatti e Montanari, in quella lista candidati. Stessa sorte per Mario Adinolfi con la sua lista “Alternativa per l’Italia”, nonostante le sue denunce della sempre verde “dittatura sanitaria” o il suo uso della pseudoscienza per attaccare le coppie gay.
Vi è poi l’ampio gruppo di sostenitori di teorie antiscientifiche imbarcati nella lista “Italexit”. Non rivedremo in Parlamento Gianluigi Paragone, fondatore della lista, oppositore dei vaccini autodefinitosi freevax, sostenitore della medicina antroposofica e di diverse altre baggianate con qui non si ha spazio di ricordare. E se non rivedremo lui, tanto meno vedremo sostenitrici dell’ossido di grafene nei vaccini, come la ex vicequestore di Roma Nunzia Schillirò, o Stefano Puzzer, che non si è vaccinato perché “io dell’EMA non mi fido, o Andrea Stramezzi, dentista improvvisatosi esperto di terapie inventate per il COVID-19 a base di Ivermectina.
L’elenco fatto è certamente incompleto, ma è utile per dimostrare un punto: quando si presentano da soli a chiedere il voto, facendosi forza delle loro strampalate e pericolose teorie, i sostenitori delle pseudoscienze non ricevono il consenso degli italiani, e non arrivano spesso nemmeno al singolo punto percentuale. La loro presenza nello scorso Parlamento è stato il frutto avvelenato di una pessima legge elettorale che consente ai partiti di scegliere i candidati in autonomia, privando di voce i cittadini; se vi è un partito, come è stato soprattutto per il Movimento Cinque Stelle, che ha deciso che essi possano essere utili, sono eletti nel calderone delle preferenze a quel partito accordate, altrimenti restano fuori, perché, evidentemente, le loro idee sono sufficienti a convincere solo una piccola minoranza di stralunati. Questo, naturalmente, aggrava le responsabilità di tutti i partiti più grandi, quando promuovono al loro interno la circolazione di certe teorie e dei loro esponenti, pur di raccattare qualche voto in più; speriamo che almeno questa lezione sia stata appresa.
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