Cattivi Scienziati
Putin ha distrutto la comunità scientifica russa. Il caso di War Gonzo
Semyon Pegov dice che gli scienziati russi gli hanno promesso di fargli ricrescere una gamba, amputata a seguito dello scoppio di una mina, in trenta giorni. Un'operazione impossibile
[Aggiornamento 8 novembre 2022] La dichiarazione circa la ricrescita della gamba da parte di un propagandista russo è semplicemente uno scherzo dello stesso, cui io ho abboccato a causa delle verifiche insufficienti che ho fatto - insufficienti, intendiamoci bene, perchè di più non potevo farne. L'Istituto tirato in ballo ha smentito e, come vedete dalla foto qui sotto, il propagandista russo in questione è sì ferito, ma non amputato.
La rigenerazione è la capacità di un organismo di far ricrescere una parte del corpo dopo un danno o la sua perdita. Molte specie di vertebrati anamni sono in grado di ottenere spettacolari risultati in termini di rigenerazione delle proprie parti corporee. Tra questi, l’esempio più famoso è costituito dalle salamandre, in grado di riparare e ricrescere arti, coda, occhi, mascella e cuore. La rigenerazione è presente anche fra i pesci: il pesce zebra adulto mostra una notevole rigenerazione delle pinne, delle strutture del sistema nervoso centrale o di interi organi, tra cui cuore, pancreas, fegato e reni. La capacità di attivare il programma morfogenetico di rigenerazione è quasi completamente persa principalmente nei vertebrati terrestri, con alcune eccezioni come la rigenerazione delle punte delle dita nei bambini e nei topi giovani, parti dell'orecchio in alcune specie di topo, o le corna nei cervidi. Le lucertole sono gli unici amnioti terrestri in grado di rigenerare una struttura lunga e complessa come la coda.
A questo elenco, a quanto pare, dobbiamo aggiungere un nuovo vertebrato terrestre: il propagandista russo.
Semyon Pegov, uno fra i tanti accesi sostenitori dell’invasione e della distruzione dell’Ucraina, ha avuto la sventura di finire su una mina a Donetsk e di perdere una gamba, amputata il 23 ottobre scorso. Lo ha confermato al mondo lui stesso, utilizzando i suoi canali social da milioni di followers, a partire da Telegram, su cui scrive: “Sì, la mia gamba è stata davvero amputata, ma proprio ora l’Istituto di Citologia e Genetica dell’Accademia Russa delle Scienze sta coltivando le mie cellule staminali e promettono di farla crescere entro un mese. Quindi, certo, un’operazione complicata, ma tutto è molto positivo. Forse accadrà ancora più velocemente, questa è la prima esperienza di questo tipo”.
Il mio amico Michele De Luca, uno dei migliori esperti al mondo in fatto di rigenerazione dei tessuti mediante cellule staminali, si era fermato a rigenerare la pelle dei bambini affetti da una rara condizione genetica, e per questo è riconosciuto internazionalmente e ha ricevuto diversi premi; ma che volete che sia quello che lui è riuscito a fare dopo oltre 30 anni di studio, quando la prodigiosa conoscenza russa promette di rigenerare un arto umano in 30 giorni?
Il resto della comunità scientifica è a malapena riuscita a ricrescere una gamba in un rospo adulto, un animale che non possiede capacità rigenerativa; ma si sa, gli scienziati di Putin non sono intralciati dall’inutile dovere di rendere precisamente verificabili le proprie ricerche, e come già con il vaccino Sputnik gli annunci fatti a mezzo social sono tutto ciò che basta per la verifica.
Chi, come me, ricorda l’eccellenza raggiunta dalla Russia in certi settori scientifici e ha collaborato più volte con alcuni colleghi di quel paese, chi di quegli scienziati ha apprezzato il coraggio, all’inizio della guerra attuale, non può che disperarsi di fronte all’ennesima buffonata propagandistica a cui viene piegata la scienza russa in salsa putiniana.
In attesa di vedere la ricrescita della gamba nel propagandista-salamandra, non resta che deplorare l’ennesimo, gravissimo danno che Putin ha arrecato al suo proprio paese e al mondo intero: la distruzione della comunità scientifica russa, divenuta semplice strumento di propaganda ove sopravvissuta, ma per lo più dispersa e isolata dal resto del mondo nonostante le buone intenzioni della comunità internazionale, in gravi difficoltà economiche e senza più nessuna autonomia reale nella propria vita accademica, a meno di non fuggire dalla madrepatria.
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