Cattivi Scienziati
Come i parassiti agiscono sulla sopravvivenza degli esemplari. L'esempio del lupo
Il Toxoplasma incide sui comportamenti degli animali aumentandone le capacità di riproduzione: ciò fa sì che gli individui infetti risalgano più facilmente la scala sociale, allo stesso tempo il tutto si traduce in effetti importanti dal punto di vista evolutivo
Abbiamo già trattato, su queste pagine, alcuni risvolti evolutivi legati alle interazioni fra parassiti e ospiti, sia in termini di selezione naturale, sia in termini di generazione di nuova varietà attraverso l’integrazione dei genomi virali e il loro successivo rimaneggiamento nel genoma delle specie ospiti.
Vi è adesso un ulteriore punto che vorrei trattare, prendendo spunto da una ricerca appena pubblicata su un predatore iconico, un animale che da sempre popola la nostra cultura e la nostra fantasia: il lupo.
Questo animale può essere infettato da un parassita, un protozoo che ha una interessante strategia di propagazione: Toxoplasma gondii, l’agente causale della toxoplasmosi. Per riprodursi sessualmente, Toxoplasma deve raggiungere il corpo di un gatto, di solito quando il suo ospite viene mangiato dal felino.
Per aumentare la probabilità che questo accada, il parassita è in grado di alterare il comportamento dei roditori che infesta: in questi animali, l'infezione è generalmente correlata alla diminuzione del timore nei confronti dei gatti e all'aumento del comportamento esplorativo.
L’alterazione del comportamento dipende dalla manipolazione di meccanismi molecolari abbastanza conservati nei mammiferi: difatti, nelle persone infettate accidentalmente da Toxoplasma sono pure stati riscontrati cambiamenti comportamentali, dovuti all’aumento di testosterone e dopamina e alla conseguente maggiore propensione al rischio.
L’infezione di specie diverse dai roditori e dai gatti è accidentale: tutti i mammiferi possono essere parassitati, mangiando un animale infetto o ingerendo cisti di Toxoplasma presenti nelle feci di gatti parassitati. Dopo un periodo di malattia acuta, nei muscoli e nel tessuto cerebrale si formano cisti semi-dormienti che persistono per il resto della vita dell'ospite.
Ora, alcuni ecologi americani hanno pensato a studiare l’occorrere dell’infezione e i suoi effetti nei lupi, raccogliendo per 27 anni dati sui lupi nel Parco nazionale di Yellowstone, in Wyoming. Alcuni branchi di lupi di Yellowstone vivono infatti vicino, e talvolta rubano la preda, ai puma (Puma concolor), che sono noti per portare il parassita, come i nostri gatti. Oltre a rubarne le prede, talvolta i lupi predano i puma, per cui sono esposti tanto alla contaminazione a partire dalle loro feci quanto direttamente a partire dal consumo della loro carne.
I ricercatori hanno esaminato 256 campioni di sangue di 229 lupi che erano stati attentamente osservati per tutta la vita, registrando le loro storie di vita e lo stato sociale. Così, si è scoperto che i lupi infetti avevano una probabilità 11 volte maggiore rispetto a quelli non infetti di lasciare la loro famiglia di nascita per dare inizio a un nuovo branco e 46 volte più probabilità di diventare capibranco, il che significa – considerando che spesso solo i capibranco si riproducono – che avevano una probabilità maggiore di lasciare discendenti dei lupi non infetti.
Voglio sottolineare il concetto: la parassitosi da Toxoplasma produceva un effetto che, al netto del superamento della fase di malattia acuta (molto probabile nei lupi), era di un aumento del successo riproduttivo, o fitness, degli animali infetti, perché, contrariamente a quanto accade per le prede dei gatti o dei puma – la cui vita può terminare prematuramente e prima della riproduzione a causa dell’eccessiva temerarietà indotta – nei lupi non vi sono predatori che siano in grado di effettuare una selezione degli individui infetti; gli animali più coraggiosi e meno paurosi, quindi, risalgono la scala sociale e tendono a essere avvantaggiati.
Osserviamo quindi come un parassita possa modificare la diffusione nella popolazione degli ospiti di genomi che non hanno specifiche caratteristiche vantaggiose, attraverso la modulazione del fenotipo comportamentale; alla lunga, questo può tradursi in importanti effetti evolutivi ed ecologici, se pensiamo che gli individui figli di un individuo infetto hanno più probabilità di infettarsi a loro volta (visto che l’infezione del genitore dura tutta la vita).
Ancora una volta, la storia naturale e l’evoluzione di organismi disparati può essere sottoposta a effetti impensati di selezione e guida evolutiva, che non sono semplicemente connessi alla contesa immunologica tra un ospite ed un suo parassita, ma sono invece il risultato di adattamenti eco-funzionali particolari del parassita.
Ancora un altro esempio di come la vita su questo pianeta sarebbe molto diversa, senza la profonda azione modellante dei parassiti.
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