Cattivi scienziati
Il vasto mondo delle pseudoscienze, bugie a portata di università
Dall'omeopatia alle varie declinazioni dell'antroposofia. Una lista di corsi, master, insegnamenti vari che affiancano gli studi tradizionali con bizzarre teorie alternative
Quando parliamo di pseudoscienze in ambito medico, è naturale per il pubblico immaginare che si tratti di discipline praticate magari anche da appartenenti esterni alle istituzioni scientifiche nazionali, ma non che queste ultime siano direttamente coinvolte nel facilitare la propagazione di ogni sorta di pensiero magico in un settore tanto delicato quanto quello della salute. Da tempo sappiamo che così non è ma, ogni tanto, nella pia illusione che le cose stiano migliorando, mi prendo la briga di controllare se e quali corsi, master, insegnamenti vari di pseudoscienza in ambito medico si tengano nelle nostre università. E così, anche ieri ho provato a condurre la solita analisi; i risultati, come al solito, sono costantemente disastrosi, ad indicare che continua la complicità delle istituzioni accademiche, la quale va ben oltre la semplice tolleranza visto che in molti casi si richiede un pagamento di migliaia di euro a chi frequenta i corsi. Vediamo qualche esempio, anche se è un esercizio per stomaci forti.
A Bologna, per cominciare, presso l’Alma Mater nel 2022-2023 risulta attivato un insegnamento in “medicine non convenzionali alternative o complementari alla medicina classica”, nell’ambito del corso di Laurea magistrale a ciclo unico in medicina veterinaria. Nell’ambito di un corso di laurea in Italia, cioè, si ragiona di medicine addirittura e non solo complementari – vabbè, passi l’effetto placebo – ma alternative ad una medicina che si definisce “classica”, come se le bubbole di omeopatia ed omotossicologia argomento dell’insegnamento fossero una rilevante e utile innovazione in grado di costituire una valida alternativa – sottolineo ancora, alternativa - alla medicina molecolare moderna. In un’università fra le più prestigiose, vi rendete conto?
Non c’è quindi da stupirsi se presso altre prestigiose sedi, come l’università di Catania, il 15 marzo prossimo, durante l’intera mattinata sarà presentata agli studenti “la realtà dei medicinali omeopatici”, in una giornata di “introduzione all’omeopatia”. Quel che stupisce di più è che il tutto avverrà presso il dipartimento di scienze del farmaco e della salute, con tanto di presentazione della giornata da parte del direttore di dipartimento. Se si vuole approfondire, non c’è che l’imbarazzo della scelta, per quanto riguarda sia i programmi disponibili che le sedi prestigiose. Per esempio, per soli 3000 euro, oppure per la più modica cifra di 2000 se si intende seguire a distanza, presso la sede di Roma del consorzio universitario Humanitas, e con la partecipazione dell’università San Raffaele di Roma, ci si può iscrivere ad un master di II livello in “Omeopatia e Discipline Integrate”, dove saranno insegnati ai laureati – non sia mai che gli studenti siano privi delle conoscenze di base necessarie ad affrontare tali alte nozioni – le “diatesi e costituzioni” alla base della visione omeopatica.
Con minor spesa, si può invece decidere di seguire il “Corso di Perfezionamento in Medicina Biointegrata” che si tiene presso l’università "G. D'Annunzio" Chieti – Pescara; qualunque cosa significhi medicina “Biointegrata”, e tenendo conto dell’effetto bio qui già discusso, quel che è certo è che agli studenti saranno anche impartite nozioni di “omeopatia e omotossicologia”, al costo come dicevamo più moderato di 816 euro (e se fate ritardo nell’iscrivervi, pagherete una mora di 25 euro). La lista potrebbe continuare a lungo; ma devo a questo punto rilevare una tristissima notizia, una mancanza che non mi dà pace. Come mai non è più possibile rtrovare più in alcuna sede universitaria un corso in “dentosofia”, nobile arte odontoiatrica derivata dalla medicina antroposofica e a suo tempo insegnata presso l’università di Roma Tor Vergata.
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